Fino a questo punto, la guerra fotografica fa oriente e occidente (o meglio tra Germania e Giappone) era tutta a favore della Germania, dove i prodotti delle varie Rollei, Zeiss, Agfa, Exakta e Leitz erano considerati inarrivabili dalle macchine realizzate in Giappone (più spesso considerate delle brutte copie). La storia però cominciò a cambiare (anche se un vero sorpasso lo si ebbe solo negli anni ’70), soprattutto perché nel 1950 la Nikon divenne una sorta di eccellenza nell’ambito delle ottiche: il fotografo americano David D. Duncan, infatti, ebbe l’idea di montare obiettivi Nikkor su fotocamere Leica. Il risultato fu straordinario in quanto a resa dell’apparecchio ibrido. Sempre nel 1950 vide la luce la più importante (tutt’ora) fiera della fotografia: il Photokina. Nacque inoltre la Tamron.
Nei successivi otto anni ci furono parecchie migliorie apportate sia alle macchine fotografiche che alle ottiche e alle pellicole ma nessuna vera e propria rivoluzione. Possiamo ricordare per esempio la Exakta Varex (reflex a mirini intercambiabili), la Praktina FX (attacco a baionetta, mirini intercambiabili e spazio per una pellicola lunga 17 metri), la Hasselblad 500C (famosa per essere stata usata dalla NASA durante le sue missioni spaziali), la nascita delle ottiche grandangolari (ad opera del francese Pierre Agnenieux) nonché di una grandissima varietà di pellicole a differenti ISO, in grado di catturare immagini anche in presenza di poca luce.
Nel periodo compreso tra il 1950 e il 1958, seppur con sviluppi talvolta considerati “marginali”, il mondo della fotografia vide l’emergere di diverse innovazioni tecnologiche. Questi anni furono caratterizzati da progressi che, pur potendo sembrare relativamente modesti rispetto a successivi balzi in avanti, contribuirono significativamente all’evoluzione della fotografia.
Un esempio di tali progressi fu l’introduzione della Exakta Varex, un’importante reflex 35mm di origine tedesca. Questa macchina fotografica si distinse per essere dotata di mirini intercambiabili, aprendo la strada a un nuovo livello di personalizzazione e flessibilitĂ nell’esperienza fotografica. I fotografi potevano ora adattare il mirino alle loro preferenze o alle esigenze specifiche dello scatto.

Nel 1952 venne introdotta la prima fotocamera reflex monobiettivo Asahi Pentax. Questa innovazione segnò un passo significativo nell’evoluzione delle fotocamere reflex a obiettivo singolo, aprendo la strada a nuove possibilitĂ creative per i fotografi. Con la sua introduzione, la fotografia entrò in una nuova era in cui la tecnologia avanzata avrebbe continuato a ridefinire il mondo della cattura delle immagini.
Nel panorama delle innovazioni, la Praktina FX, un’altra creazione tedesca, ebbe un impatto significativo. Questa macchina fotografica introdusse un sistema di ottiche con attacco a baionetta, una soluzione che semplificò e velocizzò il cambio delle lenti. Questo passo avanti si rivelò fondamentale per agevolare la creativitĂ dei fotografi e la loro capacitĂ di adattarsi a diverse situazioni di scatto.
Un’altra caratteristica distintiva della Praktina FX fu la possibilitĂ di intercambiare mirini, ampliando ulteriormente le opzioni a disposizione dei fotografi per comporre le loro immagini. Inoltre, la macchina presentava un dorso capace di ospitare pellicole da ben 17 metri, consentendo la registrazione di un maggior numero di scatti prima di dover sostituire il rullino.
CuriositĂ : Nel novembre del 1952, ci fu la première di “Bwana Devil”, un film a basso costo girato in 3D polarizzato. Questo evento segnò l’inizio di una breve frenesia legata al 3D, che prese slancio nel 1953 e andò poi scemando nel corso del 1954.
Il 1959 fu un anno fondamentale per la fotografia. Fu infatti presentata la Nikon F: una reflex professionale dotata di mirini intercambiabili, ottiche intercambiabili con innesto a baionetta Nikkor, un pulsante di anteprima della profonditĂ di campo, la capacitĂ di bloccare lo specchio, un grande pulsante di rilascio dell’obiettivo, un otturatore a tendina in lamina di titanio, diversi tipi di sincronizzazione del flash, una leva di riavvolgimento rapido, una parte posteriore completamente rimovibile, motore elettrico per il trascinamento della pellicola ed un prezzo decisamente piĂą basso della concorrenza tedesca (186 dollari fu il suo prezzo di lancio negli Stati Uniti, obiettivo compreso). Forte della notorietĂ delle ottiche Nikkor sul mercato americano, la Nikon F fu piĂą di un successo (tanto che finì anche in un film di Antonioni, Blow Up), tanto da decretare la fine della supremazia europea (o meglio tedesca) nell’ambito Reflex.
