Ottewill & Company fu una delle prime manifatture fotografiche inglesi attive nel XIX secolo, con sede a Londra, fondata da Thomas Ottewill, artigiano e imprenditore specializzato nella realizzazione di fotocamere a soffietto e accessori fotografici in legno. Attiva con certezza documentata sin dal 1857, l’azienda operò in un momento cruciale per lo sviluppo della fotografia, quando le innovazioni tecniche nel campo dell’ottica e della meccanica coincisero con un’esplosione della domanda per strumenti fotografici da parte di professionisti, dilettanti e studiosi della scienza.
Thomas Ottewill nacque intorno al 1820 e si formò inizialmente come ebanista e costruttore di strumenti scientifici. L’ingresso nel mondo della fotografia non avvenne in maniera casuale, ma come naturale prosecuzione di un percorso artigianale votato alla precisione meccanica e all’uso sapiente dei materiali lignei, in particolare mogano, palissandro e noce europeo, i tre legni più utilizzati nella costruzione di fotocamere dell’epoca. Il punto di svolta per l’attività di Ottewill fu la crescente popolarità del processo al collodio umido, tecnica dominante tra il 1851 e gli anni ’70 del XIX secolo. Questo metodo fotografico, benché complesso, rese necessaria la costruzione di apparecchiature robuste, precise e facilmente trasportabili: tutte caratteristiche che Ottewill seppe tradurre in soluzioni meccaniche ed estetiche di altissima qualità.
Le prime botteghe di Ottewill & Company furono situate a Charlotte Terrace, successivamente a St. John’s Wood e infine in Store Street, Bedford Square, tutte località londinesi strategicamente prossime ai quartieri più attivi in ambito scientifico e artistico. Questo posizionamento facilitò la stretta collaborazione con fotografi professionisti, scienziati e pionieri della Royal Photographic Society, per la quale Ottewill forniva anche apparecchiature su misura.
Caratteristiche tecniche delle fotocamere Ottewill
Le fotocamere prodotte da Ottewill & Company erano strumenti tecnicamente raffinati e dotati di soluzioni meccaniche innovative per l’epoca. Il corpo principale era realizzato in legno massello, lavorato a mano con giunzioni a coda di rondine, lucidato con gommalacca e assemblato con metalli non ferrosi come ottone lucidato, impiegato sia per le guide telescopiche del soffietto che per i sistemi di bloccaggio e regolazione. Le fotocamere erano costruite secondo lo schema field camera, caratterizzate da un telaio pieghevole, base inclinabile e sistema a soffietto, pensate per un uso sul campo in condizioni anche difficili.
Una delle innovazioni attribuite a Thomas Ottewill fu la realizzazione di un modello noto come “Camera for the Collodion Process”, disegnata espressamente per facilitare il montaggio e smontaggio rapido delle lastre umide. Questa fotocamera includeva un sistema a doppio dorso (detachable double back), con supporti intercambiabili per vetro e carta cerata, che consentiva una maggiore versatilità operativa. Il tiraggio del soffietto era controllato da due manopole con cremagliere in ottone che garantivano precisione millimetrica nella messa a fuoco, fondamentale per il processo al collodio in cui il piano focale doveva essere esatto al centesimo.
La regolazione dell’inclinazione verticale e orizzontale del piano pellicola, nota come “movimenti basculanti”, era un altro elemento distintivo nei modelli avanzati. Questi movimenti permettevano ai fotografi di correggere le linee prospettiche, particolarmente utile nella fotografia architettonica. Ottewill, precursore di queste applicazioni, contribuì in maniera sostanziale all’evoluzione delle camere tecnicamente orientate alla precisione scientifica.
I vetri smerigliati utilizzati da Ottewill come schermo di messa a fuoco erano di alta qualità e consentivano un’ottima visibilità anche in condizioni di luce moderata. I dorsi portapiastra erano dotati di serrature meccaniche brevettate per evitare infiltrazioni di luce durante il cambio della lastra.
