giovedì, 30 Ottobre 2025
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Generi fotografici

Fotografia a lunga esposizione

Gestione del rumore e della temperatura del sensore Uno degli aspetti più critici nella fotografia a lunga esposizione digitale è la gestione del rumore elettronico, strettamente legata alla temperatura del sensore. Durante esposizioni prolungate, il sensore accumula calore, e questo genera disturbi visivi che possono compromettere la qualità dell’immagine. Il fotografo deve conoscere i meccanismi di generazione del rumore, le tecniche di riduzione e le strategie operative per minimizzarne l’impatto. Il rumore termico è causato dall’agitazione degli elettroni nel materiale semiconduttore del sensore, che aumenta con la temperatura. Questo rumore si manifesta come grana, pixel colorati (hot pixels) o disturbo cromatico, soprattutto nelle aree scure. I sensori CMOS moderni sono più efficienti rispetto ai vecchi CCD, ma il problema persiste, soprattutto con tempi superiori ai 30 secondi. Una tecnica efficace per ridurre il rumore è la sottrazione del dark frame. Consiste nell’acquisire un’immagine nera, con lo stesso tempo di esposizione e ISO, e sottrarla all’immagine principale. Questo processo elimina i pixel caldi e parte del rumore termico, migliorando la pulizia dell’immagine. Alcune fotocamere offrono questa funzione in modo automatico, ma può essere effettuata anche manualmente in post-produzione. La temperatura ambientale influisce direttamente sulla temperatura del sensore. Fotografare in ambienti freddi, come in montagna o di notte, riduce il rumore termico. Al contrario, in ambienti caldi o umidi, il rumore aumenta. Alcuni fotografi utilizzano ventole, dissipatori o sistemi di raffreddamento attivo, soprattutto in ambito astronomico, dove le esposizioni possono durare ore. La scelta dell’ISO è fondamentale. Un ISO elevato amplifica il segnale, ma anche il rumore. In fotografia a lunga esposizione, si preferisce utilizzare ISO bassi (100–400) e compensare con tempi più lunghi. Tuttavia, in condizioni di luce estremamente scarsa, è necessario trovare un compromesso tra luminosità e rumore. Il software di post-produzione offre strumenti avanzati per la riduzione del rumore. Programmi come Topaz Denoise AI, DxO PureRAW o Adobe Lightroom utilizzano algoritmi basati su intelligenza artificiale, che analizzano la struttura dell’immagine e rimuovono il rumore preservando il dettaglio. Tuttavia, è importante non esagerare, per evitare un effetto artificiale o plastificato. Infine, la durata dell’esposizione deve essere calibrata in funzione del soggetto, della luce e della risposta del sensore. Esposizioni troppo lunghe possono generare saturazione, deriva cromatica o perdita di dettaglio. Alcuni fotografi preferiscono utilizzare esposizioni multiple brevi, poi combinate in post-produzione, per ottenere un effetto simile alla lunga esposizione, ma con meno rumore. La gestione del rumore e della temperatura del sensore è quindi una componente tecnica essenziale nella fotografia a lunga esposizione. Richiede conoscenza, esperienza e strumenti adeguati, ma permette di ottenere immagini pulite, dettagliate e visivamente potenti, anche in condizioni di luce estrema.

Fotografia newborn

Approfondimento tecnico e storico sulla fotografia newborn: origini, evoluzione, attrezzatura, illuminazione e composizione. Il testo analizza sicurezza, gestione del set e tecniche creative per ottenere immagini professionali dei primi giorni di vita del neonato.

Fotografia HDR

Esplorazione tecnica e storica della fotografia HDR, dalle origini analogiche alle applicazioni digitali moderne, con approfondimenti su acquisizione multipla, mappatura tonale, post-produzione, differenze tra HDR reale e simulato, e impieghi in paesaggio, architettura e fotografia mobile.

