La Finemechanische Konstruktions Werkstätte (FKW) di Urdorf, fondata nel 1908 da Heinrich Müller (1878–1943), rappresenta uno dei punti più avanzati della micromeccanica applicata alla fotografia del primo Novecento. Situata alle porte di Zurigo, in un contesto industriale dinamico, l’officina si dedicò a progettazioni e realizzazioni di livello superiore: otturatori meccanici, ottiche di precisione, accessori specializzati e prototipi innovativi che hanno approcciato il confine fra artigianato e industrializzazione. La FKW sviluppò una serie di dispositivi oggi raramente noti, ma emblematici di una filiera manifatturiera di altissima qualità e rigore tecnico.
Heinrich Müller, formatosi presso l’ETH di Zurigo e con esperienza in microtornitura e perfezionamento ottico, costituì una società con due soci: il progettista meccanico Karl Schmid (1880–1952) e l’ottico Johann Keller (1875–1940), dando vita ad uno studio integrato. L’obiettivo era chiaro: combinare disegno meccanico, calcolo di precisione e ottica sperimentale per creare componenti fotografici in grado di competere con i principali produttori tedeschi e francesi. Già nel 1910 la FKW si guadagnò spazio con un otturatore a lamelle concentriche regolabili, basato su un meccanismo a camma bipartita doppiamente registrata.
L’intero decennio 1910–1920 fu incentrato sulla ricerca applicata all’otturatore meccanico. La FKW concentrò i suoi sforzi sulla riduzione delle variazioni nei tempi di scatto, intervenendo sul disegno delle camme e sulla regolazione delle lamelle. Il celebre modello “Type U” impiegava un sistema di coppia modulare tra camma e ruota dentata, capace di definire tempi da 1/5” a 1/500” con un’accuratezza di ±1/50”. L’innovazione tecnica risiedeva nella configurazione elicoidale variabile, una scelta che permise contemporaneamente velocità, affidabilità e dimensioni compatte.
Un altro aspetto fondamentale era lo smorzamento pneumatoco interno, basato su un cilindro con pistone e microfori calibrati, che garantiva fluida chiusura delle lamelle e ripresa delle posizioni iniziali. Ciò eliminava fenomeni di jitter e assicurava uniformità su pellicola. Il meccanismo fu particolarmente apprezzato in ambito scientifico, dove le esposizioni tecniche dovevano rispettare tolleranze ristrette per garantire risultati accurati.
FKW estese la gamma introducendo sistemi a settaggio rapido, con leva esterna sincronizzata, inediti per l’epoca. Tali otturatori vennero adottati da produttori svizzeri di fotocamere di fascia alta, come Schweizerische Foto AG, pur mantenendo un design personalizzato che raffinava il prodotto di serie. Fra il 1915 e 1922, i meccanici FKW produssero centinaia di esemplari, distinguendosi per qualità e regolarità. La calibrazione era affidata a comparatori ottici con sensori e microingranaggi calibrati, che garantivano pack di lamelle allineate al centesimo di millimetro e registro d’allineamento della camma sotto 0,005 mm.
Accanto agli otturatori, la FKW sviluppò una linea di lenti a bassa dispersione, destinate sia a obiettivi da banco sia a sistemi per fotocamere reflex. La collaborazione con Keller permise di sperimentare vetri ottici locali con abbattimento delle aberrazioni sferiche fino al 35% rispetto ai competitor. Il modello di punta, denominato “ULA-Tele 135 mm f/4,5”, montava un blocco ottico costituito da cinque lenti acromatiche in doppia collimazione, smontabili per la manutenzione e trattate con antiriflesso cesio-zinco. L’obiettivo offriva una risoluzione di 200 linee/mm ai bordi, uno dei valori più elevati del periodo. Dal punto di vista progettuale, vennero adottati algoritmi rudimentali di calcolo delle distorsioni, applicabili qualitativamente tramite maschere calibro in camera semi-isoterma.
FKW realizzò anche una gamma di obiettivi grandangolari, concettualmente avanzati. Basati su schema Biogon-like a 4 lenti, tali obiettivi erano compressi in barile compatto e provvisti di coppie di diaframmi intercambiabili da f/6,8 a f/22. Il meccanismo di calibrazione prevedeva anelli micrometrici in ottone fresato, chiusi da guarnizioni a base di pergamena, pensati per l’impiego sul campo e resistenti a flessioni e allineamenti pesanti.
Questi sviluppi avveniristici furono riconosciuti anche sul piano privato: le lenti FKW, registrate con marchio “FKW Optical” furono esportate in Francia, Italia e Stati Uniti, montate sulla fotocamera parigina “Rapide Reflex” dai laboratori Beck, e su prototipi italiani di fotocamera a soffietto. Le qualità ottiche e la compattezza resero gli obiettivi particolarmente apprezzati da professionisti d’architettura.
Un tratto distintivo della FKW era l’ampia produzione di accessori professionali, pensati per camere tecniche e da banco. I micrometri a regolazione lineare con graduazione da 0,01 mm servivano per allentare o serrare frizioni su piani focali e specchi reflex. La robustezza era garantita da carters in ghisa e testate in ottone anodizzato, cromati e lavorati, con viti a passo fino a 0,5 mm.
Un altro componente di pregio era l’attacco rapido frontale: un sistema rotativo su cuscinetto a sfere silenziose, che consentiva il cambio rapida dell’ottica senza rimuovere il piano frontale. Questo meccanismo, brevettato dalla FKW nel 1918, anticipava soluzioni moderne per reflex, anche se traslate con diverse leghe nel second’800. Il dettaglio tecnico prevedeva molla a garitta interna, meccanismo di bloccaggio a 60° e tolleranze strettissime di 0,01 mm.
FKW costruì anche supporti inclinabili per la digitalizzazione sperimentale delle lastre fotografiche, device motorizzati con coppie micrometriche e motori sincroni da banco. Tali sistemi consentivano movimenti controllati su tre assi per la riproduzione fotografica – anticipando concetti moderni di movimento Tilt-Shift – capaci di ridurre l’aberrazione di parallasse nelle fotocamere su banco ottico.
L’organizzazione interna della FKW era modellata su officine meccaniche di precisione: reparti di fresatura, tornitura, lucidatura ottica, montaggio meccanico e collaudo. Ogni componente veniva marcato con matricola e certificato di prova, mentre un piccolo laboratorio foto-ottico interno verificava la resa su lastre rettificatrici di diffusione.
Nel giro di due decenni, la FKW raggiunse una produzione annua di circa 800 otturatori, 500 obiettivi di varie focali, e centinaia di accessori specialistici. La distribuzione si fondava su reti specializzate: la ditta Karl Schneider exportava i prodotti in Germania, la “Optik Italia” li rendeva disponibili in saloni tecnici in Italia e Francia, mentre Herbert Adams importava in USA alcuni kit di ottica e accessorio.
La crisi economica del 1929 colpì l’azienda: riduzione ordini, aumento costo materie prime e concorrenza di ottiche americane a taglio industriale indebolirono la FKW. Pur elaborando un progetto di ottica matt-box per cinema e un otturatore piano elettrificato, nel 1934 l’azienda dovette sospendere la produzione e vendere parte dei macchinari. Heinrich Müller si ritirò nel 1935, mentre la licenza fu acquisita da un gruppo tedesco (Frankfurter Feinwerke), segnando la fine dell’esperienza diretta della Werkstätte.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
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