Valentin Linhof, nato nel 1854 a Monaco di Baviera, aprì la propria officina di precisione meccanica nel 1887, dedicandosi inizialmente alla progettazione e alla realizzazione di otturatori circolari a lamelle in metallo. Questi dispositivi, in un’epoca in cui gran parte degli otturatori erano ancora di carta o di materiali meno resistenti, garantivano una notevole precisione nei tempi di esposizione, fino a 1/200 di secondo, con impostazioni “I” (Instant) e “T” (Time). La presentazione di questi otturatori all’Esposizione Universale di Parigi del 1889 valse a Linhof una medaglia d’oro, consacrando la qualità dei suoi meccanismi e aprendo la strada all’espansione commerciale oltre i confini tedeschi.
Nel 1889, Linhof presentò la prima fotocamera interamente in metallo (alluminio anziché ottone) per formati 9×12 cm, caratterizzata da un corpo “quadrato” e da un vetro smerigliato ruotabile che permetteva di passare dalla composizione verticale a quella orizzontale senza rimuovere la macchina dal treppiede. Questa innovazione, realizzata in collaborazione con il tecnico Joseph Barth, introdusse per la prima volta un approccio modulare e altamente versatile alla costruzione dei corpi macchina, precorrendo i futuri sviluppi nel campo delle field cameras.
Nel 1892 Linhof brevettò il primo otturatore incorporato nell’obiettivo, anticipando di diversi anni i celebri sistemi Compur. Tale soluzione riduceva la complessità del montaggio dei dispositivi di otturazione e migliorava la sincronizzazione tra otturatore e meccanismo di scatto, ponendo le basi per l’industrializzazione della produzione di otturatori di precisione.
Con l’ingresso di Nikolaus Karpf – genero di Valentin Linhof – alla guida tecnica dell’azienda nel 1934, Linhof avviò una fase di ricerca e sviluppo volta a realizzare la macchina da campo metallica definitiva. Da questi sforzi nacque la Technika, presentata nel 1934 come la prima “field camera” folding completamente in metallo sul mercato mondiale.
La Technika si caratterizzava per un corpo in lega leggera, un soffietto a tripla estensione, e una piastra frontale in cui era integrato un mirino a telemetro accoppiato, che permetteva la messa a fuoco diretta senza l’uso del vetro smerigliato. L’introduzione di movimenti di basculaggio e decadramento sulla standard posteriore offriva un controllo senza precedenti della prospettiva e della profondità di campo, elementi indispensabili per la fotografia architettonica e industriale.
Durante la Seconda guerra mondiale, l’azienda, concentrata sulla produzione bellica, vide un rallentamento delle attività civili, ma mantenne intatta la sua struttura produttiva, che permise un rapido rilancio nel dopoguerra. Tra il 1937 e il 1943 furono realizzati modelli dedicati alla fotografia medica, le “Technika Medizin”, con finiture in avorio e standard igieniche estese, proposti su commissione di ospedali e istituti di ricerca europei.
Già nel 1946, Linhof presentò la Technika III nel formato 9×12 cm (o 4×5″), con una struttura quadrata e corredi di movimento (swing, tilt, basculaggio e decentramento) regolabili tramite eccellenti ingranaggi micrometrici. Il mirino galileiano e la possibilità di montare o escludere il telemetro accoppiato consentivano un utilizzo flessibile sia in ambito paesaggistico sia in quello del reportage.
Negli anni Cinquanta, Linhof lanciò la Kardan, una “camera monorotaia” destinata agli studi professionali, capace di spostamenti estremi (swing fino a 30 mm, rise/fall fino a 50 mm) e adatta a formati fino a 8×10″. La Kardan Colour, variante in leghe di alluminio anodizzato, ridusse ulteriormente il peso, mentre la Kardan B introdusse un sistema di messa a fuoco micrometrica che incrementava la precisione sui formati grandi.
Negli anni Settanta Linhof applicò la sua esperienza alle esigenze della fotografia aerea, sviluppando la Aero Technika (1972/73), una macchina dotata di avanzamento pellicola motorizzato su film 126 mm, cassette a vuoto per mantenere la pellicola perfettamente piana e ottiche intercambiabili fino a 500 mm – modelli impiegati anche in missioni NASA/ESA a bordo dello Space Shuttle.
Nel 1976 la gamma si arricchì del Technorama 617, la prima fotocamera panoramica 6×17 cm su pellicola 120, con obiettivo Super Angulon da 90 mm che garantiva un angolo di campo di 120°, ideale per la fotografia paesaggistica e architettonica.
Con l’avvento della fotografia digitale, Linhof sviluppò la M 679 (1996), una fotocamera modulare compatibile con dorsi digitali e film, capace di shift/tilt integrato e di adattare – tramite piastrautomontata – sensori medio formato, offrendo il massimo controllo geometrico anche in ambito digitale. Nel 1997 la M 679 vinse il TIPA Award come miglior prodotto professionale, confermando il suo status di strumento di eccellenza.
La successiva M 679cc (2000) introdusse microregolazioni dirette sulla standard posteriore e una maggiore facilità di montaggio dei dorsi digitali, mentre la M 679cs (2004) aggiunse motorizzazioni per le regolazioni e interfacce elettroniche per la gestione di parametri digitali, mantenendo sempre la robustezza e la precisione della linea “view camera”.
Edizioni speciali e celebrazioni (2007–oggi)
Per il 120° anniversario nel 2007, Linhof lanciò in edizione limitata la Master Technika 3000 Jubilee, con finiture in titanio e rivestimento rosso, numerata singolarmente e corredata dallo stemma celebrativo “1887–2007” .
Ancora oggi, la Technika e le sue varianti continuano a essere prodotte, integrate con supporti per dorsi digitali high‑end e con accessori che ne ampliano le possibilità creative, testimoniando la capacità di Linhof di coniugare meccanica tradizionale e tecnologia moderna.
Caratteristiche tecniche distintive
Le fotocamere Linhof sono famose per l’uso di leghe aeronautiche e ottone nichelato, lavorati con tolleranze inferiori a 0,01 mm per garantire la massima rigidità e l’assenza di giochi meccanici. Gli otturatori a dorso in tessuto gommato offrono velocità fino a 1/1000 s, mentre i soffietti in pelle sintetica rinforzata assicurano tenuta alla luce anche in condizioni di umidità e temperatura estreme.
Le ottiche prodotte in collaborazione con Schneider Kreuznach e Rodenstock contemplano vetri a bassa dispersione e trattamenti antiriflesso multi‑strato, ottimizzati per coprire campi d’immagine fino a 150 mm di diagonale mantenendo una nitidezza uniforme ai bordi. I sistemi di telemetro e di proiezione del vetro smerigliato prevedono maschere sagomate in base al formato del sensore o della pellicola, permettendo una messa a fuoco accurata senza ricorrere all’ingrandimento esterno.
Sito istituzionale: Linhof