Fotografia notturna: la guida per fotografare stelle e città di notte

Guida tecnica e narrativa alla fotografia notturna, con approfondimenti su esposizione, ottica, sensibilità ISO, fotografia astronomica e urbana, e tecniche di post-produzione per ottimizzare la resa visiva e la qualità dell’immagine in condizioni di luce ridotta.

Fotografia naturalistica e zoologica: le origini dell’osservazione fotografica in natura

Dalle prime lastre ottocentesche alle innovazioni del Novecento, la fotografia naturalistica e zoologica documenta la fauna con tecniche sempre più raffinate. Pionieri, apparecchiature e istituzioni scientifiche trasformarono l’osservazione in natura in disciplina autonoma e fondamentale per la ricerca biologica.

Fotografia iperspettrale

La fotografia iperspettrale è una tecnica avanzata che registra centinaia di bande dello spettro elettromagnetico. Permette di rilevare dettagli invisibili all’occhio umano, utile in archeologia, diagnostica museale, agricoltura di precisione, telerilevamento e scienze ambientali.

La Fotografia chimigramma

Il chimigramma è una tecnica fotografica sperimentale che unisce fotografia e pittura. Si realizza senza macchina fotografica, agendo direttamente sulla carta fotosensibile con reagenti chimici (fissaggi, sviluppi, acidi), spesso in combinazione con mascherature e pennellate. Il risultato sono immagini astratte e irripetibili, frutto dell’interazione tra materia e luce, nate in ambito artistico e lontane dall’uso documentario tradizionale.

La Fotografia criogenica

La fotografia criogenica è una tecnica specialistica che documenta fenomeni e materiali a bassissime temperature. Permette di osservare dettagli invisibili a occhio nudo, come strutture cristalline del ghiaccio o reazioni fisiche criogeniche, utilizzando illuminazioni dedicate e apparecchiature scientifiche avanzate.

Fotografia “light field” (plenottica)

Evoluzione storica e tecnica della fotografia light field (plenottica), dalle prime teorie ottiche e la fotografia integrale di Lippmann fino ai moderni sistemi plenottici digitali applicati in microscopia, robotica e realtà immersiva.

Fotografia di relitti navali (shipwreck)

Studio approfondito sulla fotografia dei relitti navali: dalle prime immagini ottocentesche dei naufragi emersi, passando per le sperimentazioni pionieristiche subacquee e la fotografia post-bellica, fino alle tecniche digitali e fotogrammetriche contemporanee utilizzate in archeologia e ricerca scientifica.

La fotografia di giocattoli

Approfondimento storico e tecnico sulla fotografia di giocattoli, dalle prime sperimentazioni ottocentesche ai cataloghi industriali, fino alla toy photography contemporanea digitale.

La Candid Camera

Studio approfondito della fotografia Candid Camera, dalle origini con Erich Salomon e le prime fotocamere compatte, fino alle implicazioni etiche, legali ed estetiche. L’articolo analizza le tecniche di ripresa, la diffusione nel fotogiornalismo e nell’arte, e l’influenza del genere sulla fotografia contemporanea e sul linguaggio visivo moderno.

La fotografia di Concerto

fotografia di concerto, dalle origini con le difficoltà tecniche delle prime emulsioni fino all’era digitale. Vengono analizzati strumenti, estetica, tecniche di ripresa, trasformazioni dal jazz al rock, fino ai fotografi più influenti, con approfondimento sulla specificità linguistica di questo genere fotografico.

La fotografia di ritratto

La fotografia di ritratto è il genere che ritrae persone enfatizzando espressione, luce e proporzione. Evoluto dalla lunghe esposizioni ottocentesche agli stili digitali contemporanei, richiede scelta accurata di ottiche luminose, controllo della luce, gestione della profondità di campo e post-produzione raffinata. Abbraccia stili commerciali, editoriali, ambientati e creativi, con un flusso operativo che unisce tecnica, sensibilità e collaborazione con soggetti, stylist e truccatori.

