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Generi fotograficiLa fotografia di ritratto

La fotografia di ritratto

La fotografia di ritratto ha origini quasi coeve alla nascita della fotografia stessa, ma il suo sviluppo tecnico ha seguito un percorso complesso caratterizzato da continui miglioramenti in sensibilità, ottica, stampa e attrezzature. All’inizio, con la dagherrotipia (anni ’40-’50 dell’Ottocento), i tempi di posa erano molto lunghi (minuti), per cui i soggetti dovevano restare immobili; per mitigare il mosso si usavano supporti rigidi per la testa (chin rest) o bracci stabilizzatori nascosti. Le pose erano rigide, ma questo aspetto tecnico era dettato più dalla limitazione dell’emulsione che da una scelta estetica.

Ben presto, con l’introduzione del collodio umido e poi delle lastre secche al gelatino-bromuro, si ottenne una maggiore sensibilità alla luce, il che permise tempi più brevi, maggiore nitidezza e la possibilità di ritrarre soggetti mobili oppure scatti di gruppo più naturali. Le pellicole panchromatiche, che rispondevano più uniformemente a rosso, verde e blu, introdussero una resa tonale più equilibrata nei ritratti, rispetto alle emulsioni ortocromatiche che tendevano a rendere molto luminose le tonalità blu e scure quelle rosse.

L’evoluzione del ritratto è anche strettamente collegata allo sviluppo delle ottiche. Le prime fotocamere da studio usavano obiettivi a focale lunga con diaframma piuttosto chiuso per ottenere profondità di campo sufficiente e minimizzare aberrazioni. Con il progresso di vetri ottici e schema con correzione delle aberrazioni cromatiche e sferiche, si arrivò a ottiche più luminose che permettevano diaframmi più aperti, separazione soggetto/ambiente e riduzione del bokeh meno attraente.

Nel tardo XIX e primo XX secolo, il ritratto di celebrità, della borghesia, delle famiglie si sviluppò come genere competitivo: le carte de visite e successivamente le cabinet cartes portarono alla diffusione del ritratto come oggetto domestico. Parallelamente, fotografi progressisti intrapresero il ritratto ambientato, inserito in contesti comunque costruiti, ma con attrezzature più potenti; anche le luci artificiali da studio — lampade ad arco, poi lampade al tungsteno e flash — permisero il controllo creativo dell’illuminazione.

Durante il XX secolo, con l’avvento della fotografia a colori, la diffusione delle reflex 35 mm, l’evoluzione dei rullini ad alta sensibilità e infine del digitale, il ritratto si trasformò: tempi più rapidi, possibilità di scattare in condizioni di luce scarsa, uso locale di luce mista, sperimentazioni stilistiche, maggiore libertà. Il ritratto da studio, nel frattempo, mantenne la sua importanza ma venne affiancato da ritratto naturalistico, reportage, ritratto documentario urbano.

Altra evoluzione storica importante è il ritratto fotografico in contesti non occidentali, che adattano materiali, pose, costumi, illuminazione a culture differenti, contribuendo a diversificare il genere. Anche la fotografia per uso identitario (carte d’identità, passaporto) segue un suo percorso tecnico di standardizzazione fotografica segnaletica, che però non spiega il ritratto d’arte o commerciale.

Attrezzature, ottiche e sensibilità: elementi essenziali tecnici

Per ottenere ritratti di alta qualità, la scelta dell’attrezzatura è fondamentale. Fotocamere con sensori di medio o grande formato offrono vantaggi in termini di dettaglio, profondità tonale e gestione del bokeh; ad esempio un sensore medio formato digitale con 50-100 MP permette crop, ingrandimenti e stampa di grandi formati con minore perdita di dettaglio. Anche un corpo FF (full frame) moderno con buona resa alle alte sensibilità può dare eccellenti risultati, specie se abbinato ad obiettivi luminosi.

Le ottiche dedicate al ritratto tendono a favorire focali medio-tele (80-135 mm su full frame; equivalenti su altri formati) poiché comprimono le proporzioni, minimizzano la distorsione facciale e separano bene soggetto e sfondo. Obiettivi macro permettono dettagli ravvicinati, ad esempio per ritratti beauty o fotografare texture della pelle. Le ottiche vintage, con resa particolare (flaring, coma, aberrazioni), sono spesso ricercate per l’estetica che conferiscono al ritratto.

Sensibilità (ISO) e diaframmi sono altre variabili chiave. In studio si preferiscono ISO bassi (100-400) per minimizzare rumore e massimizzare qualità delle immagini; apertura del diaframma variabile in funzione dello stile: ritratto ambientato con f/4-f/8 per avere parte dello sfondo riconoscibile, ritratto isolato con sfondo sfocato richiede f/1.4-f/2.8. La profondità di campo ridotta richiede una messa a fuoco precisa, spesso sull’occhio del soggetto.

Altre attrezzature utili includono treppiede, tethering, monitor esterno calibrato e illuminazione modulabile. Nei ritratti di alta gamma, usare softbox grandi, reflector, snoot, beauty dish, diffusori vari, fondali variabili. Attrezzatura per controllo della luce ambiente quando si mescola luce naturale e artificiale.

