Nel panorama della fotografia del XX secolo, poche aziende hanno incarnato lo spirito di ingegno e adattamento come la Fotax Company. Fondata presumibilmente all’inizio degli anni ’40 in Svizzera, in un contesto industriale in rapido fermento, Fotax rappresenta una delle realtà produttive più enigmatiche ma interessanti tra le tante piccole case produttrici europee attive nel campo della strumentazione fotografica. La sede principale dell’azienda si trovava con ogni probabilità a Ginevra, in un’area geografica già allora caratterizzata dalla presenza di numerosi piccoli produttori di precisione, soprattutto nel campo dell’orologeria e dell’ottica.
Sebbene i dettagli riguardanti il fondatore della Fotax siano scarsi, gli archivi fotografici e i registri doganali indicano una possibile connessione con una rete di distribuzione franco-svizzera che, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, cercava soluzioni economiche e tecnicamente valide per un pubblico amatoriale e semi-professionale. In questo senso, Fotax si inserisce nella tradizione europea delle aziende di fotocamere economiche, ma costruite con componentistica di qualità sorprendente per la fascia di prezzo. La presenza della Svizzera come Paese neutrale ha certamente agevolato la nascita di attività industriali con uno sbocco potenziale nei mercati sia dell’Asse sia degli Alleati, permettendo alla Fotax una diffusione insospettabile, nonostante la sua modesta struttura industriale.
Uno degli aspetti più caratteristici di Fotax fu la sua capacità di adottare soluzioni tecniche consolidate, rielaborandole in forme accessibili, compatte e talvolta sorprendenti per design e razionalità. Alcune fotocamere Fotax furono distribuite anche negli Stati Uniti nel dopoguerra attraverso importatori indipendenti, contribuendo a rendere noto il nome dell’azienda presso una ristretta cerchia di collezionisti e appassionati.
Nonostante non siano sopravvissuti molti documenti societari ufficiali, gli esemplari ancora oggi rinvenibili e le pubblicazioni d’epoca consentono una ricostruzione attendibile delle principali tappe tecniche e produttive della Fotax Company, ponendo in risalto la sua rilevanza nel quadro della fotografia popolare del secondo dopoguerra.
Le fotocamere prodotte dalla Fotax Company si distinguono per alcune specifiche scelte tecniche che, pur nel contesto di una produzione economica, denotano una certa attenzione alla qualità costruttiva, alla semplicità d’uso e alla compatibilità con gli standard fotografici dell’epoca. La tipologia di apparecchi costruiti era prevalentemente costituita da fotocamere a soffietto per pellicola in formato 120 o 620, sebbene siano noti anche alcuni modelli per film 127.
Il corpo macchina, generalmente realizzato in bachelite o metallo pressofuso, presentava una struttura compatta e facilmente trasportabile. La scelta della bachelite — una delle prime materie plastiche sintetiche — denota una volontà di contenere i costi, pur offrendo una buona resistenza strutturale e leggerezza. La presenza di elementi metallici in alluminio o ottone per i componenti mobili, come il meccanismo del soffietto, contribuiva a migliorare la solidità dell’insieme.
La meccanica degli otturatori montati sulle Fotax, generalmente otturatori centrali a due o tre velocità, dimostrava una chiara ispirazione ai modelli tedeschi prebellici, in particolare ai Prontor e Compur prodotti da Gauthier. Tuttavia, Fotax utilizzava spesso otturatori marcati internamente come “Vario” o “Gauthier-style”, probabilmente ottenuti su licenza o attraverso fornitori terzi. Le velocità disponibili erano in genere B, 1/25, 1/50 e 1/100 di secondo, valori standard per fotocamere economiche di quegli anni.
Dal punto di vista ottico, le Fotax montavano obiettivi di apertura modesta ma di nitidezza sorprendente, come il Fotax Anastigmat 1:6.3 F=105mm, un tripletto ottico in configurazione Cooke che offriva risultati soddisfacenti nel ritratto e nella fotografia paesaggistica. La messa a fuoco era generalmente a stima, con distanze indicate in metri o piedi, a seconda del mercato di destinazione. In alcuni modelli era presente una lente frontale girevole per l’adattamento della messa a fuoco a tre distanze predefinite, tipica semplificazione nelle camere consumer degli anni ’40 e ’50.
Una particolarità tecnica che distingue i modelli Fotax da altri contemporanei è l’impiego in alcuni esemplari di un mirino galileiano a specchio semi-trasparente, soluzione rara tra le camere economiche e capace di migliorare sensibilmente l’inquadratura. Alcuni modelli di fine produzione furono dotati anche di accessori opzionali, come filtri a incastro e paraluce in metallo filettato.
