A Newcastle‑upon‑Tyne, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, operava il mercante John Robert Clark (noto anche come Robert Clark o R. Clark), il cui negozio in 31 Mosley Street era conosciuto come esercizio di cutlery, ottica e strumenti chirurgici. Si ritiene che Clark abbia esteso l’attività al settore fotografico, almeno a partire dagli anni Novanta dell’Ottocento, vendendo materiali e occasionalmente apparecchi. La sua attività venne citata nella London Gazette del 1906 riguardo a una dissoluzione di partnership con George Peacock e il trasferimento dell’attività alla 14 Grainger Street West, dove Clark restò proprietario unico. In quel periodo comparvero alcune fotocamere etichettate R. Clark, apparentemente per uso fotografico generale o da campo.
Nel panorama britannico dell’epoca era comune per ottici o rivenditori artigianali importare o acquistare fotocamere da terzi, aggiungere il proprio marchio ed etichetta, e rivenderle nella propria bottega, senza necessariamente produrle direttamente. Clark, come molti altri, potrebbe aver seguito questa prassi: è noto un solo tipo di fotocamera associato al suo nome. Il fatto che tale apparecchio venga chiamato R. Clark field camera, realizzato in stile britannico classico con legno di mogano e finiture in ottone, lascia intendere una filiera tipica del periodo: apparecchio fabbricato da terzi, probabilmente a mano o per piccoli lotti, importato o acquistato come blank camera e personalizzato con tappo o targhetta, venduto al dettaglio nel suo negozio di Newcastle.
Il contesto storico di Newcastle‑upon‑Tyne era quello di una città industriale vivace, con una clientela sofisticata: fotografi amatoriali, professionisti del nord-ovest dell’Inghilterra e mercati legati al reporting industriale o paesaggistico. Clark, come ottico, poteva fornire lastre, shutter, obiettivi e accessori, ma la presenza di una sola fotocamera etichettata rende probabile una produzione limitata, forse su commissione. Nell’ambito tecnico, la sua camera era compatibile con lastre da ½ plate (circa 4¾ × 6½″, ovvero 130 × 100 mm), e montava un sofisticato soffietto in pelle rossa che si estendeva su estensione doppia. Il frontale era dotato di rising front (sollevamento per controllo prospettico), mentre il back integrava rear tilt, consentendo inclinazioni sul piano focale per la messa a fuoco selettiva.
Il corpo macchina, realizzato in mogano stagionato, era perfettamente proporzionato: lo stesso rivenditore era ottico, quindi probabilmente attento alla centratura dell’ottica, alla verniciatura del legno e alla finitura delle manopole. Le parti metalliche erano in ottone lucidato, comprese le guide per lo shutter e le viti di movimento. Si ritiene che i movimenti tilt e rise fossero azionati tramite cremagliere e attuatori a vite fine, garantendo precisione nell’allineamento.
Oggi rimangono pochi esemplari esistenti: la rarità suggerisce una produzione in numeri molto limitati, forse decine o poche centinaia. Non esistono prove di continuità del marchio oltre il trasferimento del negozio nel 1906, né documentazione che suggerisca una estesa produzione fotografica sotto il nome R. Clark. Tuttavia, l’esistenza di una field camera così curata testimonia l’approccio artigianale e tecnico del negozio Clark, dove l’ottica e l’esposizione erano prioritarie rispetto ai gadget commerciali.
Dal punto di vista organizzativo, la struttura del negozio poteva includere una sezione dimostrativa e un banco per lastre, filtri e shutter, mentre eventuali riparazioni meccaniche o pulizia vetri erano fatte sul posto. L’approccio era b2c diretto: il cliente entrava, esplorava lastre, accessori, occhiali, coltelli, e poteva anche comprare la field camera personalizzata. Il suo marchio, probabilmente inciso su una placca in avorio o ottone nel frontale, assicurava riconoscibilità locale e una supposizione di affidabilità ottica.
Caratteristiche tecniche della R. Clark Mahogany Camera
La R. Clark Mahogany Camera è una fotocamera di tipo field camera da ½ plate, che evidenzia un design tecnico tradizionale britannico: corpo in mogano con giunzioni calibrate, doppia estensione telescopica con soffietto in pelle rossa, front standard dotato di controllo di rise, e rear standard con tilt per la regolazione prospettica o la nitidezza su piani diversi. Dimensioni approssimative: 30 cm chiusa, distesa fino a 60–70 cm con il soffietto esteso.
