La nascita di Kamera-Werkstätten Guthe & Thorsch GmbH nel 1919 coincise con un periodo di trasformazione radicale per l’industria fotografica tedesca. Dresda, già centro nevralgico della produzione ottica grazie a realtà come Zeiss Ikon e Ihagee, offriva un ecosistema unico di competenze ingegneristiche e artigianali. Paul Guthe, progettista con esperienza nel settore delle fotocamere a lastra, e Benno Thorsch, imprenditore con conoscenze finanziarie, identificarono nel passaggio dai materiali tradizionali (legno, ottone, pelle) a leghe leggere come l’alluminio e l’acciaio inossidabile un’opportunità per modernizzare il mercato.
Il primo prodotto dell’azienda, la Patent Etui 6×9 (1919), era una fotocamera a lastra compatta progettata per utilizzo professionale. Con dimensioni di 12×8×3 cm e un peso di 450 g, incorporava un obiettivo Anastigmat f/6.3 con ottiche intercambiabili tramite un sistema a baionetta, una rarità per l’epoca. Il corpo in alluminio pressofuso, trattato con ossidazione anodica per resistere all’usura, rappresentava una soluzione tecnica avanzata rispetto ai modelli contemporanei in legno.
Nel 1925, KW introdusse il Pocket Etui 4.5×6, evoluzione portatile della Patent Etui, che utilizzava pellicola rollfilm 127 invece delle lastre. Questo modello includeva un mirino a pozzetto con lente di ingrandimento retrattile e un otturatore a tendina in tessuto gommato con tempi da 1/25s a 1/100s, regolabile tramite una leva laterale. La combinazione di compattezza (9×6×2.5 cm) e precisione meccanica ne fece uno strumento popolare tra i fotografi documentaristi.
Sviluppo delle Fotocamere a Medio Formato
Il decennio 1930-1940 segnò l’apice dell’innovazione tecnica di KW, con l’introduzione di fotocamere reflex che influenzarono generazioni di dispositivi successivi. Nel 1931, l’azienda lanciò il Pilot Reflex 3×4, prima fotocamera TLR (Twin-Lens Reflex) a medio formato prodotta in serie. Basato su pellicola 127, montava due obiettivi Trioplan f/3.5 da 75mm sincronizzati: uno per la ripresa e uno per il mirino. Il sistema di messa a fuoco avveniva tramite una cremagliera elicoidale in ottone, con una precisione di ±0.01 mm, mentre l’otturatore centrale Compur offriva tempi da 1s a 1/300s.
Nel 1935, KW presentò il Pilot 6, evoluzione SLR (Single-Lens Reflex) del formato 6×6 cm su pellicola 120. La fotocamera integrava uno specchio reflex a ritorno immediato azionato da una molla a spirale in acciaio temprato, capace di sollevarsi e riabbassarsi in 12 ms. Il mirino a pozzetto includeva un vetro smerigliato con microprismi per la messa a fuoco, mentre l’otturatore a tendina in metallo raggiungeva 1/1000s, velocità eccezionale per l’epoca. Il corpo in magnesio pressofuso, spesso solo 1.2 mm, ridusse il peso a 780 g, il 40% in meno rispetto ai concorrenti diretti come la Reflex Korelle.
Un aspetto tecnico poco noto del Pilot 6 era il sistema di blocco del mirror slap, che utilizzava un ammortizzatore idraulico miniaturizzato per ridurre le vibrazioni durante lo scatto. Questo meccanismo, brevettato da KW nel 1934 (DE Patent 634589), prevedeva un pistone in ottone immerso in olio siliconico ad alta viscosità, che dissipava l’energia cinetica dello specchio attraverso attrito viscoso.
