L’otturatore centrale, noto in inglese come leaf shutter, rappresenta una delle soluzioni più eleganti e longeve nella storia della fotografia. La sua nascita è legata alla necessità di controllare con precisione il tempo di esposizione, un problema che si pone fin dagli albori della fotografia. Nei primi decenni dell’Ottocento, quando le emulsioni erano poco sensibili, il fotografo si limitava a rimuovere e riposizionare un tappo sull’obiettivo. Con l’aumento della sensibilità delle lastre e l’introduzione delle pellicole, si rese indispensabile un dispositivo meccanico capace di garantire tempi brevi e ripetibili.
Il principio dell’otturatore centrale si afferma tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Nel 1902 la tedesca Friedrich Deckel introduce il sistema Compound, che utilizza un meccanismo pneumatico per regolare i tempi lunghi. Nel 1912 nasce il celebre Compur, che sostituisce il controllo pneumatico con uno scappamento a bilanciere, simile a quello degli orologi, garantendo tempi più precisi e affidabili. Questo marchio diventerà sinonimo di qualità per decenni.
Negli anni Venti e Trenta, l’otturatore centrale si diffonde sulle folding cameras e sulle fotocamere a telemetro, grazie alla sua compattezza e alla possibilità di integrarlo direttamente nell’obiettivo. La posizione centrale, vicino al diaframma, consente di esporre l’intero fotogramma simultaneamente, evitando le distorsioni tipiche degli otturatori a tendina durante i tempi rapidi.
Il secondo dopoguerra segna l’epoca d’oro del leaf shutter. Due nomi dominano il mercato: Compur (Deckel) e Prontor (Gauthier). Quest’ultima, negli anni Cinquanta, arriva a produrre oltre 10.000 otturatori al giorno, un dato che testimonia la diffusione di questa tecnologia. Nel 1951 viene introdotto il connettore PC (Prontor-Compur), che diventerà lo standard per la sincronizzazione flash.
Parallelamente, alcune reflex adottano l’otturatore centrale per sfruttare il vantaggio della sincronizzazione flash a tutti i tempi. Tra queste ricordiamo la Zeiss Ikon Contaflex e la Voigtländer Bessamatic, entrambe degli anni Cinquanta. Tuttavia, la complessità di integrare un leaf shutter in un sistema reflex con ottiche intercambiabili ne limita la diffusione in questo segmento.
Il vero regno dell’otturatore centrale resta il medio formato. Dal 1948, Hasselblad sceglie questa soluzione per le sue fotocamere modulari, affidandosi a ottiche Carl Zeiss dotate di otturatore Compur. Questa scelta si rivela vincente per la fotografia da studio, dove la sincronizzazione flash è cruciale. Negli anni Settanta e Ottanta, i leaf shutter evolvono in versioni Synchro-Compur e Prontor Professional, capaci di tempi fino a 1/500 s e sincronizzazione totale.
Con l’avvento del digitale, il leaf shutter non scompare. Anzi, trova nuova vita nei sistemi medio formato digitali (Phase One, Hasselblad H, Fujifilm GFX), dove la possibilità di sincronizzare flash potenti a qualsiasi tempo resta un vantaggio insostituibile per still-life, moda e pubblicità.
Architettura tecnica e principio di funzionamento
L’otturatore centrale è un dispositivo di precisione che combina meccanica fine e ottica applicata. È costituito da un gruppo di lamelle metalliche sottili, disposte in modo radiale attorno all’asse ottico, simili a quelle di un diaframma ma con funzione diversa: non modulano la quantità di luce, bensì determinano il tempo di esposizione.
In posizione di riposo, le lamelle sono chiuse. Al momento dello scatto, un sistema di leve e molle le apre rapidamente fino a scoprire completamente il passaggio della luce, per poi richiuderle con la stessa rapidità. L’apertura è simmetrica, il che significa che il fotogramma è esposto in modo uniforme dall’inizio alla fine, a differenza dell’otturatore a tendina che espone progressivamente.
Il controllo dei tempi avviene tramite un meccanismo di scappamento (nei modelli Compur) o un governatore centrifugo (nei modelli più moderni), che regola la velocità di chiusura delle lamelle. I tempi tipici vanno da 1 secondo a 1/500 s, con alcuni modelli che raggiungono 1/1000 s. Tempi più lunghi si ottengono con ritardatori meccanici o elettronici.
