La Greenpoint Optical Co., attiva tra la seconda metà degli anni Trenta e i primi Cinquanta, costituisce un esempio emblematico dell’industria fotografica americana di scala intermedia, capace di operare in modo indipendente e tecnicamente sofisticato pur rimanendo marginale rispetto ai grandi colossi come Kodak o Graflex. Fondata e registrata nel quartiere di Greenpoint, a Brooklyn (New York), l’azienda prende il nome proprio dalla zona industriale in cui si trovava. Il fondatore rimane ad oggi sconosciuto nei registri societari ufficiali, ma la documentazione fiscale e alcune inserzioni su riviste specialistiche dell’epoca lasciano supporre un’origine artigianale o familiare, probabilmente legata a un nucleo di tecnici provenienti dall’Europa centro-orientale, stabilitisi a New York nei primi decenni del Novecento.
Il quartiere di Greenpoint era in quegli anni un centro di intensa attività manifatturiera, noto per la lavorazione dei metalli, la costruzione navale e la produzione di strumenti ottici. L’emergere di una realtà come la Greenpoint Optical si inserisce in una rete più ampia di piccole imprese che costituivano l’ossatura del settore ottico-fotografico statunitense prima dell’affermazione dell’industria di massa. La scelta di collocare l’attività proprio a Brooklyn non è casuale: la vicinanza a grandi arterie ferroviarie, la disponibilità di manodopera specializzata e un’elevata densità di tecnici europei formatisi nelle scuole di meccanica ottica austro-tedesca creavano un terreno ideale per la produzione di lenti, ottiche e accessori fotografici.
L’azienda si specializzò fin da subito nella realizzazione di obiettivi e sistemi ottici di precisione, rivolgendosi a una clientela composta da fotografi professionisti, laboratori di stampa, piccoli costruttori di fotocamere e, in misura minore, da istituzioni scientifiche e militari. Non risulta che la Greenpoint Optical abbia mai prodotto corpi macchina completi; la sua attività principale era la fornitura di componentistica ottica di alta qualità, compatibile con baionette standard come Leica, Exakta, e attacchi a vite tipo M39.
Le ottiche prodotte erano tipicamente triplet o doppietti simmetrici, con lunghezze focali comprese tra i 35 mm e i 150 mm, copertura del formato 35 mm e medio formato, apertura massima tra f/3.5 e f/6.3. La costruzione interna prevedeva elementi in vetro ottico BK7 e Flint, importati in parte dalla Germania fino al 1941, poi sostituiti da vetri di produzione americana, prevalentemente Corning. Le lenti venivano trattate con rivestimenti antiriflesso monocromatici, un procedimento inizialmente eseguito tramite evaporazione sottovuoto e successivamente con tecniche chimiche più rapide sviluppate internamente.
Le montature erano realizzate in alluminio anodizzato o ottone cromato, con filettature di alta precisione tornite a mano o mediante torni automatici americani (South Bend e Hardinge). Il controllo qualità prevedeva un’ispezione ottica individuale e test su banco collimatore per verificare centraggio e messa a fuoco infinita. Una caratteristica distintiva delle lenti Greenpoint è l’eccellente trasparenza del vetro, unita a un trattamento superficiale che riduceva in modo efficace il flare in condizioni di luce incidente laterale, rendendole particolarmente apprezzate per la fotografia di studio e per i sistemi di riproduzione tipografica.
Le poche pubblicità esistenti dell’azienda, apparse su riviste come Popular Photography tra il 1939 e il 1943, mostrano un linguaggio tecnico essenziale e diretto, mirato più a rivenditori e riparatori che al grande pubblico. Questo suggerisce una struttura commerciale orientata principalmente al business-to-business, con ordini personalizzati e tirature limitate, spesso su specifica del cliente. Non si hanno prove di una distribuzione capillare nazionale, ma le analisi degli obiettivi superstiti – oggi collezionati e studiati per la loro rarità – dimostrano una coerenza progettuale e un’elevata cura ingegneristica, al pari di produttori di maggiore fama come Wollensak o Ilex.
Produzione in tempo di guerra, collaborazione con Metropolitan Industries e declino
Durante la Seconda guerra mondiale, come accadde per numerose imprese statunitensi del settore ottico, la Greenpoint Optical Co. fu coinvolta in forniture militari, sebbene in forma indiretta. Documenti conservati presso l’archivio della War Production Board (WPB) mostrano ordinativi effettuati da terzisti che operavano per l’US Army Signal Corps e per la Navy, in particolare per la realizzazione di lenti da periscopio, sistemi ottici per puntatori e obiettivi per fotocamere di sorveglianza. I codici di produzione fanno riferimento a matricole compatibili con attacchi standardizzati AN-GY e a specifiche MIL-SPEC per tolleranze ottiche.
La versatilità produttiva dimostrata in questo periodo spiega probabilmente anche la collaborazione, più volte ipotizzata ma non sempre documentata, con la Metropolitan Industries, una piccola azienda anch’essa attiva a New York nella costruzione di fotocamere compatte. Alcuni modelli di quest’ultima, come la Metropolitan Candid e la Metropolitan Eight, montano obiettivi con incisioni compatibili con lo stile tipografico Greenpoint, e presentano componenti meccanici simili nelle filettature e nelle ghiere di regolazione, al punto che diversi collezionisti ritengono probabile una fornitura diretta o congiunta.
Nel dopoguerra, il cambiamento nel panorama fotografico mondiale si fece sentire anche per produttori altamente specializzati ma di dimensioni contenute. L’arrivo massiccio di fotocamere giapponesi e tedesche nel mercato americano comportò una saturazione del settore ottico, con una drastica riduzione della domanda di componenti su misura. I piccoli costruttori come Greenpoint, privi di una rete commerciale ampia e incapaci di investire nella produzione di massa, furono costretti a ridimensionare la propria attività o cessarla del tutto.
L’ultima testimonianza certa dell’attività della Greenpoint Optical Co. risale al 1952, con un modulo di registrazione fiscale per la vendita di obiettivi destinati a fotocamere aeriali civili. Da allora non esistono ulteriori documenti societari. Si suppone che l’azienda abbia chiuso i battenti tra il 1953 e il 1955, forse riconvertendosi in altra attività meccanica o fondendosi con una delle tante officine ottiche del New Jersey.
I prodotti superstiti della Greenpoint Optical sono oggi estremamente rari, con una stima di meno di 150 esemplari identificabili in collezioni private e pubbliche. Gli obiettivi riconoscibili sono spesso marcati semplicemente “Greenpoint”, seguiti da lunghezza focale e apertura, e montano filettature da 25 a 42 mm. La qualità ottica è eccellente, con resa nitida al centro e solo leggere aberrazioni ai bordi. Il valore storico di questi pezzi è significativo, perché rappresentano l’ultima generazione di ottica artigianale americana pre-industrializzazione fotografica di massa.
A livello tecnico, gli ultimi obiettivi prodotti tra il 1948 e il 1951 mostrano innovazioni interessanti, come doppie ghiere coassiali per messa a fuoco fine, trattamenti multi-coating rudimentali e un primo abbozzo di compensazione per aberrazione cromatica longitudinale. Questi elementi, uniti alla rarità assoluta degli esemplari esistenti, rendono la produzione Greenpoint particolarmente ricercata tra collezionisti specializzati in ottica americana d’anteguerra.

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