La Rivoluzione del Praktiflex e la Tecnologia SLR 35mm
Il 1939 vide l’uscita del Praktiflex, prima fotocamera SLR 35mm con montatura filettata M40×1, progenitrice delle moderne reflex. A differenza della concorrente Kine Exakta (Ihagee, 1936), che utilizzava un complesso sistema di leve per il ritorno dello specchio, il Praktiflex adottava un meccanismo a molla diretta: premendo il pulsante di scatto, l’energia meccanica veniva trasferita allo specchio tramite una camma eccentrica, sollevandolo prima dell’apertura dell’otturatore. Il ritorno avveniva automaticamente rilasciando la pressione sul pulsante, riducendo i tempi di ricarica a 0.8 secondi.
Il corpo in alluminio forgato del Praktiflex, spesso 2 mm, ospitava un otturatore a tendina in stoffa gommata con tempi da 1/25s a 1/500s, regolato da un sistema a ingranaggi conici in acciaio. La montatura M40×1 permise a KW di sviluppare una gamma di obiettivi intercambiabili, tra cui il Primoplan f/2.9 50mm e il Tele-Praktar f/4.5 135mm, dotati di diaframma a iride precaricato con 6 lamelle in ottone.
Un dettaglio tecnico rilevante era l’assenza di un pentaprisma: il mirino a pozzetto mostrava un’immagine invertita lateralmente, limitazione superata solo nel 1953 con il Praktiflex IV. Tuttavia, il design modulare del Praktiflex, con gruppo specchio-otturatore removibile senza attrezzi, influenzò direttamente lo sviluppo delle Nikon F (1959) e Canon FX (1964).
Transizione Bellica e Riorganizzazione
Le leggi razziali del 1936 costrinsero i fondatori, entrambi ebrei, a lasciare la Germania: Guthe emigrò in Svizzera nel 1937, Thorsch negli USA nel 1938. La gestione passò a Charles A. Noble, industriale statunitense che acquisì KW in cambio della sua azienda fotografica di Detroit. Sotto Noble, la produzione si spostò a Niedersedlitz (1938), con l’adozione di macchine a controllo numerico per la lavorazione dei componenti24.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, KW convertì parte della produzione a fini militari, realizzando obiettivi per telemetri e fotocamere da ricognizione. Il Praktiflex Militär (1942), versione ruggedizzata per la Wehrmacht, presentava un corpo in lega di magnesio-antimonio con spessore aumentato a 3 mm, otturatore rinforzato per operare tra -30°C e +50°C, e un obiettivo Praktar f/3.5 50mm con rivestimento antiriflesso a singolo strato (brevetto DE 723589).
Nel 1946, KW fu nazionalizzata dal governo della DDR, diventando VEB Kamera-Werkstätten Niedersedlitz. Gli ingegneri riprogettarono il Praktiflex per utilizzare la montatura M42×1, standard che sarebbe diventato universale con le Praktica successive. Il primo modello postbellico, il Praktiflex Nova (1948), introdusse la sincronizzazione flash a contatto caldo e un esposimetro esterno SEI fotoelettrico accoppiato alla ghiera dei tempi.
Specifiche Tecniche dei Modelli Chiave
Pilot Reflex 3×4 (1931)
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Formato: 3×4 cm su pellicola 127
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Obiettivo: Trioplan f/3.5 75mm (3 elementi)
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Otturatore: Compur a lamelle (1s – 1/300s)
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Messa a fuoco: cremagliera elicoidale con scala metrico/imperiale
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Peso: 620 g
Pilot 6 (1935)
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Formato: 6×6 cm su pellicola 120
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Obiettivo: Primotar f/3.5 80mm (4 elementi)
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Otturatore: tendina metallica (1/1 – 1/1000s)
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Specchio: ritorno immediato con ammortizzatore idraulico
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Corpo: magnesio pressofuso (spessore 1.2 mm)
Praktiflex (1939)
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Formato: 35mm (24×36 mm)
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Montatura: M40×1 filettata
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Otturatore: tendina in tessuto (1/25s – 1/500s)
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Mirino: a pozzetto con vetro smerigliato
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Peso: 540 g