La semplicità dei comandi, l’immediatezza dell’utilizzo e la resistenza dei materiali fanno delle Fotax un interessante esempio di fotografia funzionale, pensata per l’utente medio ma ispirata da concetti tecnici solidi, in un equilibrio perfetto tra economia e affidabilità.
L’identificazione dei modelli prodotti dalla Fotax Company è resa difficile dalla mancanza di una nomenclatura sistematica. Le fotocamere non riportavano quasi mai un numero di serie e spesso venivano vendute con lievi varianti sotto nomi differenti, a seconda del distributore. Tuttavia, gli appassionati e i collezionisti hanno individuato almeno tre famiglie principali di prodotti riconducibili alla Fotax:
La prima linea, denominata retroattivamente Fotax Standard, era costituita da macchine a soffietto in formato 6×9 su pellicola 120. Il corpo macchina era rivestito in similpelle nera, con parti metalliche lucidate e un design sobrio. Gli otturatori erano marcati “Fotax Vario” e gli obiettivi spesso erano degli anastigmat a tripletto da 105mm, con filettatura esterna per accessori. Questo modello fu probabilmente il primo prodotto, tra il 1942 e il 1947.
La seconda linea, identificabile come Fotax Junior, presentava una costruzione più leggera, in alcuni casi con corpo interamente in bachelite e soffietto colorato, particolarità estetica piuttosto rara per l’epoca. Destinata a un pubblico giovanile o a chi desiderava una fotocamera da viaggio, questa serie si distingueva per l’otturatore semplificato (solitamente B e 1/50) e per un obiettivo meno luminoso, spesso con apertura f/8. Le dimensioni ridotte e il peso contenuto ne fecero un buon successo nel mercato francese.
Un terzo gruppo, probabilmente prodotto a partire dal 1950, comprende una serie di fotocamere denominate dai collezionisti come Fotax Reflex (da non confondere con le reflex vere e proprie). Si trattava ancora di camere a soffietto, ma dotate di mirino a pozzetto ingrandente e controlli frontali più raffinati, con diaframmi a iride regolabili fino a f/16 o f/22 e obiettivi da 120mm. Alcuni esemplari montavano anche otturatori sincronizzati per flash, con innesto a baionetta per lampade esterne. Questa linea, benché meno diffusa, rappresenta il tentativo dell’azienda di rispondere alla concorrenza sempre più agguerrita proveniente da Germania e Giappone.
Esistono anche numerose varianti marchiate da rivenditori terzi, spesso con denominazioni commerciali diverse (ad esempio “Montanus”, “Photax”, “Sirius”), ma con la medesima meccanica e componentistica delle Fotax originali. Queste versioni erano generalmente destinate all’export verso mercati di lingua inglese e avevano, in alcuni casi, serigrafie personalizzate o innesti compatibili con accessori locali.
L’assenza di una rete ufficiale di distribuzione unificata e l’utilizzo di nomi commerciali differenti ha contribuito alla discontinuità storiografica nella classificazione dei modelli Fotax, rendendoli oggi oggetti affascinanti per gli storici e collezionisti della fotografia d’epoca.
Come molte piccole case produttrici europee del dopoguerra, la Fotax Company si trovò rapidamente in difficoltà a partire dalla metà degli anni Cinquanta. La crescente concorrenza da parte dei colossi giapponesi come Canon, Nikon, Yashica e Minolta, ma anche il rinnovato slancio industriale di aziende tedesche come Agfa, Voigtländer e Zeiss Ikon, rese progressivamente insostenibile il modello produttivo delle realtà artigianali. Fotax, con la sua produzione limitata, la mancanza di brevetti proprietari e l’assenza di una rete commerciale internazionale consolidata, non fu in grado di reggere l’urto di una trasformazione industriale basata su economia di scala e innovazione tecnologica.
I documenti doganali indicano che la produzione potrebbe essersi interrotta definitivamente tra il 1956 e il 1958, anche se alcuni modelli continuano ad apparire nei cataloghi di vendita fino al 1960, probabilmente come rimanenze di magazzino. La chiusura della Fotax avvenne in un silenzio assoluto, priva di annunci ufficiali o acquisizioni note. Si tratta di un destino comune a molte altre aziende simili, che non lasciarono altra traccia se non nei prodotti che sopravvissero nei cassetti di famiglie, nei mercatini dell’usato o nei musei della tecnica.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
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