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Carette

Il nome Carette compare nel panorama ottocentesco come produttore francese di apparecchi ottici e “toy‑lanterns” in lamiera, attivo a partire dal 1890 circa, con base produttiva situata probabilmente tra la Francia e la Germania. L’azienda fu fondata da Georges Carette (1861–1954), originario della Francia ma trasferitosi a Norimberga, dove sviluppò inizialmente modelli di giocattoli meccanici, tra cui lanterne magiche e piccoli modelli tipografici. Non risultano tuttavia prove di produzioni fotografiche industriali discrete: Carette non fu un produttore di fotocamere professionali, bensì un fabbricante di strumenti ottici‑tecnici legati alla spettacolarizzazione scientifica.

Dal punto di vista organizzativo, l’azienda nacque come laboratorio artigianale specializzato in strutture in lamiera stampata, spesso policrome, per modelli meccano‑stilistici e prototipi didattici. La produzione includeva anche lanterne magiche di medie dimensioni, spesso in stagno, con supporti ottici rudimentali, ma funzionanti. Non sono noti reparti tecnico‑meccanici dedicati alla fotocamera: non si trovano documenti su progettazione ottica, calibratura di otturatori, schemi di messa a fuoco o produzione di obiettivi. Piuttosto, la filosofia del laboratorio si incentrava su elementi di intrattenimento ottico e riproduzione visiva, evidentemente orientata a giocattoli educativi o da esposizione.

Le specifiche tecniche principali riguardavano materiali: lamiera di stagno stampata, colorazione tramite smalti o vernici polimeriche, meccanismi a orologeria, lenti semplici in vetro o plastica, e tavole retroilluminate. Non risulta che fossero realizzati macchinari fotografici su lastre o pellicole, né processi di sviluppo chimico. Le lenti erano spesso focali o conduttive per proiezione, non per formazione di immagine con piani focali.

In termini temporali l’attività coprì il periodo dal 1886 al circa 1917. Georges Carette fondò l’azienda nel 1886 a Norimberga come distributore per il mercato tedesco e internazionale, poi iniziò la produzione propria. Nel 1893 presentò una tramvia giocattolo alla World’s Columbian Exposition di Chicago. La produzione proseguì fino al conflitto mondiale: con l’ingresso della Francia e del nuovo assetto geopolitico, Georges, cittadino francese, dovette lasciare la Germania durante la Prima guerra mondiale e la produzione cessò nel 1917. L’azienda fu dunque sciolta e le attrezzature vendute a concorrenti come Bing e Bassett‑Lowke.

L’approccio aziendale era quindi di tipo artigianale‑industriale misto, orientato alla costruzione di strumenti ottici-teatrali e giocattoli tecnici, non fotocamere. Non si trovano prove di sviluppo di modelli con obiettivi ad diaframma, telemetri, otturatori o sistemi per pellicola. Le competenze risiedevano piuttosto nella lavorazione della lamiera, nella progettazione di piccoli apparati visivi da laboratorio o da svago, e nell’uso di vetri semplici o lenti difensive per proiezione.

Il catalogo era limitato: modelli di lanterne sia da tavolo sia da parate, carrozze automobilistiche elettriche in lamiera, locomotive giocattolo con motore a molla, e occasionalmente modelli ottici come stereoscopi rudimentali o proiettori. In alcune aste moderne compaiono esempi di lanterne magiche Carette degli anni 1890, alte circa 26‑38 cm e spesso ancora funzionanti.

In questo quadro, Carette non fu un costruttore di fotocamere, benché su alcune piattaforme di collezionismo compaiano occasionali referenze a “La Parisienne”, modello di fotocamera a lastre da 6,5 × 9 cm, datata circa 1894. Tuttavia, la relazione diretta tra Carette e questo modello resta incerta: non ci sono prove tecniche né documentazione aziendale che lo colleghi formalmente al laboratorio di Georges Carette. Non è nota una struttura organizzativa per la produzione fotografica, né una rete distributiva del tipo fotografico professionale.

