La Ray Camera Company nacque nel 1893 a Rochester, New York, città già all’epoca un fulcro dell’industria fotografica statunitense. Fondata da Albert Mutschler, un abile costruttore di utensili, e John A. Robertson, esperto nel settore dei materiali fotografici grazie alla sua esperienza presso la Photo Materials Company, l’azienda inizialmente operò sotto il nome di Mutschler and Robertson Company. La scelta di Rochester non fu casuale: la città ospitava già realtà come la Eastman Dry Plate Company (poi Eastman Kodak), e il tessuto industriale locale offriva accesso a maestranze specializzate, fornitori di precisione e una rete commerciale consolidata.
I due soci avviarono la produzione in un piccolo stabilimento al 177 di West Main Street, concentrandosi sulla realizzazione di fotocamere folding a lastre/pellicole piane, un design all’avanguardia per l’epoca. Questi apparecchi, noti per la loro portabilità rispetto agli ingombranti modelli a banco ottico, rispondevano alla crescente domanda di fotografia amatoriale. Mutschler portò nella partnership la sua competenza nella lavorazione metallica, essenziale per produrre componenti precisi come i carrelli estensibili e i mecanismi di messa a fuoco, mentre Robertson contribuì con conoscenze sui materiali sensibili e sulle tendenze del mercato.
Nel 1895, l’azienda lanciò il primo modello denominato Ray, una fotocamera folding in formato 4×5 pollici con corpo in legno di mogano rivestito in pelle e rinforzi in ottone. Il successo fu immediato, grazie a un equilibrio tra qualità costruttiva e prezzo competitivo. Il modello Ray utilizzava lastre in vetro alla gelatina bromuro d’argento, ma già nel 1896 venne adattato per supportare le nascenti pellicole flessibili in celluloide, un segnale della volontà di innovare in un settore in rapida evoluzione.
Sviluppo tecnico e modelli chiave (1895-1899)
La Ray Camera Company si distinse per l’attenzione alla standardizzazione e alla modularità. Tra il 1895 e il 1899, l’azienda rilasciò una serie di fotocamere folding che includevano i modelli Ray No. 2, Model B, Model C, Model D e Model E, ciascuno progettato per formati specifici, dal 3¼×4¼ pollici fino al 5×7 pollici. La Model E, introdotta nel 1898, rappresentò un apice tecnologico: dotata di un obiettivo Rapid Rectilinear da 150 mm f/6.8 con diaframma a iride, offriva una luminosità superiore alla media per l’epoca, consentendo tempi di esposizione più brevi.
Un elemento distintivo delle fotocamere Ray era il sistema di piani focali regolabili, che permetteva di correggere la parallasse e di utilizzare obiettivi intercambiabili. Il corpo, realizzato in legno di noce stagionato con finitura a gommalacca, includeva un mirino a pozzetto con lente di ingrandimento per la composizione precisa. I meccanismi di estensione del soffietto erano rinforzati con guide in ottone per garantire durata e allineamento, mentre le molle a balestra in acciaio temperato assicuravano una chiusura ermetica, proteggendo le lastre dalla luce parassita.
Nel 1897, l’azienda introdusse il sistema a doppia esposizione, una funzionalità avanzata che consentiva di scattare due immagini sulla stessa lastra, utile per creare composizioni artistiche o effetti di sovrimpressione. Questo meccanismo, basato su un otturatore a tendina con doppio cursore in ottone, richiese una collaborazione con la Ilex Optical Company per lo sviluppo di otturatori personalizzati.
Espansione e fusione (1898-1903)
Nel 1898, la crescita della domanda spinse l’azienda a trasferirsi in una sede più ampia al 204 di Commercial Street, assumendo il nome definitivo di Ray Camera Company. Questo periodo coincise con l’apice produttivo: oltre 20 modelli diversi furono commercializzati, tra cui fotocamere stereoscopiche e dispositivi per la fotografia panoramica. Tuttavia, la concorrenza con colossi come Kodak e Ansco rese insostenibile la sopravvivenza come realtà indipendente.
Nel 1899, la Ray Camera Company partecipò a una fusione strategica con altre quattro aziende rochesteriane: Rochester Optical Co., Rochester Camera Mfg. Co., Monroe Camera Co. e Western Camera Mfg. Co.. La nuova entità, denominata Rochester Optical & Camera Company, integrò le linee produttive sotto un unico marchio, mantenendo temporaneamente in catalogo alcuni modelli Ray. John A. Robertson assunse il ruolo di vicepresidente, supervisionando la transizione verso formati standardizzati, mentre Albert Mutschler abbandonò il settore fotografico nel 1903, tornando alla produzione di utensili.
La Rochester Optical & Camera Company fu infine acquisita da Eastman Kodak nel 1904, che ne assimilò i brevetti e le tecnologie. I modelli Ray, ormai obsoleti rispetto alle fotocamere a rullo come la Kodak Brownie, cessarono la produzione, ma il know-how acquisito influenzò lo sviluppo di dispositivi come la Kodak Folding Pocket Camera.
Innovazioni tecniche e materiali
La Ray Camera Company fu pioniera nell’uso di leghe metalliche leggere per componenti critici, riducendo il peso delle fotocamere senza comprometterne la robustezza. Le guide del carrello in ottone nichelato e le molle in acciaio al carbonio rappresentarono un miglioramento significativo rispetto ai competitor, spesso affidabili ma eccessivamente pesanti.
Un’altra innovazione fu l’adozione precoce di obiettivi anastigmatici, che correggono le aberrazioni ottiche su tutti i piani, a differenza degli obiettivi Petzval ancora diffusi. La collaborazione con produttori come Bausch & Lomb permise di integrare lenti con trattamenti antiriflesso, aumentando il contrasto delle immagini.
Per quanto riguarda i materiali sensibili, la Ray Camera Company sviluppò un sistema di maschere anti-alone integrate nel portalastre, che riducevano la diffusione della luce interna durante l’esposizione. Questa soluzione, brevettata nel 1896, anticipò le tecnologie adottate da Kodak nei successivi decenni.