Nel 1862, un contabile scozzese di nome James Skinner si avvicinò alla fotografia come hobby, apprendendo la tecnica dell’albumenizzazione dai maestri Thomas Rodger e George Washington Wilson. Nel 1864, abbandonò la sua carriera bancaria ad Aberdeen per fondare a Glasgow la Albion Albumenising Company, dedicata inizialmente alla produzione e vendita di carta sensibilizzata albuminica, realizzata con una tecnica “a doppia albumenizzazione” che consisteva nell’applicare una prima miscela di albume salato, seguendo una seconda albuminizzazione in camera a vapore per ottenere superfici trattenenti densa luce e durevole nel tempo. La sua capacità di perfezionare questa emulsione gli permise di vendere la carta in tutta la Scozia, poi a livello nazionale e infine fino a Londra, dove nel decennio successivo aprì uno stabilimento a Shepherd’s Bush, e un punto vendita all’ingrosso in Bath Street, Glasgow.
Nel tardo 1880, la società – ormai in partnership con George Donaldson Finlayson e con la partecipazione del figlio John Morison Skinner – attivò la produzione di fotocamere. Inizialmente realizzate come strumenti professionali da terrazza e studio, le prime macchine erano compatte e adatte all’uso con lastre in vetro, caratterizzate da corpi in legno di mogano, otturatore a tendina (roller-blind), e meccanismi con movimento anteriore “double-swing” per la messa a fuoco. Da quel momento l’azienda ampliò la gamma introducendo apparecchi destinati a fotografi dilettanti e viaggiatori: campi turistici, mezzi compatti e facili da trasportare.
Tra il 1896 e il 1899, a Glasgow aprirono sedi secondarie in West Nile Street e Frederick Street per la rivendita diretta, seguite da una sede secondaria in Edimburgo. Nel 1896 avvenne uno spostamento della sede da 96 Bath Street al numero 128 di Sauchiehall Street, dove si focalizzò maggiormente l’attività nel settore delle fotocamere. In quell’anno comparve sul mercato la Albion Aye‑Ready, una camera progettata per essere completamente autonoma, integrata in una custodia protettiva in tela cerata o pelle impermeabile e corredate di tre dark‑slide e box per cambi rapidi. Contemporaneamente vennero introdotti i modelli Half‑Plate Tourist Field Camera e Folding Hand Camera; il primo, datato circa 1886, presentava corpi in mogano, soffietti bordeaux, otturatore roller‑blind con doppia esposizione e movimento a piastra anteriore sfilabile, pensato per scatti veloci in esterni. Il secondo, datato intorno al 1899, si distingueva per una meccanica completa: supporto su treppiede integrato, arretramento anteriore, retro focalizzante, soffietto doppio a doppia estensione, lente Rectilinear di qualità e otturatore Bausch & Lomb a velocità variabile, offriva movimento di swing e back reversibile, con scala di messa a fuoco precisa.
Nel 1904, uno incendio distrusse lo stabilimento di Sauchiehall Street, costringendo l’azienda a ricostruire e a spostare la sede nel 1905 in Howard Street. Lì, l’attività si concentrò – oltre che sulle fotocamere – sulla produzione di supporti fotografici e servì come centro per distribuzione di montature fotografiche su misura. Si ritiene che la produzione di fotocamere cessò intorno al 1913, in concomitanza con l’aumento della popolarità dei formati a pellicola 35 mm e tedesca, che acquisirono rapidamente predominanza sul mercato. Nonostante ciò, la Albion rimase attiva nel settore sensibile fino ai primi anni del XX secolo.
Modelli principali
Le fotocamere della Albion Albumenising Company erano costruite con legno di mogano e ottone, materiali scelti per durabilità e stabilità. I soffietti, generalmente in pelle rossa o nera, erano collegati al corpo tramite anelli metallici calibrati con tolleranze millimetriche. Il corpo della camera era verniciato o cerato, rifinito a mano e dotato di giunti a mortasa, una caratteristica costruttiva di precisione.
