La storia di Taylor Hobson inizia nel 1886 nella città di Leicester, in Inghilterra, quando i fratelli William Taylor e Thomas Smithies Taylor decisero di unire le loro competenze tecniche per dare vita a una piccola officina dedicata alla produzione di lenti fotografiche. Il più giovane dei due, William, aveva già maturato una notevole abilità nell’ingegneria ottica, mentre Thomas era un abile artigiano con una solida preparazione in meccanica di precisione. Nel 1887 si unì al progetto Herbert William Hobson, che apportò una visione commerciale efficace, trasformando l’officina in Taylor, Taylor & Hobson. Questo passaggio segnò la transizione da un laboratorio artigianale a una realtà industriale con ambizioni internazionali.
Fin dai primi anni di attività, la nuova impresa si distinse per l’adozione di metodi di produzione su base scientifica, basati sul principio che non aveva senso realizzare un prodotto senza misurarlo con precisione. Questo approccio spinse William Taylor a progettare internamente apparecchiature per il controllo qualità, anticipando di mezzo secolo la diffusione dei moderni strumenti di metrologia ottica. Già nel 1893 la ditta realizzò sotto licenza i primi Cooke Triplet, prodotti in accordo con la T. Cooke & Sons di York, contribuendo a definire nuovi standard di correzione delle aberrazioni cromatiche.
Nel corso del primo decennio del Novecento, Taylor Hobson allargò la propria offerta includendo macchine per incisione e utensili di alta precisione, ma fu soprattutto nella realizzazione di ottiche cinematografiche che raggiunse una posizione di vertice mondiale. Le lenti prodotte per l’industria del cinema americano venivano realizzate su disegni proprietari e venivano sottoposte a rigorosi test di transmittanza spettrale e uniformità di campo, essenziali per le grandi pellicole in uso nei migliori studi di Hollywood.
Nel primo conflitto mondiale l’azienda mise a frutto le proprie competenze realizzando ottiche per ricognizione aerea, strumenti che richiedevano tolleranze del decimo di micron per garantire precisione di messa a fuoco a centinaia di metri di distanza. Queste esperienze affinarono le metodologie di levigatura e lucidatura del vetro ottico, accelerando lo sviluppo delle prime macchine per il taglio e l’assemblaggio automatizzato degli elementi. Alla fine della guerra la rapida domanda di lenti per applicazioni scientifiche e medicali permise a Taylor Hobson di consolidare la propria posizione e di investire in un grande stabilimento su Stoughton Street, ancora oggi sede principale dell’azienda.
Innovazioni nella metrologia ottica: Talysurf e Talyrond
Negli anni Quaranta, guidata dalla convinzione di William Taylor che ogni lente dovesse essere misurata con strumenti altrettanto precisi, Taylor Hobson intraprese il percorso che la avrebbe resa un punto di riferimento globale nella misura delle superfici. Nel 1941 venne introdotto il Talysurf 1, primo profilometro in grado di rilevare con continuità le asperità e le forme di una superficie, utilizzando uno stilo di contatto ad alta sensibilità e un avanzamento motorizzato di precisione sub-micrometrica. A differenza dei metodi fino ad allora disponibili, il Talysurf consentiva di ottenere curve di profilo capaci di descrivere sia la rugosità sia la forma su scale di pochi millimetri.
Il successo del Talysurf derivò dalla combinazione di un sistema di guida lineare a ricircolo di sfere, che garantiva minima resistenza e massima ripetibilità, e di una trasmissione a vite a passo tensimetrico, capace di risolvere movimenti inferiori a 0,01 µm. Il forometro risultante non solo stabilì un nuovo standard industriale per la certificazione delle tolleranze, ma divenne anche strumento irrinunciabile per le officine meccaniche di fascia alta, dove la verifica del profilo di alberi, gole e superfici di tenuta era critica per il corretto funzionamento di pompe, ingranaggi e cuscinetti.
Nel 1949 Taylor Hobson completò la sua offerta con il Talyrond 1, primo strumento al mondo dedicato esclusivamente alla misura della rotondità e della cilindricità. Mediante un mandrino di sostegno motorizzato e un braccio di misura con sensore a contatto, fu possibile analizzare la deviazione di un cerchio ideale attorno a un asse di rotazione con precisioni superiori a 0,1 µm. Il sistema di acquisizione dei dati, basato su una tastatura meccanica e un registratore a bobina, veniva poi elaborato per ricavare curve di scostamento e indicatori di forma conformi alle norme internazionali.
