Fondata nei primissimi anni del Novecento a Paris, la ditta Ets Bauchet & Cie fu una delle realtà manifatturiere francesi che contribuì alla meccanizzazione e miniaturizzazione degli strumenti ottici e fotografici nell’Europa prebellica. Il nome completo della compagnia, “Établissements Bauchet et Compagnie”, lasciava intuire una struttura industriale organizzata, capace di integrare in un unico polo produttivo le attività di progettazione ottica, tornitura meccanica di precisione, lavorazione dei metalli leggeri e trattamento delle superfici.
I primi prodotti realizzati da Bauchet non furono immediatamente destinati al settore fotografico, bensì al mondo scientifico e militare, in particolare strumenti per la rilevazione metrica, ottiche da osservazione e piccoli sistemi di collimazione. Tuttavia, tra il 1906 e il 1908, si registra una svolta commerciale significativa: Bauchet inizia a costruire otturatori centrali e corpi macchina compatti, con l’intento di rifornire le piccole botteghe fotografiche indipendenti e le prime ditte di assemblaggio di camere portatili.
Uno degli aspetti che distingueva Bauchet da molti altri piccoli fabbricanti del tempo era l’impiego sistematico di metalli leggeri non ferrosi, come l’alluminio, il duralluminio e lo zinco pressofuso, unito alla lavorazione di componenti modulari con filettature metriche standardizzate. Questo approccio consentiva l’intercambiabilità tra componenti di diversi apparecchi, una rarità in un’epoca in cui gran parte della produzione fotografica era ancora artigianale o semi-artigianale.
Nel periodo tra il 1910 e il 1914, Bauchet fu coinvolta anche nella fornitura di componenti per ottiche anastigmatiche e obiettivi fotografici a focale variabile, destinati a marchi terzi come Photo-Hall, Demaria-Lapierre e Gaumont. La manifattura si distinse per una spiccata capacità di produzione seriale, resa possibile da una catena di montaggio rudimentale ma efficiente, e da una manodopera altamente qualificata nella micromeccanica.
Il nome Bauchet apparve in modo diretto su alcuni modelli completi di fotocamere solo dopo il 1922, quando l’azienda decise di registrare ufficialmente un proprio marchio commerciale per il settore fotografico. La prima fotocamera interamente progettata, prodotta e venduta sotto il nome di Ets Bauchet fu la “Bauchet Universelle”, un apparecchio a soffietto destinato alla pellicola 6×9 su rullo di tipo 120, equipaggiato con un otturatore centrale a 3 velocità (1/25, 1/50, 1/100) e dotato di un obiettivo Menisque 105mm f/8, successivamente sostituito da un Petzval più luminoso (f/6.3).
Questa camera, pensata per l’utente amatoriale avanzato, era realizzata in lamiera d’acciaio verniciata a smalto nero, con rivestimento in pelle goffrata e finiture in ottone nichelato. Si trattava di una fotocamera robusta ma relativamente compatta, il cui vantaggio principale era l’affidabilità dell’otturatore, un componente interamente costruito in-house, senza dipendere da fornitori esterni.
Negli anni successivi, Bauchet introdusse due ulteriori modelli degni di nota: la “Excelsior Reflex Bauchet” (1926), una reflex a specchio per lastra singola 6,5×9 con otturatore frontale e schermo di messa a fuoco opalino, e la “Bauchet Stéréo”, un sistema binoculare destinato alla fotografia tridimensionale. Quest’ultimo, particolarmente raro, prevedeva l’uso simultaneo di due obiettivi e due camere lastra accoppiate, e fu destinato principalmente a un pubblico di professionisti e studiosi nel campo medico e topografico.
Sotto il profilo tecnico, le fotocamere prodotte da Bauchet erano riconoscibili per l’impiego di meccanismi di avanzamento a cremagliera, un controllo di messa a fuoco tramite slitta a vite elicoidale, e una costruzione meccanica estremamente precisa che riduceva al minimo le vibrazioni e le tolleranze d’accoppiamento. L’azienda mantenne sempre una forte verticalizzazione produttiva, preferendo produrre internamente anche piccole viti, ghiere filettate, leve di comando e supporti in ottone tornito.
L’affidabilità tecnica e la buona resa ottica resero i prodotti Bauchet apprezzati in particolare in ambito scientifico e medico, ma anche da fotografi di architettura e paesaggio, che necessitavano di strumenti resistenti, precisi e trasportabili in ambienti difficili.
Durante gli anni Trenta, la concorrenza dei grandi produttori tedeschi (Voigtländer, Zeiss Ikon, Nagel, Agfa) e il consolidamento dell’industria fotografica internazionale costrinsero aziende come Ets Bauchet & Cie a riconvertire parzialmente la propria produzione per mantenere margini economici. L’azienda iniziò quindi a fornire componenti ottici e meccanici per proiettori cinematografici, strumenti didattici e fotogrammetria, sfruttando la propria esperienza nella miniaturizzazione e nella lavorazione dell’ottone.
Allo stesso tempo, venne sviluppata una linea secondaria di camere a lastra per uso industriale, montate su stativi regolabili, con chassis in ghisa verniciata e frontali inclinabili. Tali strumenti furono impiegati in laboratori, stabilimenti grafici e aziende chimiche per riproduzioni di documenti tecnici, processi fotolitografici e controlli qualità basati su fotografia a contrasto elevato.
Parallelamente alla produzione, Bauchet partecipò a numerose fiere internazionali della fotografia e dell’ottica tra il 1925 e il 1938, esponendo modelli sperimentali che utilizzavano materiali innovativi, come bakelite, vetro trattato antiriflesso e membrane di celluloide per l’otturazione ad aria compressa. Queste sperimentazioni non sempre portarono a modelli commerciali, ma contribuirono a consolidare la reputazione tecnica della casa presso l’élite degli operatori industriali e tecnici.
L’azienda non abbandonò mai del tutto il mercato delle fotocamere compatte, ma preferì concentrarsi su nicchie professionali, come la microfotografia, la documentazione medica e la fotografia scientifica da laboratorio. In questi ambiti, la precisione meccanica e la possibilità di personalizzare l’apparato in base all’uso specifico rappresentavano un valore aggiunto irrinunciabile.
L’attività della Ets Bauchet & Cie proseguì fino all’occupazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. I documenti relativi alla fase bellica sono scarsamente conservati, ma fonti indirette suggeriscono che l’azienda venne parzialmente requisita per la produzione di componenti ottici destinati all’esercito tedesco e che la produzione fotografica civile fu interrotta nel 1942. Dopo la Liberazione, Bauchet non riuscì più a riprendere il ritmo produttivo prebellico, schiacciata dalla concorrenza angloamericana e dal crollo del mercato francese delle camere meccaniche.

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