La fotografia infrarosso

La fotografia infrarosso è la pratica di registrare radiazioni oltre il visibile (700–1100 nm) con tecniche e attrezzature speciali. Nata come strumento scientifico e militare, è diventata anche linguaggio artistico. Richiede filtri IR, conversioni di fotocamere, bilanciamento del bianco personalizzato e post-produzione specifica. Rivela contrasti inediti in paesaggi, ritratti e oggetti, con applicazioni in archeologia, criminologia, monitoraggio ambientale e arte contemporanea.

La fotografia high key e low key

La fotografia high key e low key sono due approcci opposti al controllo della luce. Nati dalle sperimentazioni ottocentesche e codificati nel lessico cinematografico, definiscono immagini dominate rispettivamente da alte luci o da ombre profonde. La loro realizzazione richiede padronanza tecnica di illuminazione, esposizione e gestione colore, oggi potenziata dal digitale ma ancora fondata su scelte consapevoli sul set. Dagli studi di Hollywood alla pubblicità contemporanea, questi stili rimangono strumenti essenziali per creare atmosfere e comunicare significati attraverso la fotografia.

la fotografia Still life

La fotografia Still Life è il genere che rappresenta oggetti inanimati, dalle origini ottocentesche legate alla natura morta pittorica fino alla pubblicità contemporanea. Basata su controllo della luce, composizione millimetrica e tecniche come focus stacking e gestione colore, serve arte, editoria e industria per trasformare prodotti e oggetti in immagini potenti. Nell’era digitale integra CGI, LED e media interattivi, mantenendo intatta la sua centralità nel linguaggio fotografico.

La Fotografia multispettrale e termica

Approfondimento tecnico e storico sulla fotografia multispettrale e termica: dalle origini scientifiche e militari alle applicazioni contemporanee in archeologia, arte, agricoltura, medicina e industria, con analisi di tecniche, strumenti e prospettive future.

La fotografia automobilistica

La fotografia automobilistica documenta e interpreta l’automobile come oggetto tecnico, sportivo e culturale. Nata alla fine dell’Ottocento come ripresa statica, si è evoluta in un genere autonomo che combina studio e azione, panning e teleobiettivi, riflessi controllati e post-produzione digitale. Dalle riviste specializzate alle campagne pubblicitarie, fino alle pratiche immersive e ai musei d’impresa, rappresenta oggi un linguaggio sofisticato che unisce tecnica fotografica, design e industria automobilistica.

La Fotografia Paranormale

La fotografia paranormale è la pratica di documentare presunti fenomeni soprannaturali, nata nell’Ottocento con i ritratti spiritici di William Mumler. Basata su tecniche come doppia esposizione e negativi compositi, ha costruito un immaginario di fantasmi ed ectoplasmi che ha influenzato cultura pop, cinema e arte. Oggi vive tra ghost hunting digitale e reinterpretazioni artistiche, mostrando come la fotografia sia al tempo stesso tecnologia e costruzione simbolica.

La fotografia di interni

La fotografia di interni è il genere che documenta e interpreta gli spazi chiusi, nata nell’Ottocento con la ripresa di interni monumentali e sviluppata grazie a flash al magnesio, lampade elettriche e obiettivi decentrabili. Oggi combina tecniche di gestione luce, HDR, correzione prospettica e strumenti digitali per servire architettura, design, musei e marketing immobiliare, evolvendosi verso tour virtuali e rendering 3D.

Il Light painting

Analisi storica e tecnica del light painting, dalle origini ai pionieri, con approfondimenti su strumenti, tecniche, applicazioni artistiche, commerciali e scientifiche, e prospettive digitali e contemporanee.

