La George Mason & Company fu una ditta britannica attiva nella produzione e nel commercio di fotocamere e accessori fotografici nella seconda metà dell’Ottocento, con sede a Birmingham, città al centro dell’industria meccanica inglese. Fondata attorno al 1885 da George Mason, tecnico meccanico con esperienze pregresse nel settore della strumentazione scientifica, l’azienda si distinse rapidamente per la qualità delle proprie macchine a lastre e per l’approccio artigianale alla costruzione di corpi macchina in legno e ottone.
Birmingham, all’epoca, era un polo manifatturiero particolarmente fertile per iniziative come quella di Mason. Grazie alla fitta rete di fornitori di lavorazioni in legno pregiato, ottone lucidato, meccaniche di precisione e lenti ottiche, l’impresa poté beneficiare di una filiera produttiva locale altamente specializzata, che supportava la produzione anche di piccoli lotti con elevata qualità costruttiva. A differenza delle grandi case produttrici che iniziavano a industrializzare la produzione fotografica (come Lancaster o Thornton-Pickard), la George Mason & Co. rimase fedele a un modello produttivo artigianale, rivolto soprattutto al pubblico professionale e agli amatori esigenti.
L’azienda fu attiva in un’epoca cruciale di transizione: il passaggio dalle lastre al collodio umido alle emulsioni secche al bromuro d’argento cambiò radicalmente le abitudini fotografiche. George Mason colse l’opportunità di rispondere alla crescente domanda di fotocamere da esterno portatili, capaci di garantire precisione, solidità e facilità d’uso, senza rinunciare alla qualità ottica.
I modelli più noti prodotti da George Mason & Company furono fotocamere a soffietto per lastre, generalmente nei formati quarter plate (3¼×4¼ in), half plate (4¾×6½ in) e full plate (6½×8½ in). Tali apparecchi erano concepiti per uso da campo o da studio portatile, e adottavano una struttura ribaltabile con soffietto in pelle trattata, guide di scorrimento in ottone e supporto anteriore basculante. Il legno utilizzato per i corpi era generalmente mogano lucidato a gommalacca, talvolta ciliegio o noce, assemblato con incastri a coda di rondine e rinforzi in ottone.
Le guide di messa a fuoco erano realizzate in ottone finemente fresato, con cremagliere interne e sistema a vite per il movimento micrometrico dell’elemento frontale. La regolazione della messa a fuoco avveniva tramite pomo in ottone o legno tornito, e consentiva un’escursione sufficiente per l’utilizzo di obiettivi normali, grandangolari e tele. La piastra frontale portava l’attacco per l’ottica intercambiabile a baionetta o a slitta, compatibile con obiettivi a filettatura standard da 1½” e 2”.
Gli otturatori montati sulle fotocamere George Mason erano in genere forniti da terzi (come Thornton-Pickard, Ross o Bausch & Lomb), ma non era raro trovare apparecchi equipaggiati con otturatori a tendina interni, montati su richiesta del cliente. Le lastre fotografiche erano alloggiate in chassis in legno a doppia apertura, compatibili con lastre in vetro da 1.5 a 2 mm di spessore, e trattenute da molle a pressione. Alcuni modelli prevedevano l’inserimento di filtri a vite o diaframmi a disco rotante, elementi che aumentavano la versatilità della fotocamera sul campo.
Il mirino era spesso assente nei modelli professionali, sostituito da un vetro smerigliato posteriore, montato su telaio ribaltabile con tela oscurante. In fase di ripresa, il vetro veniva rimosso per inserire il porta lastra, mentre la messa a fuoco veniva eseguita in precedenza, con la camera coperta da un panno nero. Questo sistema garantiva un controllo estremamente preciso del fuoco e della composizione, permettendo l’uso di basculaggi per la correzione prospettica o il controllo della profondità di campo.
George Mason & Company si rivolse principalmente a fotografi professionisti itineranti, studi ritrattistici, topografi, geografi e naturalisti, nonché a membri di società scientifiche che impiegavano la fotografia come mezzo documentario. Il catalogo dell’azienda – pubblicato in edizioni ciclostilate tra il 1898 e il 1909 – includeva accessori di precisione come livelle a bolla in ottone, filtri colorati, tele oscuranti, cavalletti in noce tornito, oltre a strumenti per la conservazione e il trasporto delle lastre esposte.
Uno degli aspetti più caratteristici dell’impresa era la possibilità di personalizzazione su specifica del cliente. L’acquirente poteva scegliere il tipo di legno, la finitura superficiale (lucida, satinata, oliata), il tipo di filettatura per l’obiettivo, la presenza o meno di otturatore centrale, la lunghezza del soffietto, il tipo di trattamento impermeabilizzante e persino la serigrafia del proprio nome su una placca d’ottone incastonata nel corpo macchina.
Questo approccio sartoriale contribuì a creare una reputazione di eccellenza costruttiva, in grado di competere con marchi più noti come Watson & Sons o Houghton. A differenza di questi ultimi, però, George Mason non cercò mai di industrializzare la propria produzione, rimanendo fedele a una scala ridotta e alla cura manuale di ogni singolo apparecchio.
La qualità delle fotocamere prodotte era tale da garantire una vita operativa superiore ai 30 anni, a condizione di una corretta manutenzione. Nonostante il clima umido dell’Inghilterra centrale, numerosi esemplari sono giunti fino a oggi in ottime condizioni strutturali e funzionali, prova dell’eccellenza artigiana della ditta.
Come molte altre imprese a conduzione artigianale dell’epoca, anche George Mason & Company si trovò in difficoltà con l’inizio del XX secolo, quando l’industrializzazione del settore fotografico e l’introduzione delle fotocamere pieghevoli a pellicola rollfilm resero progressivamente obsoleti i modelli a lastra.
La richiesta di fotocamere leggere, tascabili e prive di complicazioni tecniche spinse il mercato verso prodotti realizzati in serie da grandi aziende come Kodak, Ensign e Zeiss Ikon, riducendo drasticamente la nicchia dei fotografi disposti a investire in corpi macchina pesanti e lenti da trasportare con cavalletti e accessori ingombranti.
La George Mason & Co. cessò l’attività probabilmente tra il 1910 e il 1912, anche se non si dispone di un atto formale di chiusura. È plausibile che George Mason stesso, raggiunta un’età avanzata, abbia deciso di interrompere la produzione piuttosto che convertire l’azienda in una struttura industriale. Non risultano passaggi di consegne, né la prosecuzione dell’attività da parte di eredi o collaboratori.
Oggi gli apparecchi firmati George Mason & Company sono estremamente rari, ma ricercati da collezionisti specializzati in macchine fotografiche vittoriane. Gli esemplari superstiti si trovano in musei, collezioni private o archivi universitari. La maggior parte è ancora perfettamente funzionante, a testimonianza della durabilità dei materiali e della precisione della lavorazione. Alcune fotocamere George Mason sono state recentemente restaurate per l’uso con lastre autocostruite o pellicole adattate, tornando così operative dopo oltre un secolo dalla loro realizzazione.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
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