La Wm. R. Whittaker Co. fu una società americana attiva nella produzione di apparecchi fotografici e attrezzature da studio, fondata verso la fine del XIX secolo da William R. Whittaker, tecnico meccanico e imprenditore con una formazione solida nell’ambito della falegnameria di precisione e dell’ingegneria ottica. L’azienda fu registrata attorno al 1893 e stabilì la sua sede principale a Los Angeles, California, una scelta logistica e strategica non comune per l’epoca, considerando che gran parte dell’industria fotografica statunitense era concentrata sulla costa orientale, in stati come New York, Massachusetts e Illinois.
Whittaker, proveniente da un background tecnico legato all’ingegneria meccanica applicata alla fotografia, intuì le potenzialità di un mercato in crescita come quello della fotografia professionale da studio e della fotografia paesaggistica e topografica sul territorio americano occidentale, ancora scarsamente coperto dai grandi marchi dell’Est. In un periodo in cui la documentazione fotografica di spazi aperti, montagne, canyon, deserti e insediamenti urbani in rapida espansione stava diventando un elemento centrale nella rappresentazione dell’identità americana, Whittaker iniziò a progettare e realizzare camere da campo di grande formato, costruite con legni pregiati e meccaniche ad alta precisione.
L’approccio produttivo della Wm. R. Whittaker Co. fu improntato fin dall’inizio su un modello semi-artigianale, con un’attenzione particolare alla qualità costruttiva, alla modularità dei componenti e alla possibilità di personalizzare gli apparecchi secondo le esigenze del fotografo. Ciò le consentì di posizionarsi con successo sul mercato dei fotografi professionisti itineranti, degli studi commerciali e degli operatori governativi incaricati di rilevamenti topografici o documentazioni civili.
Nella prima fase, l’azienda si distinse soprattutto per la produzione di camere 8×10, 11×14 e 14×17, tutte caratterizzate da una struttura pieghevole con soffietto a doppia estensione, base scorrevole, e movimenti indipendenti del piano anteriore e posteriore. Si trattava di fotocamere pensate per l’utilizzo con lastre in vetro, ma compatibili anche con rulli portapellicola grazie a dorso intercambiabile, seguendo l’evoluzione dei supporti sensibili di inizio Novecento.
Caratteristiche tecniche e innovazioni costruttive
Il successo dei prodotti della Wm. R. Whittaker Co. va attribuito in gran parte alla qualità ingegneristica delle macchine da campo, che venivano realizzate in essenze selezionate come ciliegio, mogano honduregno e noce americano, trattati con vernici a spirito per ottenere una resistenza elevata all’umidità e agli sbalzi termici. I componenti metallici — guide, cremagliere, cerniere, bloccaggi e manopole — erano costruiti in ottone lucidato o nichelato, lavorati con tolleranze di altissimo livello per l’epoca.
Una delle principali innovazioni introdotte da Whittaker fu il sistema di focalizzazione a doppia cremagliera, che consentiva una regolazione molto fluida dell’estensione del soffietto su entrambi i lati del banco ottico. A ciò si aggiungeva un meccanismo a basculaggio indipendente (front tilt e back tilt), molto apprezzato dai fotografi specializzati in architettura e paesaggio, perché consentiva la correzione prospettica direttamente in fase di ripresa. Il piano posteriore poteva inoltre essere basculato e traslato, offrendo un controllo completo del piano focale di Scheimpflug e permettendo al fotografo di gestire in modo preciso profondità di campo e parallelismo tra soggetto e piano pellicola.
Le camere erano equipaggiate con vetri smerigliati incernierati, spesso protetti da coperture a molla, che consentivano una composizione accurata anche in condizioni di luce diretta. Il dorso poteva accogliere holder multipli per lastre oppure magazzini a caricamento continuo, e in alcune versioni vennero realizzate anche versioni stereoscopiche, sebbene in piccole quantità. Le fotocamere erano spesso abbinate a ottiche di terze parti, come Goerz Dagor, Bausch & Lomb Rapid Rectilinear o Voigtländer Euryscop, montate su otturatori Compound o Ilex, a seconda della richiesta del committente.
Tra gli elementi distintivi della produzione Whittaker vi fu anche l’inclusione di sistemi di livellamento integrati, come bolle d’aria a doppio asse e piedini regolabili per adattarsi a superfici irregolari durante le riprese sul campo. Alcuni modelli venivano venduti in kit completi di treppiede in legno, cofanetto in cuoio rinforzato, copertura nera per la messa a fuoco, lastre sensibilizzate, e manuale operativo, rappresentando una soluzione “tutto in uno” per il fotografo itinerante.
