Il racconto di Scovill Manufacturing Company inizia nel 1802 a Waterbury, Connecticut, quando Abel e Levi Porter fondarono Abel Porter & Co. per fabbricare bottoni metallici in rame. La disponibilità di rame di alta qualità nella regione permise all’azienda di espandersi rapidamente, diventando Scovill Manufacturing Company entro il 1850. Questa fase pionieristica non riguardò solo elementi di metalleria, ma pose le basi per la successiva incursione nell’ottica fotografica.
Nella prima metà del XIX secolo, la condivisione in Europa dei processi fotografici di Niépce e Daguerre spinse i commercianti americani a importare lastre sensibili. James Mitchell Lamson Scovill comprese la sfida logistica e ideò un processo di argentatura del rame direttamente negli stabilimenti di Waterbury, convincendo i dagherrotipisti locali che le lastre potessero eclissare quelle francesi. Dal 1842, la produzione in serie di lastre argentate fu una realtà , e Scovill si guadagnò la fiducia dei professionisti statunitensi, tanto che già nel 1843 ottenne riconoscimenti per la qualità dei suoi materiali sensibili.
La fanatical precision nella preparazione del substrato di rame comportava passaggi di pulizia in solfuro di sodio, lucidatura meccanica e bagni di nitrato d’argento a concentrazioni controllate. Tali procedure, gestite in laboratorio asettico, garantivano uno strato di emulsione sottile e uniforme, essenziale per ridurre le aberrazioni e assicurare sensibilità costante su tutta la superficie. Questa competenza educò Scovill a padroneggiare processi di galvanica e metallurgia fine, trasferibili poi all’ottica.
Era del Dagherrotipo e Prime Lenti (1842–1870)
All’alba del dagherrotipo, Scovill non si limitò alle sole lastre. Ben presto l’azienda studiò i prospetti ottici necessari per le prime fotocamere commerciali. La fornitura di obiettivi menisco a singolo elemento e di design più complessi fu affidata a ingegneri capaci di calcolare le curvature ottiche con tavole logaritmiche e goniometri a vernieri. Nel 1860 l’acquisizione di Samuel Peck & Co. rese possibile la produzione interna dei corpi macchina in legno, integrate da otturatori a lamelle di ottone, consentendo il controllo totale sul processo produttivo.
La crescente popolarità delle lastre al collodio umido richiese sviluppi nell’anti-flare: Scovill introdusse trattamenti superficiali con olio di cedro e calamina per ridurre riflessioni interne nelle celle ottiche . Contemporaneamente, furono sperimentate soluzioni per diaframmi a iride decentrabile, utili per controllare la profondità di campo nei grandi formati. Queste innovazioni posero le basi per le dry plates al collodio secco, sperimentate da Scovill già negli anni Sessanta, accelerando il passaggio verso processi fotografici più pratici e meno vincolati alla preparazione in loco delle lastre.
Espansione, Fusioni e Fotocamere (1870–1901)
La fine del XIX secolo vide Scovill al centro di un fenomeno di concentrazione industriale. Nel 1867 la creazione della American Optical Company come divisione autonoma a New Haven concentrò la produzione delle fotocamere di grande formato. Queste macchine, costruite in legno di ciliegio e ottone brunito, montavano otturatori Compur e dispositivi di tilt e shift sulle standarte per la correzione prospettica. Nel 1871 l’acquisizione completa di American Optical sancì la separazione tra la produzione di lenti e lastre e quella di apparecchi.
Con l’adozione delle dry plates, Scovill introdusse il marchio Scovill & Adams Company nel 1889, consolidando la gamma di box camera Ansco No. 2 e No. 3, con caricamento di pellicola a rullo e otturatori a diaframma semplice. Questi modelli popolari, costruiti con stampi di lamina e meccanismi a molla, resero la fotografia accessibile ai dilettanti e rafforzarono la presenza di Scovill nel mercato di massa.
Nel frattempo, la produzione di lastre per grandi formati superava il milione di unità annue, grazie a stabilimenti completamente elettrificati e linee di galvanostegia automatica. La capacità di mantenere tolleranze di spessore del rame inferiori a 0,02 mm e uniformità di deposizione dell’argento entro il 1 % permise a Scovill di competere con fornitori europei, consolidando l’indipendenza tecnologica statunitense.
Consolidamento e Transizione Verso il XX Secolo (1901–1960)
L’unione di Scovill & Adams con E. & H. T. Anthony nel 1901 diede vita alla Anthony & Scovill, che adottò il marchio Ansco. Da allora, gli investimenti in ricerca si concentrarono su pellicole flessibili, grazie al brevetto di Hannibal Goodwin. Ansco si trovò ad affrontare cause legali con Kodak, ma ne uscì rafforzata, accelerando lo sviluppo di emulsioni più sensibili e processi di color film con Anscochrome.
Contemporaneamente, Scovill mantenne la sua divisione metalmeccanica, oggi nota come Scovill Fasteners, Inc., concentrandosi su componenti di precisione e attrezzature industriali. Sul fronte fotografico, la linea Ansco ereditò l’esperienza di Scovill nelle leghe di ottone, nei trattamenti galvanici e nella progettazione di otturatori, mentre la produzione di corpo macchina si spostò progressivamente verso materiali leggeri e profili di ingombro ridotti.
La fase post-bellica vide l’adozione di processi di automazione parziale, con linee semiautonome per la laminazione del rame e per il taglio di lastra. L’approdo al 35 mm e al formato medio fu supportato dallo sviluppo di lenti tripletto e Tessar-type, che supplirono alla riduzione delle dimensioni mantenendo buone prestazioni cromatiche.