La cremagliera di messa a fuoco era inserita su guide precise, con movimento liscio e fine, regolata tramite manopole filettate. Questo garantiva un controllo accurato della posizione del piano focale, essenziale per il contrasto e la nitidezza in un formato grande su lastra di vetro. Il mirror glass per messa a fuoco era rimovibile, sostituibile con dark slide e piastra durante lo scatto.
Le componenti in ottone, quali viti, manopole, guide e flange, erano lucidate e realizzate con tolleranze di pochi decimi di millimetro. Sebbene il produttore non sia certo, il dettaglio costruttivo suggerisce l’opera di un artigiano esperto o l’acquisto di componenti da fornitori britannici rinomati attivi in Manchester o Londra.
Il soffietto in pelle rossa era di tipo double extension: nella prima estensione il corpo superava 30 cm circa, nella seconda raggiungeva quasi 60–70 cm, capace di montare lenti da circa 300–400 mm focali. Il rivestimento in pelle era cucito a mano, con rinforzi angolari e apertura interna per la luce.
La camera funzionava con lastre di vetro ½ plate, dotate di piastra porta lastre e dark slide doppia per caricare due lastre contemporaneamente, consentendo una scorta di esposizioni rapide sul campo senza aprire il back. L’uso del rear tilt permetteva la regolazione prospettica, utile nell’architettura o paesaggistica, e il rising front poteva correggere l’inclinazione del soggetto senza dover inclinare l’intera fotocamera.
Il sistema shutter di origine resta ignoto: potrebbe essere stato un shutter a tendina manuale o un otturatore a paletta con temporale e istantaneo, tipico degli apparecchi britannici su misura. Clarke, essendo ottico, poteva avere accesso a shutter certificati sul posto: Kershaw, Thornton‑Pickard, o persino shutter artigianali montati su board specifici.
Tecnicamente, il meccanismo di scatto poteva includere un ritardatore meccanico (time setting) e un blocco di sicurezza per evitare il più scatto accidentale. Il lensboard era intercambiabile, con fori standard che permettevano rapidità di montaggio dellenti diverse o di filtri. La piastra porta lastre era realizzata in mahogany con inserti in ottone per guidare il dark slide e prevenire luce parassita.
Gli esemplari esistenti mostrano rifiniture di livello: filetti a intarsio sul legno, angoli arrotondati e smussati, e piani perfettamente allineati. La centratura dell’obiettivo veniva verificata tramite vetro ground-glass, e l’intero apparato montato al banco ottico per controllare la coassialità delle guide.
La rarità della fotocamera associata al marchio R. Clark rende questa apparecchiatura particolarmente significativa per storici e collezionisti: rappresenta una sintesi tra rivenditore ottico e artigianato tecnico, con attenzione alla precisione meccanica e alla qualità dei materiali. Il fatto che solo pochi esemplari siano sopravvissuti indica un’operatività commerciale modesta, ragionevole per un negozio che non produceva in serie, ma che offriva apparecchi su ordinazione tecnica.
Dal punto di vista fotografico, una simile camera permetteva scatti su vetro di alta qualità, con profondità di campo controllabile tramite aperture selezionate (a seconda dell’ottica montata), messa a fuoco fine e possibilità di controllo prospettico. Fotografici professionisti dell’epoca avrebbero scelto un simile apparecchio per lavoro sul campo o per uso architettonico.
In termini di erogazione aziendale, la filiera era quasi certamente composta da: produzione o assemblaggio interno di corpo e dark slides, acquisto di ottiche e shutter da terzi, montaggio e test in bottega; vendita diretta in negozio; assistenza tecnica interna o tramite fornitori ottici locali. L’unico apparato risalente a R. Clark documenta il suo interesse per offrire soluzioni specifiche ai suoi clienti ottici/fotografici.
Nel contesto della storia tecnica della fotografia britannica, la R. Clark Mahogany Camera incarna il tipo di produzione locale, artigianale, legata a mercanti indipendenti che operavano alla periferia della grande produzione industriale. Fornisce un esempio di apparecchio professionale con caratteristiche tecniche avanzate (tilt, rise, soffietto doppio, dark slides multiple) realizzato probabilmente su ordinazione o limitata fornitura, che oggi costituisce un caso di studio sulla distribuzione ottica al dettaglio di fine Ottocento.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
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