Il modello Half‑Plate Tourist Field Camera (c. 1886) misurava probabilmente circa 25×30 cm nella sua configurazione aperta, con doppia estensione mediante guide retrattili e movimento anteriore che consentiva decentramento e inclinazione. L’otturatore era un roller‑blind (tendina a rullo), offriva esposizioni Time e Instantanee (tramite leva di sgancio), e poteva montare ottiche tipo Rapid Rectilinear o incluso menisco da brass f/8. Gli scatti erano protetti da indicatori meccanici, e il retro mobile, azionato mediante cremagliera e pignone, permetteva la precisa messa a fuoco su vetro smerigliato. L’estetica integrava un piatto rotante nei nodi strutturali collegati al treppiede, agevolando l’inquadratura panoramica.
Il Folding Hand Camera (c. 1899) aggiungeva uno sviluppo superiore della meccanica: corpo compatto con staffa di vista e treppiede integrati nello chassis, un robusto sistema rack‑and‑pinion per l’estrazione del soffietto doppio, movimento anteriore regolato da cremagliera e pignone, e un retro reversibile con finestra di messa a fuoco su vetro e scala graduata. La lente era solitamente una Rapid Rectilinear montata su otturatore Bausch & Lomb a velocità variabile, coprendo un’ampia gamma di tempi, e dotata di sistema di diaframmi intercambiabili. L’indicatore di tempo e la scala di messa a fuoco offrivano precisione per la fotografia in esterni. Il prezzo di listino era circa £4 10s, comprensivo di tre dark‑slide.
L’Albion Studio Camera (c. 1885) era un apparecchio di meccanica avanzata, costruito per professionisti: doppia estensione con soffietto a soffietto fino a circa 95 cm (38″), movimento di swing e inclinazione per front/back, treppiede a bilanciere integrato, retro con repeating back fixture, e doppia lente board per montare obiettivi di copertura diversa. Il costo era intorno a £5, comprendendo due frontalini per obiettivi e supporto per lastre 1/4 o half‑plate.
Un altro modello degno di nota era l’Aye‑Ready (c. 1896), curato per la mobilità e la facilità d’uso: tutto in uno, dotato di custodia robusta in tela cerata o pelle impermeabile, supportava tre dark‑slide o slide box intercambiabili, gli scatti erano protetti da un meccanismo interno di fissaggio, che consentiva armamento rapido sul campo. L’ergonomia era improntata all’immediatezza: chiusura a cerniera, bagno d’ottone verniciato, privo di componenti superflui per ridurre i tempi di montaggio.
I prezzi all’epoca variavano tra £4 (modelli portatili) e £5–6 (studio professional), con valutazioni odierne sul mercato del collezionismo che stimano il Tourist Half‑Plate tra 120–200 USD in buone condizioni, mentre le Folding Hand Camera e Studio Camera arrivano a gravare su cifre simili se complete e funzionanti .
Gli aspetti tecnici salienti comprendono:
Precisione costruttiva: giunti a mortasa, pignone/cremagliera su metallo e movimento intensamente calibrato.
Ottica: Rapid Rectilinear o menisco con diaframmi intercambiabili, montati su otturatori centrali di qualità.
Movimenti: swing, rise/fall, retro reversibile e rack-and-pinion con pignoni dedicati.
Soffietti: doppia estensione, rinforzo a soffietto, materiali robusti, saldati e rivestiti in pelle flessibile.
Armamento e scatto: otturatori roller-blind predisposti per doppia esposizione meccanica, indicatori visivi.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
Con una solida formazione accademica in storia dell’arte, ho sviluppato una profonda comprensione delle intersezioni tra fotografia, cultura e società. Credo fermamente che la fotografia non sia solo una forma d’arte, ma anche un potente strumento di comunicazione e un prezioso archivio della nostra memoria collettiva.
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