Lo Weston 850 Junior è un esposimetro progettato negli anni ‘50, prodotto dalla Weston Electrical Instrument Corporation, azienda statunitense che ha dominato il settore della misurazione della luce per la fotografia per diversi decenni. Questo modello si distingue per la sua costruzione compatta, l’accuratezza delle letture e il prezzo più accessibile rispetto ai modelli professionali della gamma Weston. Era particolarmente apprezzato dai fotografi amatoriali e da coloro che necessitavano di un dispositivo affidabile senza investire nelle versioni più avanzate.
Dal punto di vista costruttivo, lo Weston 850 Junior impiega una cellula al solfuro di cadmio (CdS), che gli conferisce una buona sensibilità alla luce ambientale. Il suo design include una scala di esposizione chiara e ben leggibile, con un selettore che permette di impostare la sensibilità della pellicola in ASA. Sebbene non raggiunga la precisione assoluta dei modelli superiori, offre comunque letture affidabili in condizioni di luce standard.
Una delle sue caratteristiche più apprezzate era la semplicità d’uso. A differenza di esposimetri più complessi, richiedeva pochissimi passaggi per ottenere una misurazione utile. Questo lo rendeva particolarmente adatto ai principianti, ma non solo: molti fotografi esperti lo utilizzavano come strumento di backup per rapide valutazioni della luce.
Costruzione e materiali
L’involucro dello Weston 850 Junior è realizzato in una combinazione di metallo e bachelite, un materiale plastico molto diffuso negli strumenti di precisione dell’epoca. Il peso contenuto e le dimensioni compatte lo rendevano comodo da trasportare, una caratteristica essenziale per chi scattava in esterni. Il vetro che proteggeva la scala di lettura era particolarmente resistente agli urti, riducendo il rischio di danni accidentali.
L’elemento chiave dell’esposimetro era il suo sensore a solfuro di cadmio (CdS), che sostituiva le precedenti cellule al selenio. Il CdS offriva una maggiore stabilità nel tempo, evitando il decadimento delle prestazioni che caratterizzava gli esposimetri più vecchi. Tuttavia, a differenza del selenio, che generava energia elettrica quando esposto alla luce, il CdS richiedeva una piccola batteria per funzionare, un dettaglio che influenzava la manutenzione dello strumento.
La scala di misurazione era chiara e ben leggibile, con numeri incisi per garantire la durabilità nel tempo. La rotella di selezione era progettata per garantire una presa sicura e permettere un’agevole regolazione dei parametri. Il meccanismo di aggancio del coperchio protettivo era robusto e garantiva una protezione efficace contro polvere e umidità.
Funzionamento e precisione delle misurazioni
Il funzionamento dello Weston 850 Junior era estremamente intuitivo. Il fotografo puntava l’esposimetro verso la scena da misurare, assicurandosi che la cellula ricevesse la luce in maniera omogenea. La lancetta dell’indicatore si spostava su una scala numerica, e il valore corrispondente veniva poi trasferito alla tabella delle esposizioni per determinare la corretta combinazione di diaframma e tempo di scatto.
Uno degli aspetti più apprezzati di questo modello era la buona reattività del sensore, che permetteva di ottenere letture affidabili anche in condizioni di luce diffusa o parzialmente schermata. Il margine di errore era relativamente contenuto, specialmente se confrontato con altri esposimetri della stessa fascia di prezzo. Tuttavia, il Weston 850 Junior non era immune da limitazioni: in condizioni di luce estremamente bassa, la sensibilità della cellula poteva risultare insufficiente per fornire una lettura accurata.
L’esposimetro era tarato per leggere la luce incidente, il che lo rendeva meno suscettibile agli errori derivanti da superfici riflettenti o da scene con forti contrasti. Tuttavia, chi era abituato a lavorare con esposimetri basati sulla lettura della luce riflessa doveva adattarsi a un diverso approccio nella misurazione dell’esposizione.
Utilizzo pratico nella fotografia dell’epoca
Lo Weston 850 Junior trovava impiego soprattutto nella fotografia amatoriale e semi-professionale. La sua facilità d’uso lo rendeva perfetto per chi utilizzava fotocamere senza esposimetro incorporato, come molte macchine a telemetro o le popolari SLR meccaniche dell’epoca.
Uno dei settori in cui questo esposimetro si dimostrava particolarmente utile era la fotografia paesaggistica, dove la luce ambiente poteva variare rapidamente in base alla posizione del sole o alla presenza di nuvole. La possibilità di ottenere una lettura rapida senza dover effettuare calcoli complessi era un vantaggio notevole per chi desiderava concentrarsi sulla composizione senza distrazioni tecniche.
Anche nella fotografia ritrattistica il Weston 850 Junior trovava un impiego efficace. Misurando la luce incidente sul soggetto, il fotografo poteva regolare i parametri di scatto con maggiore precisione, evitando problemi comuni come sottoesposizioni o sovraesposizioni causate da abiti troppo chiari o troppo scuri.
Uno degli ambiti in cui il Weston 850 Junior mostrava i suoi limiti era la fotografia notturna o in interni con luce artificiale. La sensibilità della cellula CdS, pur superiore a quella al selenio, non era sufficiente per garantire letture affidabili in condizioni di illuminazione molto ridotta. In questi casi, i fotografi spesso ricorrevano a metodi empirici o all’uso di pellicole con maggiore latitudine di posa.
Confronto con altri esposimetri dell’epoca
Rispetto ad altri esposimetri coevi, lo Weston 850 Junior si collocava in una fascia intermedia tra i modelli più economici e quelli professionali. Se paragonato a dispositivi come il Sekonic L-28 o il General Electric PR-1, offriva una precisione simile, ma con una costruzione più economica e una minore sensibilità alle luci basse.
Rispetto al Weston Master II, il 850 Junior era più semplice e privo di alcune funzionalità avanzate, come la possibilità di lettura differenziale per situazioni di illuminazione complessa. Tuttavia, il suo vantaggio principale risiedeva nella compattezza e nella semplicità d’uso, che lo rendevano ideale per chi desiderava uno strumento affidabile senza eccessive complicazioni tecniche.
A livello di longevità, il Weston 850 Junior era meno soggetto a deterioramento rispetto ai modelli al selenio, ma la necessità di una batteria lo rendeva più dipendente dalla disponibilità di ricambi. La manutenzione era relativamente semplice, ma con il tempo alcuni componenti tendevano a usurarsi, in particolare la scala di lettura e il sistema di regolazione della sensibilità ASA.