CuriositĂ : L’acronimo “F” nella Nikon F deriva dalla parola “re-f-lex”, poichĂ© la pronuncia della prima lettera “R” non è presente in molte lingue asiatiche. Questa scelta linguistica testimonia l’attenzione e la considerazione di Nikon verso un pubblico globale. Tale tradizione è stata mantenuta nel corso degli anni fino all’introduzione delle fotocamere digitali Nikon D1, diverse decadi dopo, che segnarono un nuovo capitolo nella continua evoluzione della tecnologia fotografica Nikon.
Nel medesimo anno, una serie di importanti sviluppi segnò il panorama fotografico. La Voigtländer lanciò il primo obiettivo zoom, un 35.83mm con apertura f/2.8, aprendo nuove prospettive creative. Nel frattempo, l’esplorazione spaziale fece un passo avanti quando la sonda Lunik III catturò e inviò sulla Terra la prima immagine della faccia nascosta della Luna, aprendo una finestra sull’universo finora inesplorato.
L’innovazione continuò con l’introduzione da parte di Olympus di una serie di macchine fotografiche compatte in “mezzo formato” (18x24mm) con il nome di “Pen“. Questi modelli compatti offrivano una combinazione di versatilitĂ e qualitĂ fotografica, catturando l’attenzione degli appassionati di fotografia. Nel frattempo, Canon lanciò sul mercato la sua reflex 35mm, la Canonflex, che rappresentava un passo avanti significativo nel mondo delle fotocamere reflex.
Parallelamente, fu fondata l’azienda Kyocera, contribuendo ulteriormente alla diversificazione e all’espansione del settore fotografico. L’anno in questione non solo vide l’innovazione tecnologica, ma anche la crescita e l’evoluzione del mercato, con nuovi attori e nuove idee che contribuirono a modellare il futuro della fotografia.
Sempre nel 1959, AGFA fece un passo rivoluzionario introducendo la prima fotocamera completamente automatica, chiamata Optima. Questa innovazione segnò un importante punto di svolta nel mondo della fotografia, in quanto la fotocamera poteva gestire in modo autonomo molti aspetti del processo di scatto. La fotocamera Optima rappresentò un’anteprima delle tecnologie automatiche che sarebbero diventate sempre piĂą diffuse negli anni successivi, contribuendo a semplificare l’esperienza fotografica per gli utenti e aprendo nuove strade creative nell’arte della fotografia.
Nel 1959, un evento di notevole rilevanza si verificò nell’esplorazione spaziale quando la sonda sovietica Lunik III catturò la prima fotografia della faccia nascosta della Luna. Anche se la qualitĂ dell’immagine era ancora limitata, questa pionieristica fotografia aprì una finestra su un mondo finora inesplorato e suscitò un grande interesse nell’osservazione del nostro satellite naturale da diverse prospettive.
Nel 1960, l’industria fotografica vide importanti sviluppi. La Canon presentò la R2000, una reflex che fu insignita del titolo di macchina piĂą veloce del mondo, ribattezzata Canonflex. La capacitĂ di scattare a una velocitĂ di 1/2000 di secondo rappresentava un notevole balzo in avanti nella tecnologia delle fotocamere di quel periodo. Questa innovazione consentiva ai fotografi di catturare momenti in movimento con una precisione mai vista prima, aprendo nuove possibilitĂ creative.
Nello stesso anno, la Nippon Kogaku diede origine a un altro tipo di fotografia innovativa con il lancio della prima macchina fotografica subacquea, chiamata Nikonos. Questa fotocamera permetteva ai fotografi di esplorare il mondo sottomarino e catturare immagini straordinarie nelle profonditĂ dell’oceano. La Nikonos, grazie all’acquisizione del brevetto della Calypso dalla francese Spirotechnique, divenne un simbolo di avventura e scoperta, aprendo nuove prospettive per gli appassionati di fotografia subacquea.
