Fondata a Londra nel 1837 da William Watson, la società che diventerà in seguito la W. Watson & Sons Ltd. ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo della strumentazione ottica scientifica e fotografica del XIX e XX secolo. La data di costituzione della compagnia la colloca in un periodo di grande fermento tecnologico e sperimentale, e sin dai primi decenni di attività William Watson si distinse nella produzione di microscopi, telescopi e strumenti ottici di precisione, guadagnando una solida reputazione tra scienziati, università e accademie britanniche. Il marchio W. Watson & Sons Ltd. diventa ufficialmente tale nel 1883, quando l’azienda passa nelle mani dei figli del fondatore, che ne consolidano la trasformazione da bottega artigianale a realtà industriale specializzata.
Il quartier generale fu a lungo situato al numero 313 della High Holborn, una delle arterie commerciali e tecniche più attive della Londra vittoriana. Lì vennero realizzati numerosi strumenti destinati alla medicina, alla biologia, all’ingegneria e, a partire dalla metà degli anni 1850, anche alla fotografia, ambito nel quale l’azienda lasciò un’impronta duratura attraverso una produzione ampia e articolata di macchine fotografiche da studio, da viaggio, a soffietto, stereo e da campo. Il passaggio dalla prima generazione a quella successiva fu segnato da un ampliamento importante delle strutture produttive, con l’apertura di nuovi laboratori di ottica, sezioni dedicate alla meccanica di precisione e un sistema di distribuzione capillare nei territori dell’Impero Britannico.
Sebbene la Watson avesse inizialmente concentrato le proprie energie sulla microscopia scientifica, è nel campo della fotografia professionale da studio che l’azienda costruisce la sua identità nel settore fotografico. La grande qualità della lavorazione in legno, l’accuratezza delle meccaniche e la precisione delle ottiche utilizzate fecero delle fotocamere Watson strumenti molto apprezzati da ritrattisti, operatori scientifici e fotografi di paesaggio. Alcuni esemplari furono persino impiegati in missioni esplorative e scientifiche britanniche nei territori coloniali.
Produzione fotografica: modelli, materiali e caratteristiche tecniche
La produzione fotografica della W. Watson & Sons Ltd. fu sempre caratterizzata da una forte attenzione all’ingegneria meccanica, all’affidabilità e alla precisione. Le macchine fotografiche realizzate tra la fine dell’Ottocento e i primi tre decenni del Novecento riflettevano i più alti standard qualitativi del mercato britannico, e possono essere divise in diverse categorie distinte per tipologia d’uso, formato e utenza.
Uno dei modelli più rappresentativi fu la “Acme Studio Camera”, destinata a studi fotografici professionali. Questo apparecchio si distingueva per il robusto corpo in legno di mogano lucidato a mano, per i dettagli in ottone pieno e per la precisione del sistema di messa a fuoco su rotaie a cremagliera. Il vetro smerigliato era di alta qualità, e il sistema di traslazione del piano pellicola permetteva regolazioni micrometriche, essenziali per i ritratti con grande controllo della profondità di campo.
La “Alpine Camera”, invece, rappresentava la linea da campo e da viaggio, progettata per essere ripiegabile, leggera e maneggevole, pur mantenendo elevata qualità ottica. Questi modelli erano spesso dotati di soffietti in pelle vulcanizzata, telaio pieghevole e piastre intercambiabili. Erano disponibili in diversi formati, compresi il quarter-plate, half-plate e whole-plate, e potevano essere dotate di ottiche sia Watson sia di terze parti, come le Dallmeyer o le Ross.
Un altro segmento importante fu quello delle macchine stereo, in cui la W. Watson & Sons Ltd. si impose con prodotti di particolare raffinatezza meccanica. La Stereo Watson permetteva l’uso simultaneo di due lastre per la realizzazione di fotografie tridimensionali, destinate a visori stereoscopici. L’allineamento ottico e la sincronizzazione dei due otturatori era calibrata con precisione, a testimonianza del grado di sofisticazione che la casa inglese era in grado di offrire.
La Watson era anche produttrice di otturatori a tendina centrale e a ghigliottina, oltre che di accessori come statìvi in legno, visori a mano, cassette portalastre e schermi oscuranti. Per quanto riguarda le ottiche, oltre alla produzione interna, l’azienda collaborava con Taylor, Taylor & Hobson, Dallmeyer, Ross e altre importanti ditte ottiche del tempo, offrendo al cliente diverse opzioni in base alla destinazione d’uso.
