Société Optique et Précision de Levallois (comunemente nota come Optische Anstalt E. Suter) occupa un posto di rilievo nella storia dell’industria fotografica svizzera e mondiale, essendo stata una delle prime aziende di grande scala nel settore cameristico e delle ottiche. Dalla sua fondazione nel 1878 a Basel da parte di Emil Suter, la società sviluppò una gamma di lenti e camere altamente tecniche, destinate sia alla fornitura all’ingrosso per costruttori internazionali sia alla produzione di propri modelli distintivi. Il costante perfezionamento dei processi di lavorazione del metallo e del vetro, insieme all’adozione precoce di progettazioni multicomponenti e trattamenti anti-riflesso, rese i prodotti Suter competitivi nei vari mercati europei e d’oltreoceano. Il presente articolo ne ripercorre la storia tecnica, suddivisa in quattro fasi fondamentali, evidenziando brevetti ottici, metodi di produzione, schemi di lenti e linee di fotocamere, fino alla sua chiusura nel 2005.
Fondazione e Prime Produzioni (1878–1900)
Nel 1878 Emil Suter inaugurò a Basel la Optische Anstalt E. Suter, stabilendo la prima grande fabbrica di fotocamere e ottiche in Svizzera. L’istituto ottico puntò fin dall’inizio sull’uso di ottone tornito per i barilotti delle lenti e su processi di galvanica di precisione per i trattamenti superficiali, stabilendo tolleranze dimensioni entro ±0,02 mm. Le prime linee di prodotto comprendevano lenti Anastigmat a tre elementi e camere da grande formato con piani inclinabili, concepite per applicazioni di studio e fotografia architettonica. Per garantire uniformità ottica, ogni lente passava attraverso un telaio di prova dotato di collimateur e interferometro di Foucault, misurando aberrazioni fino a 1/10 di λ.
Suter offriva anche accessori per cinematografo emergente, come proiettori a lanterna magica modificati per pellicole celluloide, grazie alla collaborazione con fabbriche di lamiera locale per costruire modelli robusti. Sul fronte della ricerca, l’azienda brevettò nel 1890 un trattamento antiriflesso a strati doppi basato su ossidi metallici, riducendo la perdita di luce al 2 % per superfice. Questa innovazione venne rapidamente adottata nei propri obiettivi di medio formato, distinguendo Suter dai concorrenti che ancora utilizzavano lenti non trattate.
La distribuzione iniziale si affidò a fornitori storici quali Mackenstein di Parigi, Ica in Germania e Murer & Duroni in Italia, che montavano lenti Suter su shutter Thornton-Pickard e Ross, garantendo una diffusione capillare in Europa. Il rapido incremento della domanda permise all’azienda di espandere lo stabilimento, installando linee di tornitura automatica per la produzione di elementi in ottone e macchine di molatura ottica CNC-primitivo per i vetri crown e flint.
Evoluzione delle Ottiche e Brevetti (1900–1930)
Con l’ingresso nel XX secolo, Optische Anstalt E. Suter intensificò la ricerca sugli schemi multicomponenti, presentando nel 1900 il proprio brevetto per una lente E.Suter eight-element two-group design, progettata per correggere simultaneamente aberrazioni sferiche e cromatiche su ampio spettro visibile. Questa ottica, montata su shutter Compur Synchro, raggiungeva un’apertura massima f/4,5 e una nitidezza paragonabile alle migliori concorrenti tedesche.
Parallelamente, l’azienda sviluppò il Rapid Aplanat e il Aplanat B, due linee di lenti rapide (f/6,3–f/8) destinate a camere da studio portatili e al fotogiornalismo pionieristico. Le innovazioni includevano bagni di silice colloidale per ottenere superfici più levigate e il montaggio su waterhouse stop per consentire aperture intermedie senza smontare l’obiettivo. Un catalogo del 1911 elencava le varianti “Standard Model A–D” con formati di inquadratura e prezzi precisi (ad es. Model C: 3½×2½” a 32 £).
Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale fece convergere le risorse sull’ottica bellica, con progetti di prismi per binocoli e collimatori a prismi Pechan montati in carcasse resistenti a temperature estreme . L’esperienza bellica portò all’introduzione di vetri a bassa dispersione, sviluppati internamente per CNRS, che vennero successivamente impiegati nelle versioni civili post-1920, migliorando la resa dei colori e il contrasto .
Nel 1913 Suter si trasformò in società per azioni (Optische Anstalt E. Suter AG), predisponendo la quotazione in borsa e consentendo ingenti investimenti in reparti di ricerca, compreso un laboratorio per l’analisi spettroscopica delle emulsioni fotografiche.
Linee di Fotocamere e Cataloghi (1930–1960)
La fase tra gli anni Trenta e Sessanta vide l’espansione del catalogo Suter con una serie di fotocamere proprietarie, in particolare la gamma Reisekamera (formati 13×18 cm e 18×24 cm) destinata a fotografi di viaggio, equipaggiate con soffietti in ottone cromato e otturatori di precisione Suter Rapid. Il modello Swiss-Box, una box camera robusta, sfruttava corpi in lega di magnesio e soffietti impermeabili progettati per condizioni alpine, premiando parecchie spedizioni documentate fino al Polo.
Il Detectiv Magazin introdusse un prisma reflex per fotogiornalisti, consentendo riprese rapide da cintura, con ottiche semi-anteriore f/4,5 e tempi variabili su sportello rotante. Il nome “Detectiv” divenne sinonimo di rapidità ed ergonomia, un segmento di nicchia in cui Suter primeggiava fino all’avvento delle 35 mm giapponesi.
Cataloghi dal 1902 al 1950 includono più di 30 modelli diversi, dai tascabili Liliput e Minuscule fino alla stereo Colibri e Nanna, con montaggi a coppia calibrati a 65 mm di base stereoscopica. Ciascun catalogo era corredato da dati tecnici completi: schema ottico, diametro di estrazione pupillare, fattore di calcolo DOF, massa e rigidezza del soffietto, offrendo dettagli rari per l’epoca.
La Polyscope Suter (anni ’50) impiegava un innovativo otturatore elettronico a lamelle in acciaio dorato, sincronizzato a un flash Xenon-impulso, riducendo il tempo minimo di posa a 1/1000 s e aprendo la strada a riprese in luce artificiale senza vibrazioni.
Produzione Moderna e Chiusura (1960–2005)
Gli anni Sessanta portarono la competizione delle fotocamere a telemetro e reflex giapponesi, spingendo Suter a rinnovare le proprie linee civili con la Faltkamera 10×15 e le compatte Mignon, dotate di shutter Prontor-Supern e lenti MC, ma la mancanza di grandi volumi produttivi limitò l’impatto commerciale. L’adozione tardiva delle tecnologie elettroniche, come esposimetri TTL e motori di avanzamento, penalizzò ulteriormente l’azienda.
Durante gli anni Ottanta e Novanta, Suter continuò a produrre lenti di nicchia, come l’Apochromatic Waterhouse Stop destinato a microscopia e astro-fotografia, grazie ai reparti di vetro con indice di rifrazione a 1,85 e dispersione 30 ppm sviluppati per osservatori astronomici. Questi prodotti rimasero richiesti fino alla chiusura, offrendo prestazioni paragonabili alle bestie apocromatiche di Zeiss e Leitz.
Il 2005 segnò la fine di oltre 125 anni di attività, con la liquidazione dello stabilimento di Basel e la dispersione degli archivi tecnici presso musei svizzeri. Il patrimonio di brevetti e strumenti di misura fu acquisito dall’Università di Basilea per lo studio di tecniche ottiche storiche. Oggi i collezionisti ricercano le macchine e le lenti Suter per la loro costruzione solida, il trattamento multicouche e l’ingegneria di precisione che le contraddistinse.