Bernard Products fu una piccola ma significativa impresa americana attiva nel campo della fotografia nella prima metà del XX secolo. Fondata intorno al 1936 da George A. Bernard, ingegnere meccanico con una spiccata propensione per le applicazioni industriali della fotografia, l’azienda si collocò in una nicchia specifica del mercato: la produzione di accessori fotografici specializzati, con particolare attenzione ai dispositivi per il controllo dell’esposizione, per il filtraggio ottico e per l’elaborazione manuale in camera oscura.
George A. Bernard nacque nel 1898 a Detroit, nel Michigan, in un’area fortemente industrializzata e caratterizzata dalla presenza di una fitta rete di aziende meccaniche e di fornitori per l’industria automobilistica. La formazione tecnica di Bernard si sviluppò proprio all’interno di questo ambiente, dove lavorò in gioventù come disegnatore meccanico presso una delle fabbriche fornitrici della Ford Motor Company. Tuttavia, fu la sua passione per la fotografia, praticata come dilettante già dagli anni Venti, a indirizzarlo verso un settore che stava vivendo profonde trasformazioni.
All’inizio degli anni Trenta, la fotografia negli Stati Uniti era attraversata da un’ondata di innovazioni tecniche che coinvolgevano la semplificazione del processo di esposizione, la miniaturizzazione delle attrezzature, e la nascita di una nuova figura di fotografo, più mobile e indipendente rispetto al professionista da studio. Proprio in questa fase nacque la Bernard Products, con un’attenzione iniziale rivolta alla progettazione di esposimetri meccanici, che si distinguevano per precisione e robustezza.
La sede operativa venne stabilita a Chicago, in una zona ben collegata con i principali distretti produttivi e con accesso facilitato a fornitori di componentistica di precisione. Bernard scelse di mantenere una dimensione artigianale, avvalendosi di una piccola officina meccanica interna e di collaboratori specializzati nella lavorazione di ottone, alluminio e vetro ottico. Sin dall’inizio, l’azienda si pose come fornitore di strumentazione tecnica per fotografi esperti, documentaristi e scienziati che necessitavano di apparecchi affidabili in condizioni operative non sempre ideali.
La produzione della Bernard Products si contraddistinse per l’adozione di un linguaggio tecnico raffinato e per l’attenzione ai dettagli costruttivi. Ogni prodotto veniva testato singolarmente, calibrato a mano e accompagnato da documentazione tecnica dettagliata. La filosofia dell’azienda non era quella della produzione di massa, ma della personalizzazione del dispositivo in base alle esigenze dell’utente finale, spesso indicato direttamente nel processo progettuale.
Il primo dispositivo a guadagnare una certa notorietà fu il Bernard Exposure Calculator, un esposimetro meccanico rotante prodotto a partire dal 1937. Questo strumento, realizzato interamente in alluminio anodizzato e vetro minerale, era concepito per calcolare l’esposizione corretta in base a parametri ambientali e tecnici: tempo atmosferico, apertura del diaframma, velocità della pellicola, tipo di soggetto. L’interfaccia, composta da dischi concentrici girevoli, permetteva una lettura rapida e intuitiva. Non si trattava di un esposimetro elettronico o a cellula fotoelettrica, ma di un calcolatore analogico basato su valori empirici, progettato per accompagnare il fotografo in condizioni in cui l’uso di strumenti elettrici era difficile o impossibile.
Il Bernard Exposure Calculator trovò un discreto successo tra i fotografi di paesaggio, i reporter di viaggio e gli operatori militari durante la Seconda guerra mondiale. Alcuni modelli vennero adottati anche da agenzie governative e unità di documentazione dell’esercito, apprezzati per la loro resistenza a condizioni climatiche estreme e per la facilità di utilizzo in assenza di alimentazione elettrica. La produzione prevedeva diverse versioni: da banco, da tasca, e una edizione “navale” con ghiera impermeabilizzata e custodia in acciaio inox.
Accanto agli esposimetri, Bernard Products sviluppò una linea di filtri ottici ad alta trasparenza, destinati alla correzione cromatica e alla manipolazione del contrasto in fotografia in bianco e nero. I filtri, marcati con codice BP e un numero progressivo, erano costruiti con vetro ottico ad alta purezza trattato con depositi superficiali anti-riflesso e racchiuso in una cornice metallica filettata. Tra i più diffusi vi erano i filtri BP-12 (rosso per aumento del contrasto cieli/nuvole), BP-03 (giallo per schiarire carnagioni e aumentare il micro-contrasto) e BP-22 (verde per migliorare la definizione dei dettagli botanici). La compatibilità con filettature standard di obiettivi Zeiss, Kodak e Wollensak contribuì alla loro diffusione nel mercato americano.
