La Wünsche Aktiengesellschaft für photographische Industrie venne fondata nel 1899 nel quartiere di Reick, allora alla periferia di Dresda, da Ludwig Wünsche, ingegnere elettrotecnico e appassionato di chimica fotografica. L’intuizione di Wünsche fu quella di unire competenze di fototecnica e meccanica di precisione per offrire al nascente mercato tedesco un’alternativa alle apparecchiature francese e britanniche, fino ad allora dominanti. Il primo stabilimento, costruito sulle sponde dell’Elba, conteneva laboratori di fusione del vetro, officine meccaniche per utensili di tornitura e una sezione dedicata allo sviluppo di emulsioni fotografiche. Questa doppia anima — ottica e chimica — rese l’azienda fin dall’inizio una delle pochissime realtà in grado di controllare sia la qualità delle lenti sia quella dei supporti sensibili.
L’attività iniziale consisteva nella produzione di lastre fotografiche su vetro al bromuro di argento, di piccole dimensioni (9×12 cm), destinate ai fotografi amatoriali e professionisti emergenti. Le emulsioni venivano formulate internamente, dosando minerali di argento finemente macinati con gelatine ad alto indice di purezza e additivi stabilizzanti, per garantire una sensibilità uniforme lungo tutto il lotto di produzione. Le lastre risultavano caratterizzate da una graduazione contrastica moderata (sin dall’inizio scelta di riferimento), con una resa tonale capace di restituire sia dettagli nelle luci sia ombre profonde, ideale per il ritratto e il paesaggio.
Parallelamente, Wünsche inaugurò un reparto di meccanica per la fabbricazione di soffietti pieghevoli in tessuto cerato e gomma vulcanizzata, destinati ai corpi macchina di allora. Il processo comprendeva la sagomatura del tessuto a strati multipli, la cucitura rinforzata con filo di lino cerato e un trattamento di impermeabilizzazione a base di resine naturali e derivati di caucciù. Il risultato era un soffietto con una tenuta alla luce pressoché totale, capace di mantenere elasticità e forma anche dopo migliaia di aperture.
Entro il 1903, Wünsche AG diventò fornitore esclusivo di componenti per alcune tra le più note case tedesche, come Ernemann e Balda, che incorporavano le lenti Wünsche e i suoi soffietti nei modelli di fascia alta. Ludwig Wünsche istituì un servizio di collaudo ottico basato su tavoli di prova con reticoli a linee per millimetro e micrometri integrati, capaci di misurare la risoluzione effettiva delle lenti fino a 80 lp/mm. Questo livello di precisione era all’epoca inaccessibile a gran parte dei produttori europei e rese la fabbrica di Reick un punto di riferimento per chi cercava affidabilità e tarature certificate.
Il passaggio da piccola saracinesca artigiana a Aktiengesellschaft avvenne nel 1907, quando Ludwig decise di cedere parte del capitale a investitori di Dresda e Lipsia, ampliando così la capacità produttiva e le risorse destinate alla ricerca. Venne creato un laboratorio di chimica dell’emulsione fotografica, diretto dal giovane dottorando Herbert Knosp, che si dedicò ai primi studi su emulsioni pancromatiche, in grado di rispondere alle lunghezze d’onda del verde e del rosso. Le colture sperimentali resero possibili lastre con sensibilità estesa rispetto ai modelli in commercio, anticipando le future pellicole pancromatiche degli anni Venti.
La filosofia aziendale riposa su tre pilastri: il controllo totale del processo produttivo, la ricerca sperimentale in ottica e chimica fotografica, e la taratura individuale di ogni singolo lotto di lenti e di lastre. Questi elementi confluirono nel lancio, nel 1909, della prima Fotochek, una testa di esposizione meccanica per apparecchi di studio che integrava un photometro al selenio, costruito nei laboratori Wünsche, con un sistema a lamella calibrato per tempi da 1 s fino a 1/200 s. La Fotochek divenne lo strumento preferito dagli studi più all’avanguardia, segnando l’ingresso di Wünsche AG anche nel settore degli esposimetri.
Innovazioni tecniche e gamma prodotti tra le due guerre
Tra il 1918 e il 1933, Wünsche AG consolidò il suo ruolo di leader tecnologico, introducendo numerosi brevetti nel campo delle otturazioni e dei sistemi reflex. Subito dopo la Prima Guerra Mondiale, l’azienda sviluppò un otturatore a tendina metallica con guide registrate micrometricamente, capace di raggiungere tempi di 1/500 s. Questo progetto, denominato Wünsche Rapid, impiegava molle in acciaio al cromo-vanadio e un ingegnoso sistema di ammortizzamento pneumatico per garantire costanza e precisione di scatto, anche alle temperature più basse.
Il reparto ottico, sempre guidato da Herbert Knosp, sperimentò nuovi vetri a bassa dispersione importati da Jena e Jablonec, realizzando lenti con correzione delle aberrazioni fino al 40 % superiori alle soluzioni concorrenti. Tali lenti trovarono posto nei modelli di punta quali la Wünsche Tetraphot, una fotocamera a soffietto e lastre 9×12 cm con innesto per obiettivo intercambiabile e messa a fuoco a cremagliera, apprezzata per la sua nitidezza e resa cromatica.
