La Gnoflex Camera, una twin‑lens reflex (TLR) per pellicola formato 120, fu prodotta intorno al 1955 da un costruttore giapponese non documentato ufficialmente. È largamente ritenuta una copia delle fotocamere Franke & Heidecke Rolleicord dell’epoca, e appare su cataloghi e mercatini solo occasionalmente.
Secondo Camera‑Wiki, il modello fu quasi certamente prodotto da Tokyo Optical Company, nota anche come Tōkyō Kōgaku (poi diventata Topcon), che riforniva altri brand con doppie TLR simili e armature standardizzate. Nei forum di collezionisti si menziona anche la possibilità di coinvolgimento di Musashi Seisakusho o di Sanwa, aziende giapponesi che avevano rapporti di fornitura incrociati con Tokyo Optical. Tra gli esempi collegati figurano apparecchi come il Sunflex VI, costruito da Musashi, e il Malcaflex, con lenti Horinor e otturatori NKS‑FB, che presentano analogie evidenti con il Gnoflex.
Sul piano stilistico e tecnico, le versioni note del Gnoflex includono una con lente Horinor 75 mm f/3.5 su otturatore NKS‑SC (1 secondo–1/200 s), una con lente Elnor 75 mm f/3.5 su otturatore NKS‑FB (1/300 s), e la Gnoflex II con lente Hitar Anastigmat 80 mm f/3.5 montata su otturatore Synchro‑Super o NKS‑FB (1/300 s) . Molte di queste emersero su aste o vendite online con custodie chiaramente marcate con TOC, rafforzando l’attribuzione al Tokyo Optical Company.
Collezionisti hanno discusso a lungo su Reddit: l’origine è sospettata essere giapponese, con il costruttore probabilmente Tokyo Kogaku (Topcon), basandosi su affinità di costruzione e meccanica con altri modelli come il Malcaflex e Sunflex IV/V.
Design e caratteristiche tecniche principali
Estetica e costruzione del Gnoflex evocano direttamente le Rolleicord, con una scocca in metallo pressato rivestita in similpelle, verniciata in smalto nero opaco. Il corpo misura circa 145 × 110 × 100 mm, con un peso intorno ai 926 g .
Il sistema ottico e meccanico comprende:
Lenti disponibili: modello standard con Horinor 75 mm f/3.5, in alcune versioni con Elnor 75 mm f/3.5, e nel Gnoflex II la Hitar Anastigmat 80 mm f/3.5. Queste lenti sono antiriflesso (coated) e progettate per garantire diffusione della luce uniforme sul 6×6 cm.
Otturatori: NKS‑SC fino a 1/200 s, NKS‑FB fino a 1/300 s, e nel modello II il Synchro‑Super sincrono per il flash .
Messa a fuoco manuale tramite doppia ghiera laterale collegata a un sistema a cremagliera interno; la minima distanza di messa a fuoco era circa 1 m.
Regolazione del diaframma variabile da f/3.5 fino a f/22, selezionabile manualmente su ghiera graduata.
Avanzamento film a manovella laterale destra, con finestra rossa per conteggio fotogrammi.
Tetto riflettente con mirino a visione vetro smerigliato; lo schema ottico è bifocale reflex standard (primo per composizione, secondo per esposizione).
Supporto pellicola standard 120 con formato 6×6 cm; compatibile con film moderni 120 e, occasionalmente, 220.
La costruzione interna e le tolleranze erano tipiche delle produzioni postbelliche giapponesi: parti in die‑casting pressofuse o stampate, rifinite con cure manuali sui componenti di precisione. Le somiglianze con i Primoflex/Laurelflex e il Sunflex, prodotti da TOC e Musashi, sono evidenti anche nei dettagli costruttivi.
Utilizzo sul campo, qualità d’immagine e diffusione (1955–1960)
Sebbene il Gnoflex non fu mai pubblicizzato su larga scala, fu occasionalmente venduto in Europa e Nord America tramite importatori secondari che applicavano marchi personalizzati. Dal materiale raccolto si sa che alcuni esemplari circolavano in Scandinavia con custodie marcate TOC, suggerendo una distribuzione internazionale limitata.
Sul terreno fotografico, il Gnoflex offre una resa media‑alta per l’epoca: con le lenti anastigmatiche da 75 mm o 80 mm ed apertura f/3.5, abbinati agli otturatori NKS‑FB o Synchro‑Super, consentono scatti nitidi e ben contrastati, soprattutto in luce diffusa. I tempi fino a 1/300 s lo rendevano adatto ad ambienti ben illuminati o a flash elettronico (nelle versioni sincrone).
Il meccanismo reflex e la costruzione robusta, benché non raffinati come nelle Rolleicord, garantivano una user‑experience piacevole per hobbyist o dilettanti avanzati. Reddit descrive il modello come “unconventional but fun” e che attira l’interesse per il mirino top‑view originale. Alcuni proprietari lo considerano una “conversation piece” piuttosto che un valido ausilio fotografico moderno.
Il numero di esemplari prodotti fu limitato: ad oggi solo poche decine conosciute, spesso vendute su eBay o Hidden markets, con prezzi d’asta medi tra 60 e 200 USD secondo stato di conservazione. La presenza di varianti (lenti, otturatori, cromature) indica una produzione in piccoli lotti e una certa personalizzazione secondo lotti o importatori diversi.
Il Gnoflex non ha mai avuto una linea continua di sviluppo né una gamma di modelli estesa; il modello standard e la variante Gnoflex II costituiscono quasi tutta la produzione conosciuta. La sua fine commerciale è avvenuta entro la fine degli anni ’50, quando TLR giapponesi più sofisticati (Minolta, Yashica‑Mat, Mamiya) soppiantarono i modelli elementari come il Gnoflex.
Nella storia della fotografia, il Gnoflex occupa un posto marginale ma significativo: rappresenta un esempio di clonazione industriale tecnica di medio formato prodotta in Giappone postbellico, senza grandi brand alle spalle, realizzato da fornitori come TOC/Musashi/Sanwa verso mercati di nicchia. Questa realtà evidenzia l’importante fase pionieristica del settore ottico nipponico, in attesa dell’ascesa di marchi indipendenti riconosciuti globalmente.
Oggi il Gnoflex è una rarità, ricercata da collezionisti appassionati di TLR giapponesi poco noti. Gli esemplari funzionanti possono ancora produrre immagini leggibili, se usati con pellicole fresche e con una manutenzione approfondita: gli otturatori NKS‑FB e Synchro‑Super richiedono pulizia e lubrificazione periodica per mantenere la regolarità dei tempi.
Musei tecnici o fotografici raramente ospitano Gnoflex, ma alcune collezioni private in Europa e Giappone ne conservano pezzi. Le custodie marchiate Tokyo Kogaku suggeriscono contesti di distribuzione ufficiale giapponese o europei tramite importatori. Documenti pubblicitari originali non sono mai emersi, rendendo il Gnoflex un oggetto perlopiù noto tramite fotografia di collezione e testimonianze offline.

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