Un altro campo di attività fu quello della camera oscura, dove l’azienda progettò e costruì strumenti di precisione come temporizzatori meccanici per l’ingrandimento, termometri a capillare ad alta sensibilità, agitatore a motore per lo sviluppo continuo, e lenti d’ingrandimento per la messa a fuoco di negativi. I temporizzatori Bernard erano noti per la stabilità del meccanismo a pendolo, derivato da modelli di orologeria industriale. Ogni pezzo era regolato manualmente e poteva essere calibrato su intervalli tra 5 e 120 secondi, con una precisione di ±0.5s, un livello eccezionale per l’epoca.
Verso la fine degli anni Quaranta, l’azienda tentò anche di entrare nel settore delle teste di ingranditori e dei portafiltri intercambiabili, ma la concorrenza di giganti come Omega e Durst rese difficile consolidare una posizione di mercato. Bernard si concentrò allora su produzioni su commessa, fornendo strumenti personalizzati a università, istituti scientifici e fotografi professionisti.
La Bernard Products mantenne per tutta la sua esistenza una posizione di nicchia, evitando accuratamente di competere sul terreno della produzione di massa o della grande distribuzione. I suoi strumenti erano venduti prevalentemente attraverso cataloghi specializzati e distributori tecnici, in particolare tramite riviste come Popular Photography, Modern Camera Craftsman e The American Photographer. I cataloghi Bernard erano spesso redatti in stile quasi ingegneristico, con tabelle, diagrammi, disegni tecnici e coefficienti di conversione, rivolti a un pubblico esigente e ben informato.
Il rapporto con i clienti era fortemente personalizzato. Gli acquirenti potevano scrivere direttamente all’azienda per richiedere adattamenti, calibrazioni particolari o accessori non presenti in catalogo. Questa relazione diretta con l’utilizzatore finale era una delle peculiarità del marchio, e contribuì a creare una comunità ristretta ma fedele di utenti.
Geograficamente, la Bernard Products si diffuse principalmente negli Stati Uniti nord-orientali e nel Midwest, con punti di appoggio nelle università e nelle scuole di fotografia. Alcuni ordini provenivano anche dal Canada e dal Regno Unito, soprattutto per i filtri ottici, ma l’azienda non intraprese mai una vera strategia di internazionalizzazione.
Il momento di massima espansione si colloca tra il 1947 e il 1954, quando la ripresa economica postbellica e la crescente diffusione della fotografia come pratica scientifica e amatoriale portò a un aumento della richiesta di accessori tecnici di alta qualità. Tuttavia, l’emergere di strumenti elettronici automatizzati, come gli esposimetri con fotocellula selenio o cadmio, iniziò lentamente a rendere obsoleti gli strumenti puramente meccanici.
Declino e scomparsa dal mercato
La Bernard Products continuò a operare fino alla prima metà degli anni Sessanta, quando le dinamiche del mercato fotografico mondiale cambiarono profondamente. L’introduzione di sistemi di esposizione automatica integrata nelle fotocamere, la standardizzazione delle attrezzature da camera oscura e il predominio delle multinazionali giapponesi ed europee resero sempre più difficile la sopravvivenza di piccole realtà artigianali come quella fondata da George Bernard.
La difficoltà maggiore fu l’impossibilità di aggiornare la linea produttiva con l’introduzione dell’elettronica. I dispositivi Bernard, pur estremamente precisi e durevoli, erano ormai percepiti come anacronistici in un’epoca in cui il fotografo cercava rapidità, automazione e multifunzionalità. L’azienda tentò alcuni prototipi con elementi fotoconduttivi, ma non riuscì mai a portarli in produzione di serie.
Intorno al 1964, George A. Bernard, ormai prossimo al ritiro, decise di chiudere l’attività. Alcuni macchinari furono venduti ad altre officine tecniche, mentre parte dell’archivio tecnico venne donata al Photographic Engineering Department della Rochester Institute of Technology. Nonostante la chiusura, diversi strumenti Bernard continuarono a essere utilizzati per decenni, soprattutto nelle scuole e nei laboratori dove la fotografia analogica veniva ancora praticata secondo i metodi tradizionali.
Oggi, i prodotti Bernard rappresentano una testimonianza importante della fotografia tecnica americana del dopoguerra. Gli esposimetri meccanici sono ricercati dai collezionisti, mentre i filtri e i dispositivi da camera oscura sopravvivono in buone condizioni grazie alla qualità costruttiva e alla disponibilità di pezzi di ricambio. Alcuni musei e fondazioni universitarie ne conservano esemplari nei propri archivi, spesso corredati da manuali originali, schede di calibrazione e fotografie di laboratorio

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
Con una solida formazione accademica in storia dell’arte, ho sviluppato una profonda comprensione delle intersezioni tra fotografia, cultura e società. Credo fermamente che la fotografia non sia solo una forma d’arte, ma anche un potente strumento di comunicazione e un prezioso archivio della nostra memoria collettiva.
La mia esperienza si estende oltre la scrittura; curo mostre fotografiche e pubblico articoli su riviste specializzate. Ho un occhio attento ai dettagli e cerco sempre di contestualizzare le opere fotografiche all’interno delle correnti storiche e sociali.
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