La Agilux Ltd fu fondata nel 1946 (alcune fonti indicano 1947) come ramo civile della casa madre AGI – Aeronautical & General Instruments Co., attiva dal 1915 nella produzione di strumenti ottici e militari con sede a Croydon, Inghilterra. Durante la seconda guerra mondiale, AGI fornì apparecchiature chiave, tra cui fotocamere aeree e strumentazione da ricognizione, come le compatte reflex aerotrasportate simili alla Reflex Korelle.
Nella fase post-bellica, le restrizioni sugli importazioni ottiche resero vantaggioso convertire le competenze belliche in produzione civile. Agilux ereditò interamente le capacità di produzione di ottiche, otturatori e meccanismi dalla sua capogruppo, realizzate tutte “internamente”, un approccio raro nella fotografia britannica .
Il primo modello presentato fu l’Agiflex, una reflex 6×6 su pellicola 120 basata su progetti militari e ispirata alla Korelle. Agiflex I (circa 1946–47) offriva mirino a visione reflex, meccanica robusta in alluminio pressofuso, ottiche intercambiabili (80 mm e 160 mm f/3.5), e otturatore a tendina interna montata su unità stagna. La produzione si estese alle versioni successive II (1949–54) e III (1954–55), introducendo velocità lente, nuovi montaggi e migliorie stilistiche, mantenendo l’approccio di progettazione “tutto in casa”.
Affiancata alla linea reflex, Agilux lanciò la Agifold, una fotocamera folding 6×6 destinata a un pubblico amatoriale. Gli esemplari del primo modello (1948–53) erano voluminosi e pesanti, evoluzione diretta di apparecchi militari, dotati di mirino combinato a mirino alto/low per inquadrature a occhio nudo e a livello d’occhio. Le versioni successive (rangefinder, series III e IV fino al 1959) introdussero telemetro uncoupled, esposimetro ad estinzione, leva d’armamento automatica tramite avanzo pellicola e raffinamenti meccanici.
Nei primi anni Cinquanta fu introdotta la Agiflash (1954–58), una compatta in bachelite nera da 127 con design asimmetrico e attacco flash integrato aziendale. Poco dopo, la Agiflash 44 (1959–64) passò a un corpo misto plastica/metallo, parabrezza flash superiore, due aperture semiautomatiche “Colour” e “B‑W” e alimentazione a batteria da 22,5 V per il flash integrato.
Agilux produsse anche le Agimatic e Agima (135) fino a fine anni Cinquanta, e modelli come Autoflash Super 44 e Colt 44 fino alla metà anni Sessanta. Tuttavia, la crescente importazione di fotocamere tedesche e giapponesi spinse Agilux fuori dal mercato, portando alla fine della produzione civile nei primi anni Sessanta (circa 1965), mentre AGI proseguiva nel settore militare.
Struttura meccanica e soluzioni ottiche
La gamma Agilux si contraddistingue per una coerenza tecnica marcata: corpi robusti, otturatori sviluppati internamente, meccanismi completi e otturatori propri, non derivati come spesso avveniva per molte aziende dell’epoca .
La Agiflash originale era una viewfinder semplice con corpo in bachelite, ottica menisco (Agilux 60 mm f/14), otturatore centrale a molla con velo fisso 1/35 s, vista Galileiana, attacco per flash bulb e finestra rossa per contafotogrammi . Non offriva possibilità di controllo manuale: solo avanzamento e scatto.
La Agiflash 44 era evoluzione di stile. Introdotta sul finire del decennio, venne realizzata con corpo plastico e parti metalliche stampate, dotate di due aperture selezionabili per lunghezze d’onda, ottica plastica menisco, 4×4 cm su pellicola 127, e leva per avanzamento . Contemporaneamente fu venduta anche come Ilford Imp, sfruttando la capacità OEM dell’azienda.
Le folding Agifold combinavano eredità militare e soluzioni civili: corpo in alluminio pressofuso, lente Agilux Anastigmat 75 mm f/4.5, telemetro uncoupled con regolazione a ruota, esposimetro ad estinzione con scala sul dorso, otturatore coperto fino a 1/350 s + B, apertura f/4.5–22, pistole d’avanzamento rapide o a manopola, anticamera zona rossa, caricamento tramite finestra rossa con leva d’armamento automatizzato e leva di armamento esterna. Le versioni più recenti presentavano riduzione del volume, levette in luogo di manopole ed estetica con influenza Art Deco, pur mantenendo le stesse strategie costruttive .
Le Agiflex rappresentano l’apice professionale Agilux negli anni Cinquanta. Dotate di corpo robusto, ottica inox a baionetta, obiettivi 80 mm e 160 mm, specchio reflex, mirino prismatico e meccanica interna copiata dalla Korelle ma con esecuzione autonoma, risultavano pesanti ma funzionali, rispondenti a standard semi-pro dell’epoca .
La costruzione interna privilegia semplicità e modularità: lo shutter Agilux era accessibile e rimuovibile, inserito a blocco, con ingranaggi personalizzati; i meccanismi d’avanzamento prevedevano leva o pompa, anticamera prevedeva sistemi antivibrazione e autoscatto; il telemetro uncoupled richiedeva trasferimento manuale della messa a fuoco, cosa che oggi contraddistingue questi modelli vintage da collezione .
I materiali e il design riflettono una value proposition accessibile: bachelite e plastica nei modelli consumer, metallo e ottone per reflex e folding, con un’estetica Art Deco marcata e leve funzionali. I controlli sono stati progettati per essere intuitivi e solidi, pur mantenendo tolleranze strette per precisione meccanica .
Agilux non possedeva linee di prodotto molto estese, ma ogni modello presentava un design integrato e coerente, con componenti progettati e prodotti al 100% in casa, un vantaggio distintivo rispetto ai concorrenti che spesso si affidavano a fornitori esterni .
Aggiornato Giugno 2025

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