Illuminazione e tecniche di luce per il ritratto

L’illuminazione è il cuore del ritratto. Esistono molti schemi storici e contemporanei: luce principale (key light), luce di riempimento (fill light), luce di separazione o hair light, luce di sfondo. Differenze sottili in posizione, potenza, forma e colore delle luci cambiano drasticamente l’atmosfera.

Uno schema classico è la luce a 45 gradi con softbox o beauty dish, che illumina metà del volto lasciando l’altra metà in ombra dolce. Per definire meglio i volumi si può usare una luce di separazione posteriore per creare bordo luminoso fra soggetto e sfondo. Luci laterali o “Rembrandt light” introducono un triangolo di luce sull’area in ombra del volto, aggiungendo profondità drammatica.

Con la diffusione dei flash elettronici e LED la potenza, la durata dell’emissione luminosa e la direzione diventano variabili precise da tarare. Nel ritratto beauty, si usano spesso diffusori larghi e luce morbida per appianare la pelle; nel ritratto emotivo o atmosferico si sperimentano luci dure, dirigendo sorgenti piccole o usare griglie. La luce naturale verso la finestra è molto usata, ma richiede controllo: tende, riflettori, pannelli argento o oro per temperare o cambiare la tonalità.

L’uso della luce mista — luce ambiente + flash o LED — richiede bilanciamento del bianco e spesso l’uso di filtri di conversione. Quando la luce naturale è dominante, si può scattare durante l’ora d’oro per tonalità calde; oppure usare “window light” diffusa su tulle o stoffe per ottenere una luce morbida laterale.

Altro elemento tecnico è il tempo di scatto. Per evitare micro-vibrazioni o mosso, specialmente con obiettivi luminosi e profondità di campo ridotta, si imposta tempo almeno pari alla reciprocità della lunghezza focale (per esempio per un 85 mm usare almeno 1/100-1/125 s). Quando ci sono movimenti del soggetto (soprattutto in ritratto bambini o eventi), si può aumentare tempo e ISO, ma con rischio di rumore.

Evoluzioni moderne: digitale, stili specialistici, ritratto creativo

Con l’avvento del digitale il ritratto ha conosciuto molte trasformazioni tecniche e stilistiche. I file RAW permettono post-produzione avanzata, recupero di ombre, modifiche tonali, ritocco della pelle. I formati mirrorless con live view permettono messa a fuoco accurata, focus peaking, verifica immediata del risultato. Autofocus avanzato (occhio, volto) ha migliorato il ritratto in movimento.

Stili specialistici sono cresciuti: ritratto beauty/con cosmetica, ritratto editoriale di moda, ritratto ambientato di architettura o lifestyle, ritratto corporate, ritratto fine art, ritratto psicologico, ritratto glamour, ritratto newborn, ritratto maternità. Ciascuno richiede set specifici, mood, attenzione a pelle, espressione, styling e post-produzione distinti.

La fotografia di ritratto commerciale richiede spesso una sequenza di scatti per scegliere la migliore espressione, pose multiple, styling capelli trucco, illuminazione ritoccata. Il fotografo deve dialogare anche con lo stylist, il truccatore, il soggetto per creare fiducia e ottenere espressioni autentiche pur controllando tecnica.

In parallelo, fotografi amatoriali e social media hanno introdotto nuovi stili: ritratto con smartphone, ritratto ambientato urbano, ritratto concettuale con editing pesante. Anche la luce artificiale portatile (flash cobra, LED portatili) permette scatti in condizioni difficili. Il mobile editing con app plastiche filtri è molto diffuso, ma spesso perde qualità rispetto a flusso professionale.

Problemi comuni, soluzioni tecniche e flusso operativo

Molti ritratti falliscono per piccole imperfezioni tecniche: riflessi indesiderati negli occhi, dominanti di colore sulla pelle, ombre troppo dure o troppo piatte, distorsioni prospettiche, rumore, perdita di dettaglio nei mezzitoni.

Soluzioni:

  • usare diffusori grandi o softbox per attenuare le ombre dure

  • polarizzatori o riflettori per eliminare riflessi su lenti o su pelle lucida

  • calibratura del bilanciamento del bianco, spesso manuale, specialmente in luce mista

  • controllo della prospettiva: mai inclinare l’asse ottico verso l’alto o il basso; mantenere il soggetto al centro per evitare distorsione del volto

  • scegliere apertura adeguata per bilanciare profondità di campo e nitidezza: f/1.4-f/2.8 per sfondi sfocati, f/5.6-f/8 per dettagli ambientati

Flusso operativo professionale:

  1. pianificazione: mood, location, illuminazione, styling

  2. preparazione set: fondo, luci, modificatori, attrezzatura per luce ambientale

  3. sessione di scatto: test luce, prove esposizione, da pose guida a pose “libere”, feedback sul monitor o tethering

  4. selezione: scegliere i file con migliore espressione, riflessi, occhi nitidi

  5. post-produzione: correzione base (esposizione, bilanciamento colore), ritocco pelle (non onnipresente ma con moderazione), nitidezza, eventuali effetti stilistici

Per approfondimenti, vi suggerisco il seguente articolo:

Evoluzione del ritratto tra posa naturale e autenticità

 

Curiosità Fotografiche

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