Parallelamente alla sua affermazione nel settore fotografico, la W. Watson & Sons Ltd. mantenne sempre un legame stretto con il mondo accademico, medico e militare. La società fu per decenni fornitrice ufficiale di microscopi da laboratorio, camere oscure portatili, teodoliti fotografici e camere di registrazione astronomica. Questo contributo multidisciplinare consolidò la reputazione della Watson come uno dei nomi più affidabili nel campo della strumentazione ottica inglese.
Durante la Prima Guerra Mondiale, la Watson produsse strumenti ottici di precisione per le esigenze del War Office britannico. Tra questi figurano telemetri a base lunga, obiettivi per aerofotografia, macchine fotografiche per palloni aerostatici e dirigibili, oltre a camere per la documentazione chirurgica da campo. L’efficienza produttiva e l’affidabilità degli strumenti spinsero il governo britannico a confermare la Watson come fornitrice anche durante il secondo conflitto mondiale, sebbene il ramo strettamente fotografico fosse ormai ridimensionato rispetto alla fase prebellica.
L’apporto alla ricerca scientifica fu significativo anche nel campo della fotomicrografia, dove l’azienda fornì microscopi dotati di fotocamere speciali per la documentazione di tessuti, strutture cellulari e analisi chimiche. Questo tipo di apparecchiatura prevedeva l’utilizzo di otturatori ad alta precisione temporale, obiettivi acromatici ed apocromatici, illuminatori a gas e successivamente elettrici, oltre a complessi sistemi di posizionamento su tre assi micrometrici.
Negli anni Trenta, la W. Watson & Sons Ltd. avviò anche una linea di prodotti dedicati all’astronomia fotografica, con telescopi dotati di supporti equatoriali motorizzati e camere a lunga esposizione. Alcuni esemplari furono acquistati da osservatori privati e università in tutto il Regno Unito, e sono oggi oggetto di collezione.
Il secondo dopoguerra rappresentò un momento critico per la W. Watson & Sons Ltd. Il progressivo passaggio dalla fotografia su lastra al formato pellicola, e la crescente importazione di fotocamere tedesche e giapponesi sul mercato inglese, resero i prodotti Watson via via più marginali, sia per motivi di prezzo che di peso e ingombro. L’azienda si concentrò quindi sul proprio core business originario: la produzione di microscopi, strumenti ottici da laboratorio e dispositivi scientifici, ambiti nei quali conservava ancora una quota di mercato rilevante.
Le macchine fotografiche professionali a soffietto, seppure ancora prodotte in piccola serie per clienti specifici fino alla fine degli anni Cinquanta, persero progressivamente rilevanza, anche a causa dell’affermarsi della fotografia portatile e del sistema reflex. Nel frattempo, aziende come Leica, Zeiss Ikon, Voigtländer, Kodak e Pentax stavano rivoluzionando il mercato, proponendo fotocamere di alta qualità, ma più economiche, compatte e tecnologicamente avanzate rispetto alle classiche camere da lastra in legno.
Alcuni cataloghi della W. Watson & Sons Ltd. continuano a circolare tra i collezionisti, in particolare quelli datati tra il 1900 e il 1925, che rappresentano una documentazione preziosa della storia tecnica e stilistica della fotografia di quel periodo. Gli esemplari sopravvissuti delle fotocamere Watson sono oggi conservati in musei di storia della scienza, collezioni universitarie e archivi fotografici specializzati, soprattutto nel Regno Unito e in Nord America.
La società fu assorbita da un conglomerato industriale britannico nel corso degli anni Sessanta, segnando la fine del marchio Watson come entità indipendente nel mercato fotografico e ottico. Tuttavia, il nome sopravvive nella memoria storica come simbolo di un’epoca in cui la precisione artigianale britannica seppe coniugarsi con l’innovazione scientifica e fotografica più avanzata.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
Con una solida formazione accademica in storia dell’arte, ho sviluppato una profonda comprensione delle intersezioni tra fotografia, cultura e società. Credo fermamente che la fotografia non sia solo una forma d’arte, ma anche un potente strumento di comunicazione e un prezioso archivio della nostra memoria collettiva.
La mia esperienza si estende oltre la scrittura; curo mostre fotografiche e pubblico articoli su riviste specializzate. Ho un occhio attento ai dettagli e cerco sempre di contestualizzare le opere fotografiche all’interno delle correnti storiche e sociali.
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