La Fotografia subculturale

La fotografia subculturale documenta e interpreta le subculture giovanili come punk, hip hop e rave, con uno stile tecnico vicino al reportage e alla militanza visiva. Nata negli anni Settanta tra club e strade, usa pellicole spinte, flash diretto e obiettivi grandangolari per catturare energia e stile. Dalle fanzine alle mostre museali, ha plasmato l’immaginario globale e oggi vive una nuova fase digitale tra archivi collaborativi, rischi di appropriazione e potenzialità artistiche.

La fotografia pornografica

Approfondimento storico e tecnico sulla fotografia pornografica, dalle origini ottocentesche alle trasformazioni digitali contemporanee, con analisi di tecniche, censure, distribuzione e impatto culturale.

La Fotografia criminale (polizia)

La fotografia criminale è il settore della fotografia di polizia dedicato all’identificazione dei sospetti e alla documentazione delle scene del crimine. Nata nell’Ottocento con Alphonse Bertillon e i suoi standard segnaletici, ha introdotto pose frontali e di profilo, archivi sistematici e successivamente impronte digitali. Con l’era digitale integra scanner 3D, riconoscimento facciale e gestione forense dei file, restando uno strumento cardine della polizia scientifica e una fonte preziosa per la storia sociale.

La Fotografia funeraria e post-mortem (storica)

La fotografia funeraria e post-mortem è un genere nato nell’Ottocento dall’incontro tra il ritratto postumo tradizionale e la nuova tecnologia fotografica. Diffusissima tra 1840 e 1900, serviva a commemorare defunti – spesso bambini – con tecniche che andavano dai dagherrotipi alle carte de visite, in pose che simulavano la vita o enfatizzavano il rito funebre. Oggi rappresenta una fonte preziosa per storici e antropologi, testimonianza unica di pratiche sociali e tecniche fotografiche dell’epoca.

La fotografia militare

La fotografia militare è la disciplina che utilizza mezzi fotografici per documentazione, intelligence e comunicazione in contesti bellici. Nata con i dagherrotipi della Guerra di Crimea, si è evoluta nelle guerre mondiali con aerofotografia stereoscopica e camere dedicate, fino agli attuali sistemi digitali multispettrali su droni e satelliti. Combina conoscenze ottiche, gestione dei metadati e sicurezza delle informazioni, rappresentando un settore specialistico ma cruciale nella storia e nella tecnologia fotografica.

La Fotografia 360° e VR

La fotografia 360° e VR ripercorre la storia dalla panoramica ottocentesca alla realtà immersiva contemporanea, illustrando tecniche, attrezzature, applicazioni professionali e sfide tecnologiche. Un approfondimento tecnico e storico per comprendere come la fotografia sia divenuta linguaggio immersivo nell’era digitale.

La Fotografia stereoscopica / 3D

La fotografia stereoscopica, nata negli anni Quaranta dell’Ottocento con gli esperimenti di Wheatstone e Brewster, è la tecnica che permette di ricreare la percezione tridimensionale mediante due immagini leggermente sfalsate. Diffusa nell’età vittoriana con milioni di stereogrammi e visori domestici, ha avuto rinascite nel Novecento (View-Master) e oggi, nell’era digitale, è alla base di applicazioni che spaziano dalla realtà virtuale alla fotogrammetria scientifica. Unisce conoscenze ottiche, tecniche di ripresa, gestione della parallasse e formati di output, costituendo un ponte storico tra la fotografia analogica e le immagini immersive contemporanee.

La Fotografia di prodotto

La fotografia di prodotto è una specializzazione nata nel XIX secolo per mostrare beni con realismo e appeal, diventata una disciplina altamente tecnica con l’evoluzione delle pellicole colore, della luce da studio, dei materiali riflettenti, degli obiettivi specializzati. L’era digitale e dell’e-commerce ha introdotto standard rigorosi, workflow automatizzati, immagini 360°, realtà virtuale e standard di colore. Il settore richiede competenza tecnica (illuminotecnica, ottica, composizione, post-produzione), sensibilità estetica e procedure operative ben definite.