Nel complesso, ogni fotocamera prodotta da Ottewill & Company si distingueva per una costruzione estremamente solida, un design funzionale ed elegante e per una qualità di finitura che oggi la rende particolarmente ricercata dai collezionisti e conservatori museali.
L’affermazione di Ottewill & Company nel panorama fotografico britannico e coloniale non fu solamente frutto della qualità artigianale delle sue camere, ma anche del rapporto stretto che Thomas Ottewill seppe instaurare con la comunità fotografica del tempo. È noto, da diverse fonti dell’epoca, che egli collaborò attivamente con figure eminenti della fotografia britannica come Roger Fenton, Francis Bedford e Samuel Bourne, fornendo strumenti personalizzati per spedizioni documentarie, campagne militari e viaggi coloniali.
Il successo commerciale dell’azienda si consolidò grazie a un’intelligente strategia di distribuzione che si appoggiava a negozi di strumenti ottici e empori scientifici attivi nel Regno Unito e nelle Indie britanniche. Molte delle fotocamere Ottewill furono spedite verso destinazioni remote come Calcutta, Ceylon e Australia, dove si registrava una crescente domanda da parte di fotografi topografici e botanici.
La capacità dell’azienda di fornire camere modulari, con accessori compatibili per diversi formati (dal quarter plate fino al whole plate, e in casi rari anche per il mammoth plate) era una caratteristica distintiva. Alcuni esemplari speciali erano forniti con supporti adattabili per obiettivi Voigtländer Petzval e Dallmeyer Rapid Rectilinear, dimostrando una precisa attenzione all’interoperabilità con i migliori sistemi ottici dell’epoca.
Uno degli aspetti meno noti, ma fondamentali, della produzione di Ottewill era l’attenzione agli accessori complementari: tavoli da sviluppo portatili, cavalletti a tre sezioni telescopiche, banchi ottici e scatole per il trasporto delle lastre al collodio. Ogni elemento era progettato per resistere agli urti, all’umidità e ai cambi di temperatura, condizioni frequentemente incontrate durante le spedizioni.
La reputazione dell’azienda era così elevata che nel 1862 Ottewill ricevette una menzione ufficiale all’International Exhibition di Londra, dove presentò un’intera linea di apparecchi fotografici per l’uso scientifico e militare. Anche se non vinse premi formali, la sua presenza fu notata da diversi osservatori tecnici, i quali lodarono l’ingegnosità e la robustezza dei suoi strumenti.
A partire dagli anni ’70 dell’Ottocento, la fotografia attraversò un’evoluzione rapida che segnò la fine dell’era pionieristica e artigianale. L’introduzione del gelatino-bromuro rese obsoleti i processi al collodio, e con essi molte delle apparecchiature pensate specificamente per quel contesto. Ottewill & Company, fondata su una logica di produzione manuale e su commissione, faticò ad adattarsi a un mercato che richiedeva strumenti più economici e standardizzati.
Il nome dell’azienda cominciò a scomparire dalle principali pubblicazioni e cataloghi tra il 1875 e il 1885, anche se alcuni strumenti marcati “Ottewill” continuarono ad apparire sul mercato dell’usato fino ai primi del Novecento. Non è noto se l’attività sia stata ceduta o semplicemente dismessa. È però documentata l’esistenza, nel 1878, di un certo “J. Ottewill”, probabilmente un discendente o collaboratore, operante come costruttore di telecamere in Kensington.
Oggi, gli esemplari originali prodotti da Ottewill & Company sono considerati pezzi da museo. Numerosi esemplari sono conservati in collezioni prestigiose come il Science Museum di Londra, il Royal Photographic Society Collection e il George Eastman Museum di Rochester. Il valore commerciale di una camera Ottewill ben conservata può superare le 10.000 sterline, specialmente se accompagnata da documentazione originale e accessori coevi.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
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