Fondata negli Stati Uniti durante gli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, Croma Inc. fu una di quelle aziende minori che seppero intercettare un preciso bisogno del mercato fotografico americano in fase di espansione: l’accessibilità e l’efficienza nella fotografia amatoriale e semi-professionale, senza competere direttamente con i colossi dell’epoca come Kodak, Argus o Graflex. La datazione precisa della nascita dell’azienda non è facilmente reperibile, ma le sue prime fotocamere commercializzate compaiono su cataloghi e riviste specializzate tra il 1947 e il 1950, confermando una fondazione collocabile con buona probabilità nel biennio 1946–47.
Croma Inc. si presentava al mercato come una ditta dinamica, intenta a fornire soluzioni compatte, funzionali e robuste, puntando su apparecchi adatti al grande pubblico e su un design essenziale ma riconoscibile. Nonostante non abbia mai raggiunto una diffusione su scala mondiale, ebbe un discreto successo in alcune regioni degli Stati Uniti, dove si fece apprezzare per l’affidabilità meccanica e il prezzo contenuto dei suoi modelli.
L’offerta tecnica di Croma Inc. si fondava su una produzione razionale e ottimizzata di pochi modelli, ma ben progettati. Le fotocamere Croma erano principalmente macchine a rullino 127 e 120, pensate per un pubblico familiare o per hobbisti avanzati, e costruite in lega leggera pressofusa, un materiale che consentiva un buon compromesso tra peso ridotto e robustezza. L’approccio produttivo dell’azienda era evidentemente influenzato dalla disponibilità industriale dell’immediato dopoguerra: molti dei componenti ottici e meccanici derivavano da forniture belliche riconvertite all’uso civile, una pratica comune in molte ditte minori dell’epoca.
Tra le caratteristiche più apprezzate delle macchine Croma, vi era la semplicità costruttiva abbinata a buone prestazioni ottiche, grazie all’impiego di obiettivi a tre o quattro elementi, spesso di fabbricazione esterna (come Wollensak o Ilex). Gli otturatori erano generalmente centrali a lamelle con tempi di scatto compresi tra 1/25 e 1/200 di secondo, talvolta integrati con la posa B, e montati su innesti filettati che consentivano l’eventuale sostituzione o la regolazione autonoma da parte degli utenti esperti.
Alcuni modelli includevano anche mirini a traguardo semplice o reflex a specchio fisso non pentaprisma, segno che l’azienda tentava di seguire l’evoluzione tecnologica senza tuttavia lanciarsi in soluzioni costose o ingegneristicamente troppo complesse.
La distribuzione delle fotocamere Croma avveniva prevalentemente attraverso cataloghi postali, negozi di elettronica e materiale fotografico, e in parte tramite catene di distribuzione di beni di consumo come Montgomery Ward e Sears Roebuck. Questo canale di vendita rifletteva perfettamente la mission dell’azienda: offrire fotocamere di qualità accettabile a una clientela non professionale ma esigente, evitando i costi e i margini più stretti imposti dalla grande distribuzione fotografica.
Il mercato principale era quello statunitense, in particolare la fascia medio-bassa dell’utenza, ma esistono testimonianze di esportazioni occasionali verso il Canada, il Sud America e, in misura minore, alcuni paesi dell’Europa occidentale. Nonostante l’assenza di una vera rete di rappresentanza all’estero, le macchine Croma compaiono in alcune collezioni museali europee e nelle pagine di riviste tedesche e francesi dell’epoca, segno di una visibilità marginale ma reale fuori dagli Stati Uniti.
Il prezzo medio di una fotocamera Croma si aggirava attorno ai 15–25 dollari, una cifra accessibile ma superiore ai modelli completamente in bakelite o privi di controlli manuali. Questo posizionamento ibrido – tra il puro amatoriale e l’entry-level evoluto – fu probabilmente uno dei fattori che ne limitarono l’espansione su larga scala, ma anche una delle ragioni della fidelizzazione di una nicchia di appassionati.
Produzione, Modelli Noti e Declino
Il catalogo Croma non fu mai molto esteso. I modelli noti si limitano a due o tre varianti principali, tra cui si possono annoverare:
una Croma Standard a rullino 127, con obiettivo fisso e messa a fuoco a zone,
una Croma Reflex 120, a mirino reflex semplificato e ottica intercambiabile,
un rarissimo modello prototipale (mai entrato in produzione su larga scala) a pellicola 35mm, ispirato alle linee delle Leica IIIc ma semplificato nella componentistica interna.
Non è chiaro se Croma Inc. abbia fabbricato internamente ogni parte delle sue fotocamere o se si sia affidata in parte a componentistica di terze parti, come sembra suggerire la ricorrenza di ottiche e otturatori già in uso presso altre marche americane. È però certo che l’assemblaggio e la progettazione complessiva fossero gestite internamente, presumibilmente in uno stabilimento situato nella costa orientale, forse nello stato di New York o nel New Jersey.
La scomparsa dell’azienda è avvenuta in modo graduale. Già verso la metà degli anni ’50 la presenza Croma nei cataloghi si riduce drasticamente, mentre non risultano più annunci pubblicitari né nuove produzioni dopo il 1956. Probabilmente la pressione della concorrenza giapponese, unita all’incapacità di innovare tecnologicamente, determinò la cessazione dell’attività. Non si hanno notizie di acquisizioni o fusioni: è plausibile che l’azienda sia semplicemente cessata per esaurimento del mercato e dei capitali.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
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