La Rochester Optical Company fu fondata nel 1883 a Rochester (New York) da W. F. Carlton. La nuova impresa inglobò l’attività di William H. Walker, attivo nella città di Rochester sin dal 1880. In quegli anni Rochester era già un centro di eccellenza dell’industria ottica americana (primo esempio la Bausch & Lomb), e Carlton poté contare sulle competenze locali. Grazie alla sua visione imprenditoriale e alla qualità dei prodotti, la Rochester Optical si impose in breve tempo come uno dei principali produttori di fotocamere pieghevoli dell’epoca. In particolare, Carlton puntò fin da subito sul design di fotocamere autocastranti (self-casing) di alta qualità, costruite in legno di mogano lucidato con finiture in ottone.
Tra i primi modelli di rilievo vi fu la serie Premo, introdotta nel 1893. Il modello originale Premo era una fotocamera compatta e pieghevole, costruita in mogano con rivestimenti in pelle nera. Nel formato 4×5 pollici misurava appena 14,6×17,4×13,3 cm e pesava circa 0,9 kg. Le sue caratteristiche principali includevano un dorso oscillante e un fronte mobile (rising front). Il mirino ribaltabile consentiva inquadrature sia verticali che orizzontali, mentre l’otturatore di tipo Star garantiva scatti nitidi con opzioni di comando pneumatico. Questa fotocamera venne prodotta in vari formati (dal 3¼×4¼ al 6½×8½ pollici), per soddisfare esigenze amatoriali e professionali. Il suo sistema autocastrante semplificava il trasporto e proteggeva i meccanismi interni, mentre la costruzione in mogano conferiva robustezza. La cura nella fabbricazione (componenti in ottone lucidato, guide metalliche di precisione) rendeva il Premo stabile e affidabile durante l’esposizione. Con questi elementi, Rochester Optical riuscì a conquistare rapidamente una fetta di mercato, guadagnandosi la reputazione di azienda innovativa e di qualità.
La coesistenza di un’altra innovazione locale fece da sfondo al suo sviluppo: agli inizi della stessa decade era nata a Rochester anche la Kodak di George Eastman (fondata nel 1888). Mentre Rochester Optical puntava sulle fotocamere pieghevoli di alta qualità, Kodak esplorava le potenzialità di macchine leggere a pellicola per un pubblico di massa. Questi due approcci, pur diversi, caratterizzarono il panorama locale emergente: da un lato la tradizione artigianale di ROC, dall’altro la produzione su larga scala di Kodak. Entrambi i produttori avrebbero influenzato fortemente il settore in futuro, ma all’epoca la Rochester Optical riuscì a ritagliarsi la propria nicchia offrendo apparecchi dalle finiture pregiate e dal design curato.
Nel frattempo l’azienda dovette affrontare anche concorrenza interna: nel 1891 il fratello di Carlton, H. B. Carlton, fondò la Rochester Camera Manufacturing Company, producendo le fotocamere “Poco” (molto simili nelle forme ai Premo). Nonostante ciò, la Rochester Optical mantenne la propria linea e continuò a investire nei modelli Premo. La costruzione di grandi stabilimenti a Rochester (prima in South Water Street, poi al 45 di South Street) testimoniava il successo crescente: anche l’edificio di South Street esiste oggi ancora, a monito delle radici industriali dell’azienda. I primi anni di attività della Rochester Optical furono quindi caratterizzati da rapida espansione e da un’intensa attività progettuale, gettando solide basi tecnologiche per il futuro dell’azienda.
Fusioni societarie e acquisizione da Eastman Kodak
Verso la fine del secolo la Rochester Optical affrontò turbolenze di mercato che la portarono a cercare alleanze. Nel 1899 la società si fuse con quattro altre aziende del settore (Rochester Camera and Supply, Ray Camera, Monroe Camera e Western Camera Manufacturing di Chicago) per formare la Rochester Optical and Camera Company. Questa fusione fu in gran parte dettata dalle “difficoltà del mercato e dalla concorrenza di Eastman Kodak”. Le linee prodotto storiche (Premo, Poco, Ray, Cyclone) rimasero in catalogo, ma la gestione fu accentrata in un’unica direzione aziendale.
Tuttavia la nuova struttura non arrestò le perdite. Con il mercato sempre più affollato, la Rochester Optical and Camera Company accumulò deficit ingenti. Nel 1903 George Eastman, fondatore di Kodak, intervenne acquistando l’intera società per 330.000 dollari. Con questa operazione il marchio tornò a chiamarsi Rochester Optical Company, ma la proprietà passò interamente alla Eastman Kodak Company. Rochester Optical cessò così di esistere come ente indipendente.
A partire dal 1903 Rochester Optical operò come una divisione interna a Kodak. Nel 1907 fu istituita formalmente la Rochester Optical Division di Eastman Kodak Company, e nel 1918 essa fu trasformata in dipartimento interno. Molti tecnici originari di ROC continuarono a lavorare negli stessi stabilimenti sotto guida Kodak, assicurando continuità nella produzione. Nei cataloghi Kodak di quegli anni i modelli Premo e affini comparvero ancora fino al 1921, talvolta con il marchio Kodak applicato. Ad esempio, lo stabilimento originario di South Street fu ribattezzato “Premo Works” dal 1912 al 1921, dedicato ai modelli Premo.
