La storia di Bilora (Kürbi & Niggeloh) inizia nel lontano 1909, quando Wilhelm Kürbi e Carl Niggeloh fondarono una piccola azienda tedesca con l’obiettivo di produrre attrezzature meccaniche per settori estremamente diversificati. In quegli anni, l’industria tedesca era in piena espansione e l’innovazione tecnologica era il motore principale del progresso. I fondatori, dotati di una spiccata visione imprenditoriale, si dedicarono inizialmente alla realizzazione di componenti meccanici che spaziavano dai mozzi per le ruote delle biciclette alle macchinette per tagliare i capelli, senza trascurare prodotti apparentemente distanti come scale a pioli e lampadari. Questa capacità di spaziare in più settori fu fin da subito un segno distintivo dell’azienda, che puntava alla diversificazione e alla redditività in un mercato competitivo.
Dopo soli due anni dall’avvio, la crescente richiesta e la necessità di espandere la produzione spinsero Kürbi e Niggeloh a trasferire la sede dalla località di Barmen-Rittershausen a una nuova e più vasta officina appositamente costruita a Radevormwald. Questo trasferimento segnò l’inizio di una fase di consolidamento che permise all’azienda di investire in tecnologie produttive sempre più avanzate, incrementando così la qualità e l’affidabilità dei prodotti realizzati. La sinergia tra il rigore tecnico e l’innovazione nei processi di produzione fu uno degli elementi chiave che contribuirono alla crescita esponenziale dell’impresa.
Solo molti anni dopo, precisamente nel 1935, l’azienda si avventurò nel mondo della fotografia, integrando nel proprio catalogo anche i treppiedi per apparecchi fotografici. Questo fu il momento in cui nacque il marchio Bilora, un nome che inizialmente venne associato a una semplice fotocamera di tipo box. Le prime fotocamere Bilora si caratterizzavano per la loro semplicità tecnica, progettate per essere utilizzate senza necessità di particolari conoscenze da parte degli utenti, rendendole così strumenti ideali per il mercato amatoriale. I modelli di box fotografici venivano identificati con una numerazione progressiva (come Bilora Box 1, Bilora Box 2a, 2b, 2c, 3, ecc.), un sistema che agevolava la catalogazione e la distinzione tra le diverse versioni prodotte.
In quegli anni, la fotografia stava attraversando una fase di grande fermento, e la capacità di produrre strumenti accessibili e funzionali divenne un vantaggio competitivo. Le apparecchiature Bilora, pur essendo di una certa semplicità, erano realizzate con una cura tecnica notevole, garantendo una buona qualità delle immagini e una affidabilità che conquistò rapidamente il favore del mercato. L’ingegneria meccanica applicata nella realizzazione di queste fotocamere prevedeva l’impiego di materiali resistenti e tecniche di assemblaggio innovative per l’epoca, che permise all’azienda di mantenere standard elevati di precisione e durabilità.
Il passaggio alla produzione di fotocamere rappresentò un momento di svolta, poiché l’azienda iniziò a concentrarsi su un settore in forte crescita e caratterizzato da una rapida evoluzione tecnologica. La decisione di entrare nel mercato della fotografia fu guidata dalla consapevolezza che la domanda di apparecchi fotografici accessibili e facili da usare era destinata a crescere, soprattutto tra gli utenti amatoriali. Questi primi prodotti Bilora, pur non essendo dotati di sofisticate funzionalità, aprirono la strada a una serie di sviluppi successivi che avrebbero portato il marchio a diventare uno dei più riconoscibili nel panorama delle fotocamere tedesche.
Nel contesto di quegli anni, la capacità di realizzare prodotti tecnologicamente avanzati a costi contenuti era un fattore determinante per il successo sul mercato. L’azienda Kürbi & Niggeloh, con il marchio Bilora, si distinse per aver saputo unire la tradizione artigianale alla crescente domanda di innovazione tecnologica, ponendo le basi per un’eredità che avrebbe influenzato in maniera significativa il settore della fotografia. La dedizione al perfezionamento dei processi produttivi e l’attenzione ai dettagli tecnici permisero alla Bilora di guadagnare una reputazione di affidabilità che continuò a rafforzarsi nel corso dei decenni successivi.
La fase successiva della storia di Bilora (Kürbi & Niggeloh) vede un’evoluzione tecnica che trasforma il marchio da semplice produttore di fotocamere box a protagonista di una gamma diversificata di apparecchi fotografici destinati a soddisfare un pubblico ampio e variegato. Nel corso degli anni, l’azienda ha introdotto innovazioni tecniche significative che hanno permesso di diversificare la propria offerta, portando alla nascita di modelli che si sarebbero poi distinti per caratteristiche specifiche e per l’impiego di tecnologie d’avanguardia.