Uno dei vantaggi più importanti è la sincronizzazione flash a tutti i tempi. Poiché l’apertura è completa per tutta la durata dell’esposizione, il lampo può essere emesso in qualsiasi momento senza rischio di vignettatura. Questo rende il leaf shutter ideale per la fotografia con flash in esterni a luce ambiente intensa, dove tempi rapidi sono indispensabili.
Dal punto di vista costruttivo, le lamelle sono realizzate in acciaio brunito o leghe leggere, con trattamenti antiattrito. Il cinematismo è lubrificato con oli a bassa viscosità per garantire costanza di prestazioni anche a basse temperature. La manutenzione è delicata: polvere o residui di lubrificante possono compromettere la chiusura, causando esposizioni irregolari.
Tra le varianti storiche ricordiamo:
- Compound (1902): controllo pneumatico dei tempi lunghi.
- Compur (1912): scappamento a bilanciere, maggiore precisione.
- Synchro-Compur (anni ’50): sincronizzazione flash integrata.
- Prontor SV/SVS: soluzioni economiche ma affidabili.
- Copal e Seiko: standard giapponesi per medio formato e ottiche intercambiabili.
Produttori storici, applicazioni e transizione al digitale
Il nome più legato all’otturatore centrale è Friedrich Deckel, fondata a Monaco nel 1903. Il marchio Compur diventa sinonimo di qualità, con evoluzioni come il Compur-Rapid e il Synchro-Compur. Negli anni Cinquanta, Deckel domina il segmento professionale, mentre Gauthier con i suoi Prontor fornisce milioni di otturatori per fotocamere di fascia media.
In Giappone, Copal e Seiko emergono come fornitori chiave dagli anni Sessanta, equipaggiando fotocamere come le Yashica Mat, le Mamiya e le ottiche per Hasselblad prodotte da Zeiss. La robustezza e la precisione dei Copal li rendono standard per il medio formato fino all’era digitale.
Il leaf shutter trova applicazione ideale nelle fotocamere da studio e nel medio formato modulare. Hasselblad, con la serie V, adotta ottiche dotate di otturatore centrale per garantire la sincronizzazione flash totale, un requisito fondamentale per la fotografia professionale con luci da studio. Lo stesso approccio è seguito da Mamiya RB/RZ67 e, in epoca digitale, da Phase One e Hasselblad H, che integrano otturatori centrali nelle ottiche Schneider e Zeiss.
Perché sopravvive nell’era digitale? Perché nessun altro sistema offre la stessa flessibilità di sincronizzazione flash. Nei set pubblicitari, dove si usano flash potenti e si desiderano tempi rapidi per controllare la luce ambiente, il leaf shutter è insostituibile. Anche le moderne Fujifilm GFX offrono ottiche con otturatore centrale per questo motivo.
Fonti e approfondimenti
- Otturatori nelle fotocamere: storia, funzionamento e tecnica – Il Mondo delle Reflex
- Otturatore (fotografia) – Wikipedia
- Otturatore a tendina e otturatore centrale: guida completa – Fotografare per Stupire
- Otturatore Meccanico Vs. Elettronico – La Storia della Fotografia
- Otturatore della Fotocamera: Guida Completa – Fotografia Moderna
Mi chiamo Marco Adelanti, ho 35 anni e vivo la mia vita tra due grandi passioni: la fotografia e la motocicletta. Viaggiare su due ruote mi ha insegnato a guardare il mondo con occhi più attenti, pronti a cogliere l’attimo, la luce giusta, il dettaglio che racconta una storia. Ho iniziato a fotografare per documentare i miei itinerari, ma col tempo è diventata una vera vocazione, che mi ha portato ad approfondire la storia della fotografia e a studiarne i protagonisti, gli stili e le trasformazioni tecniche. Su storiadellafotografia.com porto una prospettiva dinamica, visiva e concreta: mi piace raccontare l’evoluzione della fotografia come se fosse un viaggio, fatto di tappe, incontri e visioni. Scrivo per chi ama l’immagine come mezzo di scoperta e libertà, proprio come un lungo viaggio su strada.