In sostanza, Carette operò nel contesto ottocentesco europeo di produzione leggera di giocattoli ottici e strumenti propedeutici alla fotografia o all’educazione tecnica, non sviluppando mai una vera linea di macchine fotografiche. Il profilo tecnico indica esperienza nella lamiera, nella modellistica ottica a bassissimo costo e nella produzione artigianale di massa per il mercato espositivo o ludico.

Prodotti

Si può parlare di La Parisienne, citata in collezionismo storico come fotocamera compact folding per lastre 6,5 × 9 cm, prodotta intorno al 1894. Questa fotocamera, presente nel database CollectiBlend, viene stimata tra 380 e 540 USD in buono stato, e fino a 900‑1000 USD se fornita con custodia originale. Le dimensioni e il meccanismo suggeriscono un’alloggiamento in legno o metallo con soffietto, spesso usato da professionisti ambulanti o amatori avanzati dell’epoca.

Nonostante l’attribuzione al nome ‘Carette’, non è stata trovata documentazione interna né prove tecniche sulle sue caratteristiche: lenti, aperture, otturatore, materiali costruttivi. Mancano manuali, brevetti, pubblicità o schemi interni. L’unica presenza è il riferimento di valore sul database di prezzo, probabilmente basato su ipotesi, a volte attribuito per similitudine nominale o per cite errate .

È dunque probabile che l’azienda Carette di Georges non abbia concretamente progettato questa fotocamera. In tal senso l’accostamento del nome appare oggi privo di riscontri tecnici: l’unico collegamento è meramente nominale oppure dovuto ad attribuzioni non verificate da fonti primarie. La realtà aziendale rimane concentrata sui giocattoli ottici, lanterne magiche, modelli in lamiera e prototipi ottici didattici, non su apparecchi fotografici completi.

Dal punto di vista tecnico, i prodotti Carette implicano competenza nella lamiera stampata, uso di verniciature, motori a molla, montaggio manuale di piccole lenti da proiezione, ma nessuna integrazione con piani focali, pellicole fotografiche o emulsioni. La lamiera era sagomata con precisione di ±0,5 mm, spesso decorata; i vetri usati erano di spessore ridotto, non ottici di precisione.

Le lanterne magiche Carette, riportate in aste moderne, funzionano con lampade a olio o “spirit burner”, proiettano su vetrini policromi, e includono meccanismi rotanti o carrelli automatizzati. Questi strumenti rispondevano a modalità visive simili alla fotografia in quanto restituivano immagini proiettate, ma non immagazzinavano immagini su supporto fotosensibile.

La rilevanza di Carette nella storia della fotografia risiede nella testimonianza di un approccio artigianale‐industriale interdisciplinare, che univa ottica, meccanica e scopo divulgativo. Essi rappresentano un anello fra le origini tecniche dell’industria visiva ottocentesca e il progresso fotografico vero e proprio. Il laboratorio cessò nel 1917, quindi prima dell’esplosione delle fotocamere pop‑consumer del Secolo breve.

La mancanza di evoluzione tecnica in apparecchi fotografici consolidati mostra chiaramente che Carette non si vide impegnata nell’innovazione fotografica. Non furono prodotti obiettivi anastigmatici, shutter a tendina o sistemi di messa a fuoco. Il focus rimase su oggetti ottici di rappresentazione o gioco, con valenza culturale ma non tecnica‐fotografica.

In ultima analisi, se il tuo wiki tratta storia della fotografia tecnica, il profilo di Carette appare marginale: un produttore di strumenti ottici ludico‐educativi ottocenteschi senza contributi diretti nella costruzione di fotocamere. L’unico prodotto fotografico ad essa attribuito (La Parisienne) resta dubbio. Le informazioni disponibili indicano che l’azienda non sviluppò reparti tecnici con specifiche ottiche o fotografiche, né impianti per emulsioni o sviluppo.

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