In pratica, l’ingresso in Kodak prolungò la vita commerciale delle fotocamere Rochester Optical, ma sancì definitivamente la fine della sua autonomia. Da un lato le fotocamere Premo continuarono a essere vendute (ora con l’etichetta Kodak) ben oltre l’era originale, dall’altro l’azienda originale venne assorbita dall’industria più grande. Il marchio Rochester Optical fu finalmente disattivato nel 1921, poco dopo l’uscita di scena dei suoi ultimi modelli. In sintesi, questa vicenda mostra come un’impresa tecnicamente avanzata sia alla fine stata inglobata dal colosso Kodak, mantenendo però viva per quasi due decenni la propria produzione sotto la nuova egida.
Prodotti chiave: la serie Premo e altri modelli
La gamma di prodotti Rochester Optical era ampia, ma il nome Premo dominava per notorietà e continuità storica. La serie Premo, introdotta nel 1893, rimase in produzione fino al 1921. Dopo il modello originale, verso il 1896 l’apparecchio fu ribattezzato Premo A (realizzato fino al 1900), con l’adozione di un obiettivo Victor Rapid Rectilinear in luogo del precedente sistema integrato. Poco dopo emersero i Premo B, Premo C e Premo D (prodotti tra il 1895 e il 1901), che presentavano lievi differenze meccaniche e nella finitura, ma conservavano la stessa struttura di base. In questi anni furono inoltre lanciate varianti di lusso (ad esempio i modelli Senior o Special con decori nichelati) riservate a fotografi professionisti. La famiglia Premo copriva formati dal medio (4×5 pollici) al grande (fino a 6½×8½), garantendo alla Rochester Optical una vasta presenza sul mercato delle fotocamere stand-alone.
Accanto alla serie principale, l’azienda sviluppò fotocamere per usi specifici. Molto popolare fu la serie Pony Premo (introdotta intorno al 1896)h, una versione tascabile del design Premo con diversi modelli numerati, destinata ai fotografi dilettanti. Un altro esempio notevole fu la fotocamera Cyclone, un modello a tamburo (magazine) progettato per scattare molteplici lastre in rapida successione senza aprire frequentemente il dorso. Nel catalogo comparivano anche fotocamere stereo (Stereo Premo, 1895-1911) con doppia lente gemella, e altri modelli da studio quali Carlton, Commodore ed Excelsior, a riprova della varietà progettuale.
La produzione comprendeva inoltre apparecchi di grande formato destinati alla fotografia professionale. Ad esempio, la serie Empire State copriva formati fino a 8×10″; si trattava di robuste fotocamere a banco ottico impiegate negli studi e per la stampa di grande qualità. Degna di nota è anche la Premo View, introdotta nel 1905. Era una fotocamera a soffietto in mogano (soffietto di colore porpora), progettata per lastre da 6½×8½″ o 8×10″. Dotata di messa a fuoco frontale a cremagliera e doppi movimenti oscillanti per il dorso, questa macchina (vedi foto) offriva grande stabilità meccanica e preseparate per la fotografia di paesaggio e architettura.
Con l’avvento delle pellicole Kodak, la Rochester Optical si adattò producendo anche versioni a pellicola. Tra il 1904 e il 1910 furono lanciati i Premo Film Pack (modelli No.1, No.2, No.3) che mantenevano l’estetica Premo (corpo in mogano, soffietto) ma ospitavano pellicole a pacchi formato 120/220. Ciò dimostra come l’azienda, anche sotto Kodak, proseguisse la propria tradizione tecnica trasferendola alle nuove tecnologie. Nel complesso, la serie Premo (insieme agli altri modelli) costituì il cuore dell’offerta: coprendo tutte le fasce di mercato – da quella amatoriale a quella professionale – la Rochester Optical soddisfaceva le esigenze di fotografi di ogni livello, confermando la propria versatilità industriale.
Caratteristiche tecniche e innovazioni
Le fotocamere Rochester Optical erano riconoscibili per la qualità costruttiva e le soluzioni ingegneristiche avanzate. Molti modelli erano realizzati interamente in legno di mogano lucidato, con meccanica interna robusta e finiture in ottone o nichel. Il rivestimento esterno in pelle (nera o rossa) conferiva protezione e un aspetto raffinato. Tra gli elementi tecnici ricorrenti si segnalano il dorso oscillante (swing back), che permetteva di inclinare il piano posteriore per correggere la prospettiva, e il fronte mobile (rising front) che spostava verticalmente la lente rispetto alla lastra. Queste funzioni, tipiche delle fotocamere da campo di alta qualità, venivano implementate con cura artigianale nei modelli ROC.