Questi strumenti rappresentarono una svolta epocale: fino ad allora, la metrologia era limitata a misure puntuali con comparatori ottici o a vernieri digitali; con Talysurf e Talyrond nacque la possibilità di ottenere mappe complete di superfici e cilindri, aprendo la strada a una nuova disciplina tecnicamente complessa e altamente specialistica, la surface and form metrology, di cui Taylor Hobson fu precursore indiscusso.
Evoluzione tecnologica tra anni Sessanta e Ottanta
Il rapido sviluppo industriale del dopoguerra portò Taylor Hobson a diversificare e perfezionare ulteriormente i propri apparati di misura. Nel 1965 la gamma Surtronic introdusse il concetto di rugosimetro portatile, grazie a uno stilo con skid di appoggio che consentiva la rapida valutazione della sola componente di rugosità senza misurare forma e waviness. Tale soluzione, pur semplificando l’analisi, mantenne un grado di ripetibilità sufficiente per operazioni di controllo qualità direttamente in linea di produzione.
Nel 1966 il TalyStep divenne strumento di riferimento per l’industria dei semiconduttori, offrendo misure di dislivello tra superfici con forze di contatto inferiori a 0,1 mN e risoluzione sotto il nanometro. Questo fu reso possibile dall’adozione di trasduttori induttivi di Hall e dall’integrazione di motori passo-passo con encoder ottico, elementi che avrebbero definito lo sviluppo dei profilometri a scansione meccanica per i decenni successivi.
La fine degli anni Settanta vide l’introduzione del Form Talysurf, macchinario in grado di combinare la gamma di misura di diversi millimetri con la risoluzione nanometrica, grazie a un telaio in ghisa sferoidale e guide in granito. L’adozione di rivestimenti antivibranti e di camere climatiche per simulare condizioni ambientali estreme rese questo strumento ideale per applicazioni aerospaziali e navali, dove la precisione di forma su componenti di grande formato era cruciale.
Contemporaneamente, la società brevettò nuovi vetri di riferimento per calibrare gli strumenti, prodotti con tecniche di fusione sotto vuoto e tempera controllata, in modo da garantire proprietà dimensionali stabili nel lungo termine. La combinazione di metodologie avanzate di analisi statistica di processo (SPC) e di controllo qualità certificato portò Taylor Hobson a ottenere il riconoscimento della Queen’s Award for Technological Achievement nel 1992, simbolo del primato britannico nella precisione assoluta.
Taylor Hobson oggi: metrologia digitale e applicazioni avanzate
Con l’avvento del nuovo millennio, Taylor Hobson ha completamente rinnovato la propria gamma di prodotti per affrontare le sfide della metrologia digitale e dell’industria 4.0. Dal 2004 la società è parte dell’Ametek Ultra Precision Technologies Group, sfruttando sinergie nella progettazione di sensori avanzati e software di acquisizione dati. I moderni profilometri ottici TalySurf CCI integrano tecniche di interferometria a incoerenza di coerenza spettrale (white light interferometry), permettendo misure non di contatto con risoluzioni inferiori a 1 nm su superfici trasparenti o lucide.
La serie TalyProfile ha evoluto il concetto di analisi 2D, introducendo algoritmi di filtraggio multirange e tecnologie di intelligenza artificiale per la classificazione automatica dei parametri topografici. Nello stesso tempo, i sistemi TalyRond 395 offrono ispezioni completamente automatizzate, combinando scansioni di rotondità, rugosità e profili geometrici all’interno di un unico ciclo di misura, riducendo i tempi di setup e aumentando la produttività dei laboratori di controllo.
Recenti investimenti hanno portato allo sviluppo di tastatori piezoelettrici a forza controllata e di scanner 3D a luce strutturata, che affiancano le tecnologie convenzionali a stilo, garantendo la massima flessibilità operativa. Il software di analisi, basato su architetture cloud, consente di gestire grandi volumi di dati metrologici, di applicare standard internazionali ISO 25178 (per la metrologia 3D) e ISO 21920 (per la valutazione della figura), e di generare report personalizzati in tempo reale.
Tra le applicazioni più recenti si segnalano i sistemi di ispezione ultrasonica integrati in macchine di lavorazione CNC, dove la misura della rugosità viene utilizzata per ottimizzare i parametri di taglio in tempo reale. Inoltre, Taylor Hobson collabora con leader del settore automobilistico ed elettronico per lo sviluppo di sensori di forma miniaturizzati, capaci di valutare componenti con geometrie complesse e superfici funzionali su sottosistemi meccanici di precisione.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
Con una solida formazione accademica in storia dell’arte, ho sviluppato una profonda comprensione delle intersezioni tra fotografia, cultura e società. Credo fermamente che la fotografia non sia solo una forma d’arte, ma anche un potente strumento di comunicazione e un prezioso archivio della nostra memoria collettiva.
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