Particolare attenzione fu posta anche alla riparabilità degli apparecchi: ogni componente poteva essere smontato con utensili comuni, e l’azienda offriva un servizio di assistenza post-vendita, compreso l’invio di parti di ricambio per corrispondenza, elemento che ne aumentò la diffusione tra i fotografi del West e del Sud degli Stati Uniti.
Un modello particolarmente rappresentativo fu la Whittaker 14×17 Field Studio Camera, che, pur destinata a usi da cavalletto, offriva un disegno compatto per il trasporto, con snodi ripiegabili e impugnature in pelle per la movimentazione. Alcuni esemplari furono adottati da università e istituzioni scientifiche per documentazione archeologica e botanica, segno della fiducia nelle prestazioni ottiche e meccaniche del marchio.
Espansione, concorrenza e cessazione dell’attività
Nel primo decennio del XX secolo, la Wm. R. Whittaker Co. riuscì a espandere la propria rete commerciale anche oltre la California, collaborando con distributori e negozi specializzati in fotografia a Chicago, Denver, San Francisco e New York. La produzione restò tuttavia su scala contenuta, e il marchio mantenne una vocazione elitaria, destinando i propri apparecchi a una clientela professionale disposta a investire in attrezzature di fascia alta. Questa scelta strategica la pose in una posizione diversa rispetto a concorrenti come Eastman Kodak, che invece puntavano alla diffusione massiva e al pubblico dilettante.
La concorrenza con produttori industriali più strutturati si fece più difficile a partire dagli anni ’20, quando l’introduzione di fotocamere portatili in metallo, pellicole in rullo e otturatori centrali sempre più compatti rese le grandi camere in legno meno pratiche per il mercato generale. Sebbene Whittaker continuasse a produrre su ordinazione, la domanda globale si stava spostando verso la miniaturizzazione e l’automazione del processo fotografico, lasciando poco spazio per le camere da campo classiche.
Un altro fattore critico fu il crollo del mercato delle lastre fotografiche in vetro, sostituite da pellicole flessibili e rullini sempre più sofisticati. Le camere Whittaker, seppur adattabili con schienali intercambiabili, non potevano competere in termini di peso e praticità con le nuove 35 mm, e il loro ambito di utilizzo si restringeva ai soli studi di ritratto, al documentarismo scientifico e alla fotografia d’arte.
A fronte di questa trasformazione del settore, la Wm. R. Whittaker Co. progressivamente ridusse la produzione. Non risulta una data esatta di chiusura, ma fonti d’archivio indicano che tra il 1932 e il 1934 l’azienda cessò l’attività regolare, probabilmente a causa della Grande Depressione, che colpì duramente le piccole imprese manifatturiere. Alcuni ex dipendenti continuarono a lavorare come tecnici indipendenti, offrendo servizi di manutenzione e restauri, soprattutto nella zona di Pasadena e Santa Barbara.
Nonostante la sua scomparsa dal panorama industriale, gli apparecchi firmati Wm. R. Whittaker sono oggi ricercati dai collezionisti per la qualità esecutiva e per il valore storico che rappresentano nella fotografia americana d’inizio Novecento. Esistono ancora esemplari perfettamente funzionanti, usati anche in contesti fotografici contemporanei che valorizzano il processo a contatto su carta salata o platino-palladio, per cui i grandi negativi Whittaker risultano ideali.
La raffinatezza costruttiva, la precisione meccanica e l’eleganza del design collocano oggi le camere Whittaker tra gli oggetti più rappresentativi della fotografia artigianale americana pre-industriale, costituendo un riferimento imprescindibile per studiosi e conservatori di tecnologie fotografiche storiche.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
Con una solida formazione accademica in storia dell’arte, ho sviluppato una profonda comprensione delle intersezioni tra fotografia, cultura e società. Credo fermamente che la fotografia non sia solo una forma d’arte, ma anche un potente strumento di comunicazione e un prezioso archivio della nostra memoria collettiva.
La mia esperienza si estende oltre la scrittura; curo mostre fotografiche e pubblico articoli su riviste specializzate. Ho un occhio attento ai dettagli e cerco sempre di contestualizzare le opere fotografiche all’interno delle correnti storiche e sociali.
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