Anche i sistemi di messa a fuoco erano avanzati: alcuni apparecchi (come la Premo View qui sotto) utilizzavano una cremagliera frontale, dove due ingranaggi spostano micrometricamente il corpo anteriore tramite un pignone. Questo meccanismo rack-and-pinion garantiva regolazioni di precisione indispensabili per i grandi formati. (Nell’immagine si notino anche il robusto soffietto viola e le leve di bloccaggio in ottone che serrano i movimenti del piano anteriore.)
Gli otturatori adottati erano di prima qualità. Molti modelli Rochester montavano otturatori a lamelle di tipo Star, con tempi regolabili e comando pneumatico. In alcuni casi di punta (come il raffinato Premo Supreme) venivano addirittura installati due otturatori: uno principale a diaframma Volute davanti alla lente e un secondo otturatore a tendina (focal plane) rimovibile dietro il vetro smerigliato, per catturare soggetti molto rapidi. Le lenti erano fornite da costruttori rinomati (Bausch & Lomb, Zeiss, Victor) e progettate per garantire elevata nitidezza sul formato della macchina.
Anche i sistemi di avanzamento del supporto fotosensibile erano curati: le fotocamere Cyclone, ad esempio, impiegavano un tamburo porta-lastrecce che consentiva di esporre rapidamente più lastre senza aprire la fotocamera. I modelli stereo integravano due obiettivi gemelli su un unico banco per riprese tridimensionali. Con l’avvento della pellicola pack, i nuovi Premo Film Pack furono dotati di vani dedicati e leve di avanzamento interne, dimostrando l’abilità dell’azienda di adattare i suoi design classici alle tecnologie emergenti.
Nel complesso, le fotocamere Rochester Optical incarnavano lo stato dell’arte ottico di fine Ottocento. L’uso di materiali pregiati e di sistemi di precisione (ingranaggi, otturatori complessi) le distingue ancora oggi. Collezionisti e storici riconoscono il loro valore non solo come preziosi oggetti d’epoca, ma anche come testimonianze di innovazioni tecniche che anticiparono molte soluzioni della fotografia moderna. La Rochester Optical Company occupa così un capitolo importante nella storia della fotografia statunitense: fu, come attestano le fonti, tra le compagnie più influenti del periodo. L’eredità dell’azienda vive attraverso le sue macchine ancora conservate e studiate, che sono diventate simboli dell’ingegno e della maestria artigianale del tempo.
Eredità storica e collezionismo
Nonostante la sua vita relativamente breve, la Rochester Optical Company ha lasciato un segno duraturo nel panorama fotografico. I suoi modelli sono oggi oggetto di studio per storici ed appassionati: molti fotografi collezionano le fotocamere Premo come pezzi da museo, testimoni del periodo pionieristico. I cataloghi di archivi storici dedicati alla fotografia (come HistoricCamera) dedicano pagine intere alla sua storia, sottolineando che Rochester Optical divenne una delle ditte più “dominanti e influenti” negli anni 1880-90. Gli esperti citano spesso i suoi materiali pregiati (mogano) e le soluzioni tecniche (cremagliere, otturatori Star, design autocastrante) come esempi innovativi dell’era.
Le fotocamere Premo e le altre serie Rochester Optical si trovano oggi in collezioni pubbliche e private. Musei di fotografia e storia industriale negli USA e in Europa conservano esemplari come testimonianza dell’epoca. Anche le aste specializzate includono regolarmente modelli Rochester Optical, segno della loro rarità e importanza. Collezionisti esperti apprezzano queste macchine per la loro robustezza: molte sono tuttora perfettamente funzionanti dopo un secolo, grazie alla qualità costruttiva. Il valore storico è riconosciuto anche dagli istituti culturali, che spesso espongono questi apparecchi per illustrare l’evoluzione tecnologica.
In ambito storico-economico, la Rochester Optical è citata come caso emblematico dello sviluppo dell’industria fotografica statunitense. In particolare, gli studi sull’espansione di Eastman Kodak menzionano ROC come un’eccellenza locale assorbita dal gigante nazionale. Archivisti e ricercatori sfruttano le pubblicazioni d’epoca, i cataloghi tecnici e i brevetti dell’azienda per ricostruirne l’attività e l’influenza. In questo senso, la grande attenzione riservata a Rochester Optical riflette il suo ruolo di pioniere: le soluzioni che introdusse si ritrovano in filoni progettuali successivi.
La Rochester Optical Company resta quindi un capitolo significativo nella storia della fotografia. Il suo patrimonio tecnico – documentato da fotografie storiche, pubblicazioni e dagli stessi apparecchi che ci sono pervenuti – permette oggi di comprendere l’evoluzione delle fotocamere negli anni Ottanta del XIX secolo. In particolare, la scelta di realizzare macchine autocastranti ben rifinite e i meccanismi accurati dei modelli Premo anticiparono molte pratiche della fotografia del Novecento. L’eredità dell’azienda vive così attraverso le macchine che ha prodotto, simboli concreti di ingegno e artigianalità ai primordi della fotografia moderna.