La Baudry Company fu una manifattura francese attiva a Parigi e successivamente a Lione, conosciuta tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo per la produzione di apparecchi fotografici, ottiche da ripresa, accessori tecnici per studi fotografici e, in misura minore, strumenti per la visione stereoscopica. Fondata nel 1879 da Émile Baudry, ottico e meccanico di precisione originario di Tours, la ditta si collocava all’interno di una tradizione tutta francese che affondava le sue radici nei laboratori parigini della prima metà dell’Ottocento, quelli di Chevalier, Lerebours, Hermagis e Darlot, pionieri nella costruzione di obiettivi per dagherrotipia e ambrotipia.
Baudry, dopo un apprendistato presso Maison Gaumont, decise di fondare un proprio atelier nel quartiere parigino di Montmartre, in rue des Abbesses. Qui iniziò la produzione artigianale di accessori fotografici su misura, con un particolare interesse per i sistemi di sospensione e regolazione delle camere su stativo e per i meccanismi di messa a fuoco micrometrica. La sua formazione ibrida tra ottica e meccanica gli permise di concepire soluzioni originali per fotocamere di grandi dimensioni, in particolare per quelle destinate a studi di ritrattistica o a laboratori cartografici.
Tra il 1880 e il 1885, Baudry sviluppò una propria linea di camere a soffietto denominate “Modèle Atelier Baudry”, costruite in palissandro lucidato e dotate di movimenti basculanti indipendenti su entrambi i piani (anteriore e posteriore). A distinguerle era il sistema di regolazione fine degli assi ottici, reso possibile grazie a una cremagliera in ottone lavorata a mano, con guide a doppio binario e manopole in ebano. Questo modello ottenne rapidamente successo presso numerosi fotografi ritrattisti francesi, che ne apprezzavano la stabilità meccanica, la precisione geometrica e l’eleganza estetica.
Parallelamente alla produzione di fotocamere complete, la Baudry Company avviò la fabbricazione di ottiche fotografiche, inizialmente su licenza e successivamente con design originali. Nel 1884 apparve il primo obiettivo firmato interamente da Baudry: il “Baudry Portrait Extra-Rapide”, un anastigmatico a doppia combinazione dotato di un diaframma a iride regolabile internamente, progettato per ridurre l’aberrazione sferica e migliorare la resa ai bordi. Questo obiettivo venne impiegato con successo nei ritratti a lastra in ambienti con illuminazione naturale, e rimase in produzione per oltre un decennio, con lenti in vetro ottico fornito dalla Société Saint-Gobain.
Consolidamento industriale e diversificazione produttiva
Nel 1891, la Baudry Company trasferì la produzione in una sede più ampia a Lione, in rue des Remparts-d’Ainay, dove venne allestita una vera e propria fabbrica con reparti dedicati alla lavorazione del legno, alla metallurgia fine, alla lucidatura ottica e all’assemblaggio. La scelta di Lione fu strategica: la città, all’epoca, rappresentava un importante nodo industriale e ferroviario, ed era al centro di numerose iniziative legate alla fotografia scientifica, soprattutto in ambito medico e urbanistico. Lione era anche sede di importanti tipografie e studi litografici, che necessitavano di attrezzature fotografiche di precisione per la riproduzione di immagini.
La produzione Baudry si ampliò per includere nuove linee di fotocamere, tra cui le camere tecniche modulari, le camere a lastra multiple, e una gamma di ottiche ortoscopiche e pancromatiche per riprese architettoniche e paesaggistiche. Degno di nota fu il modello “Baudry Grand Format Universel”, destinato agli studi topografici e alle missioni geografiche, con chassis rinforzato, innesto a baionetta in ottone massiccio e possibilità di montaggio su stativi a colonna pneumatica.
In questo periodo, Baudry sviluppò anche una linea di accessori professionali: visori da tavolo per lastre stereoscopiche, cornici da esposizione in ebano, chassis per lastre in vetro a carica rapida e sistemi di regolazione micrometrica per ingranditori ottici. I cataloghi annuali – pubblicati dal 1893 in poi – contenevano decine di articoli diversi, spesso accompagnati da disegni tecnici e tabelle di compatibilità con i principali standard dell’epoca.
La qualità artigianale e la robustezza delle fotocamere Baudry trovarono riconoscimento in numerose esposizioni internazionali, tra cui l’Exposition Universelle di Parigi del 1900, dove la ditta ricevette una medaglia d’argento per la linea di ottiche a lunga focale “Baudry Achromatique Grand Champ”. Questo riconoscimento contribuì a rafforzare l’immagine della ditta in ambito europeo e a ottenere commesse in Belgio, Svizzera e Italia, in particolare da parte di istituti scolastici e accademie scientifiche.
Fase di declino e cessazione dell’attività
La Prima guerra mondiale rappresentò un momento di forte discontinuità per la Baudry Company. Lione fu coinvolta nella produzione bellica e l’azienda venne in parte riconvertita alla realizzazione di strumenti ottici per uso militare, tra cui cannocchiali da osservazione, mirini per artiglieria e dispositivi fotografici per palloni aerostatici. Questa riconversione, se da un lato garantì la sopravvivenza dell’impresa nel breve periodo, dall’altro rallentò la produzione di attrezzature fotografiche civili, provocando un ritardo tecnologico nella fase postbellica.
Con la ripresa della normalità, tra il 1919 e il 1923, la Baudry Company tentò di rientrare nel mercato, ma si trovò ad affrontare una realtà profondamente mutata. Le innovazioni provenienti dalla Germania – in particolare dalla Zeiss, dalla Voigtländer e dalla ICA – avevano imposto nuovi standard di miniaturizzazione e di compatibilità ottica. Allo stesso tempo, l’emergere delle fotocamere a rullino e il boom delle 35 mm cominciavano a rendere obsoleti i grandi apparati da studio.
Baudry cercò di adattarsi introducendo nel 1924 una serie di camere pieghevoli portatili, come la Baudry Série P, in formato 9×12 cm, dotata di otturatore a doppia lamella e lente anastigmatica a fuoco fisso. Il progetto fu interessante dal punto di vista meccanico, ma arrivò in ritardo rispetto ai modelli analoghi di produzione tedesca, più leggeri ed economici. Le vendite risultarono modeste, e la fabbrica non fu in grado di sostenere i costi di riconversione su larga scala.
Negli anni successivi, la Baudry Company sopravvisse grazie a piccole commesse e alla riparazione di attrezzature ottiche per studi professionali. Una parte dell’attività fu assorbita dalla Maison Lotz, altro produttore lionese, specializzato in componentistica da laboratorio. Non esiste un atto ufficiale di scioglimento dell’azienda, ma la cessazione definitiva delle attività viene comunemente datata intorno al 1929, anno in cui l’ultimo catalogo commerciale risulta distribuito, privo di nuove introduzioni e già fortemente ridotto rispetto ai precedenti.
Nonostante la scomparsa, le fotocamere Baudry sopravvivono in collezioni private, fondi fotografici accademici e archivi scientifici, e rappresentano una delle testimonianze più concrete della ingegneria ottica e meccanica francese nel passaggio dal secolo XIX al XX. I modelli Atelier e Grand Format, in particolare, restano apprezzati per la qualità dei materiali, la modularità costruttiva e la funzionalità tecnica in ambienti di lavoro professionale.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
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