La Certo-Kamera-Werk fu fondata nel 1902, a Johannstadt, Dresda, da due ingegneri tedeschi: Alfred Lippert e Karl Peppel. All’inizio operavano sotto il nome di “Peppel & Lippert, Fabrik photographischer Cameras und Spezialartikel”, concentrandosi su fotocamere a lastra di fascia media. Nel 1905 adottarono ufficialmente il marchio Certo, che in latino significa “sicuro e affidabile”, denominazione scelta a sottolineare l’affidabilità dei loro prodotti. Il trasferimento a Großzschachwitz e l’espansione della fabbrica segnarono l’inizio di una produzione strutturata, comprendente modelli professionali in legno e molle in ottone.
Tra il 1905 e il 1917 l’azienda consolidò una gamma di modelli destinati sia agli appassionati sia ai professionisti: Certosport, Certorex, Certotrop, Certokunst e altri modelli a lastra prodotti con cura artigianale su corpo in legno, soffietti di tessuto di qualità, meccanismi di messa a fuoco a cremagliera, oscillazioni anteriori e posteriori, e componenti in ottone lucidato con tolleranze entro ±0,5 mm.
Nel 1917 la società venne rilevata dal commerciante Emil Paul Zimmermann, il quale introdusse il modello Certonett 6×9, uno dei primi apparecchi a roll film. Il controllo fu esercitato dal suo genero Fritz von der Gönna, che spinse verso produzioni in metallo e ottimizzazioni tecniche lungo le linee della gamma Certotrop e Dollina.
La gamma successiva si basò su macchine pieghevoli per formato 120, a ottica singola, realizzate con meccanica semi-industriale. Modelli come Certofix, Certotix, Certix A/B furono equivalenti a quelli prodotti da Welta o Balda, con ricerca su lenti doppietto o anastigmatiche e shutter Singlo o Automat. Questi modelli offrivano esposizioni multiple, apertura fissa o selezionabile e parzialmente montavano telemetro su alcuni esemplari più sofisticati.
Durante la Seconda guerra mondiale, la produzione civile fu interrotta e riconvertita verso impiego militare, ma molte linee vennero protette grazie al nascondimento dei macchinari da parte di von der Gönna. Al termine del conflitto, nel 1946, la produzione della Super Dollina riprese, benché tutte le macchine fossero destinate come riparazioni di guerra all’Unione Sovietica.
Dal 1950 al 1958, Certo restò un’impresa privata, pur già operando nella Germania Est socialista. Nel 1953 fu rinominata e gestita come “Certo‑Camera‑Werk von der Gönna & Söhne”. La fusione dello Stato con il 30 % di partecipazione avvenne nel 1959, e nel 1972 diventò completamente pubblica come VEB Certo-Kamerawerk Dresden, all’interno del blocco di aziende che nel 1980 confluirono nel Kombinat VEB Pentacon, la grande entità statale fotomeccanica della DDR.
Sul piano tecnico l’organizzazione interna prevedeva reparti per progettazione ottica, messa a fuoco incrementale, controllo qualità, assemblaggio metallico delle fotocamere pieghevoli, box, folding e viewfinder. Le tolleranze erano ben definite, particolarmente nei modelli pannello e nei meccanismi di shutter. Centinaia di operai e tecnici erano impiegati nella fabbricazione di prodotti mediamente competitivi sul mercato tedesco e d’esportazione.
Tra i principali tratti distintivi figurano una qualità costruttiva superiore alla media, l’uso di metallo pressofuso per i corpi, pelletta o rivestimenti in similpelle, soffietti di buona fattura, mirror rangefinder nei pieghevoli Super Dollina e Dollina II, e lenti Tessar o Primotar. Venivano altresì prodotti accessori con schema modulare, cataloghi tecnici precisi, suffix e seriali collegati a protocolli di test di shutter speed, contatori fotogrammi e blocchi anti‑doppia esposizione.
Gamma prodotti
La gamma Certo incluse un’ampia serie di modelli tecnici lungo l’intero Novecento. Nei primi anni oltre i modelli a lastra, nel 1920‑30 la produzione si spostò su modelli roll-film: il Certonett (6×9), il Certom at (6×6), il Certophot, e il mitico Super Sport Dolly. Il Super Dollina fu il modello di punta pre-bellico, una folding metallica rifinita cromata o smaltata nera, con rangefinder, esposizione selezionabile, ottiche Centar f/4.5 o Tessar f/2.9 su shutter Compur B fino a 1/300 s, contatore automatico e levetta di caricamento rapido.
Il modello successivo, Super Dollina II (1946–1950 circa), manteneva il rangefinder non accoppiato e migliorò le finiture e il meccanismo frontale. Fu replicato anche negli anni successivi alla guerra, ma venne progressivamente dismesso alla fine degli anni Cinquanta, probabilmente entro la fine del decennio, prima della completa trasformazione in Pentacon.
Negli anni Sessanta e Settanta, Certo si concentrò su fotocamere semplici per formato 120 e 135. Il Certo‑phot (introdotto nel 1958) era una camera box medium-format 6×6 con lente menisco f/8‑f/11, shutter singola velocità M/B, apertura selezionata da piattello, messa a fuoco a zone, caricamento da fondo, leva anti‑doppia esposizione e indicatore fotogrammi. Fu alla base per il successivo Certo Certina (1966), che aggiunse leva di avanzamento, comandi migliorati su otturatore, finestra rosso per contatore e supporto flash.
Un altro modello significativo fu il compatto Certo KB 24 (anni ≈ 1967–68), destinato ai giovani fotografi. Funzionava con 35 mm film (formato quadrato 24×24 mm), lente f/11 con messa a fuoco fissa da 1,3 m a infinito, due velocità (1/30, 1/90 s), sincronizzazione flash X via slitta superiore, contatore a countdown che bloccava l’avanzamento a zero, e costruzione compatta. Questo modello mostrava l’intento di Certo di offrire semplici macchine fotografiche “ready-to-use” per l’utenza consumer.
Il Certo Six, iconico folding 6×6 introdotto nel 1953, rappresentava un’offerta elegante: ottica Zeiss Tessar 2,8/80, tempo da B a 1/250 s su shutter Tempor o Compur, contacarica, leva automatica di avanzamento a due tempi, interlock anti doppia esposizione, mirino ottico e telemetro accoppiato, correzione parallax e peso di circa 880 g. Questo modello emerse come una delle realizzazioni più raffinate del dopoguerra nella DDR.
La società manteneva protocolli di test: misure shutter speed, precisione del telemetro, controllo delle finiture e di robustezza meccanica. Le fotocamere Classic come Six e Certina venivano accompagnate da manuali tecnici, schede di specifiche, diagrammi per la manutenzione. Tuttavia, dopo il 1982, la produzione di camerette Certo terminò e il marchio fu assorbito da Pentacon, che utilizzò gli stabilimenti per produrre la Exa 1c e successive reflex.
Il profilo tecnico della Certo-Kamera-Werk riflette dunque una traiettoria che parte da fotocamere professionali in legno a meccanismi sofisticati e pieghevoli, per transitare verso prodotti medi e di massa nel dopoguerra con meccanismi semplificati ma ben costruiti. L’integrazione in Pentacon pose fine al brand Certo nel 1985, segnando il passaggio definitivo dall’artigianato ottico indipendente alla produzione statale modellata nell’industria socialista della DDR.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
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