Uno degli sviluppi più notevoli riguarda la serie delle fotocamere denominata Radix. Questi modelli, introdotti a partire dal 1936, utilizzavano un formato di rullino particolarmente innovativo, costituito da uno spezzone di pellicola che passava da un caricatore all’altro per produrre un fotogramma di dimensioni 24 x 24 mm. Tale formato, conosciuto anche come “Karat” in riferimento a un apparecchio specificamente progettato da Agfa, rappresentò un’innovazione tecnica che permise di ottenere immagini di qualità con un formato non convenzionale, offrendo nuove possibilità espressive e funzionali.
Successivamente, a partire dai primi anni Cinquanta, la Bilora introdusse il modello che avrebbe definito il marchio: la Bilora Bella. Questa fotocamera compatta a mirino galileiano fu realizzata in una combinazione di alluminio pressofuso e bachelite, materiali che garantivano leggerezza e robustezza, rendendo lo strumento particolarmente adatto per l’uso quotidiano. La Bilora Bella si distinse per la sua versatilità, essendo disponibile in numerose varianti che differivano per il formato del negativo, come il rullino 120, il rullino 127 e il rullino 135. La capacità di offrire soluzioni adattabili alle diverse esigenze del mercato amatoriale contribuì a rendere la famiglia delle Bella una delle più prolifiche e riconoscibili nella storia delle fotocamere tedesche.
L’evoluzione tecnica di Bilora non si fermò alla sola produzione di apparecchi destinati al mercato domestico. L’azienda si impegnò anche nella realizzazione di fotocamere per conto di altri marchi, instaurando collaborazioni commerciali con importanti realtà internazionali. Tra queste, spiccano i rapporti con aziende come Sears Roebuck & Co. negli Stati Uniti, Ansco, Voigtländer e Zeiss Ikon. Queste collaborazioni portarono spesso a versioni personalizzate dei modelli Bilora, come nel caso della Bella 44-1, che venne ribattezzata Ansco Lancer, o di altre varianti che, pur mantenendo la struttura tecnica di base, venivano modificate per rispondere alle specifiche esigenze dei partner commerciali. Anche il legame con la società italiana Ferrania evidenzia come l’approccio modulare e flessibile di Bilora abbia favorito la diffusione delle sue tecnologie a livello internazionale, con prodotti quali gli apparecchi Ibis 34 e Ibis 44, che richiamano in maniera evidente la tradizione della Bella.
Non meno importante fu lo sviluppo della Bilora Bonita, introdotta nel 1954, che segnò un ulteriore passo avanti nell’evoluzione tecnica del marchio. La Bonita, prodotta anche in versione Gevabox per Gevaert, rappresentava una soluzione innovativa che integrava le caratteristiche di compattezza e facilità d’uso con un design accattivante e funzionale. Questa evoluzione fu seguita da ulteriori varianti, come la Bellaluxa e la Bellina, che ampliarono ulteriormente la gamma di prodotti offerti da Bilora, rendendo il marchio sinonimo di affidabilità e innovazione nel settore delle fotocamere amatoriali.
L’ultimo modello di rilievo prodotto fu la Bilomatic, una fotocamera che utilizzava il caricatore 126 e che venne lanciata nei primi anni Sessanta. La Bilomatic, come i modelli precedenti, vide la creazione di numerose varianti, alcune delle quali vennero distribuite anche per altri marchi, come la Bilomatic CA, che divenne la Revue-matic 350 CA per Revue/Foto-Quelle, o la Ikomatic A, Ikomatic F e Ikomatic CF prodotte per Zeiss Ikon. Queste collaborazioni dimostrano la capacità tecnica di Bilora di adattare i propri prodotti a differenti mercati e requisiti, mantenendo elevati standard qualitativi e di affidabilità.
L’attività di Bilora si protrasse per circa quarant’anni, fino al 1975, periodo durante il quale l’azienda assemblò più di un milione di pezzi, lasciando un segno indelebile nella storia della fotografia. Oggi il marchio Bilora continua a esistere, focalizzandosi sul comparto degli accessori fotografici, come i treppiedi, mantenendo viva la tradizione di innovazione e qualità che ha caratterizzato la sua lunga e ricca storia. La combinazione di tecnologia, artigianalità e collaborazione internazionale ha reso Bilora un protagonista fondamentale nello sviluppo delle fotocamere amatoriali, contribuendo a democratizzare l’accesso alla fotografia e a far evolvere il linguaggio visivo in maniera significativa.