Nel 1961 nacque la Sigma. E l’anno successivo le macchine fotografiche lasciarono la terra: nel 1962, durante una missione spaziale storica, una fotocamera Minolta Hi-Matic fu lanciata nello spazio a bordo della capsula spaziale di John H. Glenn, un astronauta e aviatore americano di grande rilievo. Tuttavia, è importante notare che, a causa di questioni di nazionalità e di riconoscimento, la fotocamera fu ribattezzata Ansco in quanto non era possibile usare tecnologia non americana durante la missione spaziale.
Il 1962 è una data particolare per la fotografia in quanto nasce qualcosa che non è propriamente fotografia: l’olografia.
L0olografia è un’idea completamente nuova relativa alla creazione di immagini. Un ologramma (dal greco holos e gramma) è un’immagine tridimensionale che appare su una pellicola o un vetro che è stato rivestito di emulsione fotografica ed esposto alla luce laser riflessa da un oggetto. Per produrre un ologramma, il raggio laser deve essere diviso in due parti da un beam splitter (specchio parziale). Uno specchio completo dirige un raggio verso l’oggetto mentre l’altro, noto come raggio di riferimento, è diretto da un altro specchio verso la superficie dell’emulsione sulla quale verrĂ registrata l’immagine. Nella zona in cui la luce del fascio di riferimento e la luce dell’oggetto si incontrano, espongono un modello di linee (frange di interferenza) che formeranno l’immagine dopo l’elaborazione fotografica dell’emulsione. L’ologramma diventa visibile quando viene illuminato dalla stessa direzione del fascio di riferimento originale. Esistono due tipi principali di ologramma: la trasmissione e la riflessione. Gli ologrammi a trasmissione sono illuminati sia da sorgenti di luce laser che da sorgenti di luce bianca situate dietro o sotto la superficie dell’emulsione. Gli ologrammi a riflessione diventano visibili quando la luce bianca rimbalza sulla superficie dell’emulsione.
L’olografia si basa sugli esperimenti di ricostruzione dei fenomeni ottici condotti dallo scienziato ungherese Dennis Gabor nel 1947 (premio Nobel nel 1971) e sull’invenzione nel 1960 di un nuovo dispositivo per la manipolazione della luce noto come laser. Nel 1962 Emmett Leith e Juris Upatnieks negli Stati Uniti e Yuri Denisyuk in Unione Sovietica inventarono in modo indipendente le tecniche di registrazione su lastre fotografiche dell’immagine di oggetti illuminati da raggi laser. Le tecniche olografiche hanno subito svariate evoluzioni, tra cui la possibilitĂ del colore (quindi ologrammi a colori) grazie agli scienziati Stephen Benton e Denisyuk. Gli ologrammi hanno trovato un uso pratico nella scansione di formazioni di terra e nella localizzazione di resti archeologici sepolti, nella pubblicitĂ , nelle misurazioni scientifiche e ottiche e nella produzione di modelli a tre dimensioni di oggetti industriali, edifici e cellule umane. Sono inoltre in fase di studio come metodo per un’efficiente archiviazione dei dati e per la creazione di immagini cinematografiche e televisive a tre dimensioni. Inoltre, artisti negli Stati Uniti, in Europa orientale, Giappone, Inghilterra e Australia hanno sperimentato gli ologrammi come mezzo di espressione artistica personale. E ovviamente sono l’anima di tutti i film Sci-fi, quali le saghe di Star Trek e di Star Wars.
Nel corso dell’anno 1963, il panorama fotografico subì importanti cambiamenti e sviluppi che avrebbero influenzato il modo in cui le persone scattavano e sperimentavano fotografie. In quel periodo, molte aziende introdussero innovazioni significative che avrebbero plasmato il futuro della fotografia.
Una delle novitĂ piĂą rilevanti di quell’anno fu il lancio del sistema Instamatic da parte di Kodak. Questo sistema innovativo semplificò notevolmente il processo di caricamento dei rullini nelle macchine fotografiche. Basato su un rullino fotografico inserito in una cartuccia, il sistema Instamatic rese l’uso delle fotocamere piĂą accessibile e conveniente per un pubblico piĂą ampio. Questa innovazione contribuì a diffondere ulteriormente la pratica della fotografia tra le persone di tutto il mondo.
Nel frattempo, Canon, l’azienda giapponese leader nel settore, stava giĂ sperimentando tecnologie all’avanguardia. Nel 1963, la Canon creò un prototipo di macchina fotografica in grado di mettere a fuoco in modo automatico. Tuttavia, in modo ironico, questo prototipo fu inizialmente considerato privo di futuro e fu messo temporaneamente da parte. Questo esperimento, però, avrebbe avuto un impatto duraturo sulla futura evoluzione delle macchine fotografiche automatiche.