Nello stesso periodo l’azienda si spinse nel segmento delle pellicole a rullo. Nel 1923 fu lanciata la Wünsche Rollflex, una fotocamera bifocale in formato 6×9 cm con otturatore centrale sincronizzato al flash. Il meccanismo di avanzamento pellicola era realizzato con un ingranaggio epicicloidale, in modo da garantire uno spazio di 60 mm tra i fotogrammi e un tensionamento costante, cruciale per evitare deformazioni della pellicola stessa. Sul fronte ottico la Rollflex montava un Anastigmat Zeiss-licensed 1:4,5 f/105 mm, testato su tavoli ottici e corredato da trattamento antiriflesso multistrato sviluppato internamente.
Una delle invenzioni più significative fu la prima reflex monoblocco prodotta da Wünsche, chiamata Wünsche Reflexa 35, presentata al Photokina di Colonia nel 1930. Si trattava di una reflex 35 mm con pentaprisma a tetto e mirino galileiano ingrandito 0,8×, progettata per competere con la Exakta. Il sistema di specchio, basato su un motore a molla calibrato, poteva sopportare oltre 50.000 cicli di scatto senza registrare deriva meccanica, grazie all’adozione di cuscinetti a sfere in acciaio inox e di guide rivestite in bronzo fosforoso. Il prototipo riscosse interesse immediato e fu prodotto in piccole serie fino al 1935.
Durante questi anni la gamma si completò con esposimetri auto-ereggenti come la Wünsche Luxmeter, dotata di cellula al selenio e regolazione automatica dei tempi di posa tramite un sistema di ingranaggi differenziali che trasmetteva il movimento direttamente all’otturatore del corpo macchina. Il Luxmeter fu uno dei primi strumenti in grado di fornire letture accurate entro ±⅓ di diaframma, anticipando le fotocamere a esposizione automatica degli anni Cinquanta.
Su un piano più sperimentale, Wünsche AG realizzò prototipi di fotocamere panoramiche a banco ottico con decouché (movimento di decentramento) e con ottiche rotanti, che permettevano di scattare immagini fino a 120° di campo. Benché non entrati in produzione di massa, questi modelli furono esposti alle fiere internazionali e consolidarono la fama dell’azienda come fucina di ingegneria ottica.
Impatto dell’industria bellica, transizione post–Seconda Guerra Mondiale e anni Cinquanta
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Wünsche AG fu chiamata a contribuire allo sforzo bellico producendo apparecchiature di ricognizione aerea e ottiche per binocoli militari. Il reparto ottico venne riconvertito per la realizzazione di lenti ad alta rifrazione e di obiettivi tele fino a 600 mm f/5,6, utilizzati su aerocamere di ricognizione. Le macchine fotografiche civili videro drastiche riduzioni produttive, ma lo sviluppo di tecniche di molatura rapida e di trattamento antiriflesso in atmosfera controllata fu accelerato dallo sforzo bellico, gettando le basi per i prodotti post-bellici.
All’ultimo conflitto sopravvissero sia gli stabilimenti di Dresda sia quelli secondari trasferiti a Lipsia. Nel 1946, sotto la supervisione delle autorità di occupazione sovietica, l’azienda venne ricostituita come VEB Wünsche Reick, mantenendo però il know-how tecnico dei vecchi ingegneri. Nel 1949 fu ristabilito il controllo privato dei vecchi azionisti tedeschi, e il marchio tornò a operare in economia di mercato.
Il rilancio iniziò con la riedizione del modello Tetraphot II, ora dotato di otturatore a tendina in materiale composito e di messa a fuoco micrometrica migliorata con guide in acciaio per viteria a filettatura fine. Nello stesso periodo si svilupparono nuove emulsioni pancromatiche per formato 135 (35 mm), lanciate come Wünsche Panchro 100, particolarmente adatte al reportage giornalistico per la loro granulosità fina e la rapida latitudine d’esposizione.
Negli anni Cinquanta l’azienda tornò al mercato delle reflex con la Wünsche Reflexa II, che integrava un esposimetro interno basato su una cellula CdS, un sistema di preselezione del diaframma e una ghiera di selezione tempi coassiale alla ghiera del fuoco, anticipando le fotocamere 35 mm semiautomatiche. La Reflexa II riscosse successo soprattutto in Scandinavia e nei Paesi Bassi, dove venne apprezzata per l’ergonomia e la robustezza del corpo macchina in lega di magnesio.
Parallelamente, nel settore delle emissioni fotografiche, Wünsche riprese la produzione di lastre di vetro e di pellicole a rullo, ma la concorrenza di grandi case internazionali come Kodak e Agfa impose una drastica riorganizzazione. Nel 1958 l’azienda siglò un accordo di licenza con Zeiss Ikon, consentendo la condivisione di brevetti su ottiche a bassa dispersione e su sistemi di messa a fuoco automatica, con la conseguente ristrutturazione del reparto ricerca.
Declino, acquisizioni e chiusura
Negli anni Sessanta il mercato globale delle fotocamere divenne sempre più competitivo: la produzione di massa in Giappone, i costi di manodopera più contenuti e l’avvento dell’elettronica transistorizzata resero difficile per Wünsche AG competere sui volumi e sui prezzi. Nel 1965 l’azienda fu ceduta al gruppo Vereinigte Kamerawerke, che ne mantenne la sede di Reick come centro di sviluppo ottico, mentre la produzione veniva trasferita in Polonia.
Nonostante ciò, molte innovazioni Wünsche sopravvissero nei prodotti del gruppo: l’otturatore pneumatico Rapid venne adottato sulle fotocamere di medio formato, e il sistema di preselezione del diaframma coassiale trovò applicazione nei modelli di fascia alta venduti fino agli anni Settanta. Gli archivi tecnici di Reick, conservati in un deposito storico di Dresda, contengono prototipi di reflex con esposizione automatica elettrica, rudimentali ma precursori degli sviluppi successivi.