Nello stesso anno, fece il suo ingresso nel mercato la pellicola a sviluppo istantaneo Placolor, che in seguito sarebbe stata utilizzata nelle celebri fotocamere Polaroid. Questa tecnologia permise agli utenti di ottenere immediatamente le proprie foto, eliminando la necessitĂ di dover attendere il processo di sviluppo tradizionale.
La TopCon RE Super fu un’altra rivoluzione del 1963, rappresentando la prima reflex 35mm dotata di esposimetro a esposizione attraverso il mirino (TTL). Questa caratteristica permetteva ai fotografi di visualizzare con precisione come sarebbe stata l’immagine finale, fornendo un nuovo livello di controllo creativo durante la composizione delle foto.
Infine, Olympus fece il suo ingresso nel panorama con la Pen F, una fotocamera reflex in grado di produrre immagini in formato medio su pellicola 35mm, sia in modalità manuale che semiautomatica. Questa fotocamera contribuì a ridurre la distinzione tra formati fotografici, aprendo nuove possibilità creative per i fotografi. Sempre nel 1963 vide la luce il primo obiettivo Fisheye, ad opera di Nikkor.
Il 1964 fu uno degli ultimi anni in cui i produttori europei riuscirono a proporre qualcosa di innovativo. In particolare, la Voigtländer presentò una reflex dotata di flash elettronico incorporato. Tuttavia, l’idea di incorporare un flash elettronico si rivelò piĂą ambiziosa e costosa del previsto, portando alla mancata affermazione del prodotto sul mercato. Nonostante il tentativo di innovare, il costo eccessivo del flash incorporato ne limitò la diffusione e il successo, facendolo di fatto fallire.
Nello stesso anno, a titolo di curiositĂ , fu immessa sul mercato anche la macchina fotografica HallelblDC. Questo particolare dispositivo fotografico fu utilizzato da Neil Armstrong per catturare immagini del suolo lunare durante la storica missione Apollo 11. L’uso di una macchina fotografica in uno scenario così unico come la Luna rappresentò un esempio straordinario di come la tecnologia fotografica potesse contribuire a catturare momenti epocali e sconosciuti fino ad allora.
Ancora nel 1964 fu la volta della Pentax Spotmatic, una delle fotocamere reflex a lente singola (SLR) piĂą iconiche degli anni ’60 e ’70. Introdotta come detto nel 1964, il modello originale, chiamato Pentax Spotmatic SP, è stato il primo della serie Spotmatic di macchine fotografiche SLR prodotte da Asahi Optical Co., Ltd., che in seguito sarebbe diventata nota come Pentax Corporation.
La Pentax Spotmatic è stata una pietra miliare nell’evoluzione delle fotocamere reflex a lente singola, in quanto ha introdotto alcune caratteristiche innovative per l’epoca come il Sistema a esposizione automatica (utilizzava un sistema di esposizione attraverso il pentaprisma (TTL), che permetteva ai fotografi di vedere direttamente attraverso l’obiettivo la scena come sarebbe stata registrata sulla pellicola), Obiettivi intercambiabili (innesto a vite), sistema di misurazione dell’esposizione (presentava un indicatore dell’esposizione visibile nel mirino, che aiutava i fotografi a ottenere l’esposizione corretta in base alle condizioni di illuminazione).
Nel 1965, l’industria fotografica vide l’introduzione di alcune fotocamere che presentavano caratteristiche innovative e uniche. Due di queste furono la Konica Autoreflex e la Polaroid Swinger.
La Konica Autoreflex è stata una fotocamera che ha attirato l’attenzione per la sua esposizione automatica. Questo sistema consentiva alla fotocamera di determinare automaticamente le impostazioni dell’esposizione in base alle condizioni di luce. Questo rappresentò un passo avanti nel semplificare il processo di scatto per i fotografi, permettendo loro di concentrarsi maggiormente sulla composizione e la cattura dell’immagine desiderata.
La Polaroid Swinger fu un esempio unico di innovazione nella fotografia istantanea. Caratterizzata dalla scritta “YES” o “NO” che appariva nel mirino, questa fotocamera indicava se la luce ambiente fosse sufficiente per scattare la foto istantanea. Questo approccio semplificò ulteriormente il processo di scatto istantaneo, offrendo un riscontro visivo immediato sulla fattibilitĂ del fotogramma. La Polaroid Swinger ebbe successo nel mercato e divenne una scelta popolare per chi cercava un modo veloce e semplice per ottenere stampe istantanee.