La Candid Camera Corporation venne costituita nel maggio 1938 a Chicago, Illinois, dai soci Carl Price, Joseph Price e Benjamin Edelman; l’indirizzo originale era 844 West Adams Street, quarto piano di un edificio di sei piani. In una città nota per ospitare numerose piccole imprese produttrici di fotocamere economiche in bakelite (come Utility Mfg., Spartus, Monarck, ecc.), Candid Camera riuscì a distinguersi perché progettò un modello innovativo: il Perfex Speed Candid, il primo rangefinder 35 mm americano dotato di otturatore sul piano focale (cloth focal-plane shutter), con gamme di velocità da 1/25 s fino a 1/500 s, sincronizzazione flash tramite slitta superiore (hotshoe) e montatura a vite per obiettivi intercambiabili.
Fin dalla fondazione il gruppo promotore, con esperienza nell’industria radiofonica, impiegò un approccio tecnico ingegneristico: progettazione interna dei meccanismi di shutter e rangefinder, selezione di lenti (prodotte da Wollensak per i modelli successivi), e progettazione della carrozzeria in Bakelite pressofusa con finiture cromate. Un dipartimento tecnico dedicato gestiva le tolleranze meccaniche per assicurare precisione nello scatto, nell’avanzamento film, e nella calibrazione ottica. Ogni prototype veniva testato su meccanismi di shutter speed, accuratezza del rangefinder e affidabilità dell’hotshoe.
La filosofia industriale era quella di produrre un apparecchio competitivo rispetto alle importazioni europee, ma a costi inferiori. Il modello Speed Candid voleva rispondere alla crescente domanda interna per la fotografia 35 mm con caratteristiche tecniche avanzate come otturatore a tendina, sincronizzazione flash e telemetro. Questo era un salto tecnico rispetto alle fotocamere americane più comuni dell’epoca, di solito caratterizzate da shutter semplici e lente fissa.
L’azienda crebbe in un ambiente industriale in cui numerosi produttori condividevano indirizzo o logistica comune (per esempio la famosa zona attorno a 715 W. Lake St di Chicago), ma solo Candid Camera ebbe ambizione di produrre una fotocamera di livello intermedio, combinando precisione meccanica e controllo qualità. Il personale tecnico svolse funzioni ingegneristiche complesse: predisposizione di manuali interni con diagrammi da servizio, collaudo individuale di shutter, rangefinder e montature, nonché specifiche per la robustezza strutturale della scocca.
Molte aziende americane del periodo (come Argus, Universal, Clarus) cercarono di competere sulla fascia media del mercato con apparecchi di fascia alta. Candid Camera, pur operando in questo stesso territorio competitivo, riuscì a enfatizzare la precisione del focal-plane shutter e la sincronizzazione flash con hotshoe integrato, un elemento tecnico raro all’epoca per una macchina americana. Il quadro organizzativo interno prevedeva un ingegnere capo che supervisionava i prototipi, un gruppo di operatori specializzati per fund machining e assemblaggio, e controllo finale per performance meccaniche.
Il primo modello, Perfex Speed Candid (fine 1938), presentava un corpo in bakelite simile nella forma generale agli Argus A-series, ma con una struttura più solida e con funzionalità tecniche avanzate. La lente era intercambiabile su montatura helicoidale, il telemetro era decoupled, e l’otturatore a tendina poteva raggiungere fino a 1/500 s, una velocità notevole per il mercato USA dell’epoca. Il modello includeva un esposimetro a estinzione (“extinction meter”) basato su diaframmi, che l’utente poteva consultare esternamente – un elemento tecnico distintivo.
Nel 1939 uscì il Perfex Forty‑Four, con un corpo interamente in alluminio pressofuso cromato e forma più aerodinamica. Pur mantenendo l’otturatore sul piano focale e la sincronizzazione flash, il quadrante combinato di selezione delle velocità lento e veloce risultò meccanicamente problematico. I tecnici interni affrontarono la questione ridefinendo le tolleranze ingranaggi per ridurre attriti e minimizzare errori di selezione indesiderati. Su ciascun esemplare del Forty‑Four venivano effettuati test di accuratezza shutter su scala meccanica, controllo del backlash nei dentini e verifica indipendente del rangefinder prima dell’assemblaggio finale.
L’evoluzione definitiva arrivò con il Perfex Fifty‑Five (1940‑1948). Esso presentava una separazione netta tra selettore di slow speed e fast speed, una lente f/2.8 di alta qualità prodotta da Wollensak, temperatura di calibrazione per esposizioni più stabili e sincronizzazione flash migliorata. Questo modello fu l’unico pre‑guerra a restare in produzione fino al 1948. Per il Fifty‑Five furono realizzati protocolli di test più severi: ogni otturatore veniva tarato su banco meccanico per misurazione reale della velocità, ogni telemetro regolato su punto zero entro ±0,2 mm, e la lente f/2.8 testata per aberrazioni e planicità del campo focal.
A partire dal 1948 l’azienda introduce nuovi modelli: Perfex One‑O‑One e One‑O‑Two, nei quali venne abbandonato il focal-plane shutter in favore di un otturatore a lamelle (leaf shutter) marchiato Wollensak Alphax, incorporato nell’obiettivo fisso. La scelta tecnica derivava dalla maggiore affidabilità del leaf shutter, dalla riduzione dei costi meccanici e maggiore semplicità di manutenzione. Questi nuovi modelli mantennero il telemetro, ma eliminarono la montatura intercambiabile centrale, rendendo il sistema più compatto e resistente. Il modello One‑O‑Two era particolarmente studiato con velocità da T, B e da 1/10 s a 1/200 s.
Nello stesso periodo fu progettato anche il modello Cee‑ay‑35, con un dorso completamente asportabile e miglior gestione del caricamento film; tuttavia la produzione fu breve e il progetto fu venduto alla società Ciro che lo rilanciò come Ciro 35. Di fatto, il Cee‑ay‑35 rappresentava l’ultimo tentativo di innovare tecnicamente una fotocamera americana di fascia media dotata sia di telemetro sia di meccanismo film semi‑automatico.
La docum entazione tecnica interna includeva dati dettagliati sulle curve shutter, diagrammi ottici delle lenti anastigmatiche, specifiche dei materiali (metallo del corpo, tipo di vetro della lente, trattamento cromato), piani di collaudo batch e protocolli numerati per il seriale. Ogni macchina aveva marcato un numero di serie associato ad un registro di test: shutter speed misurato, precisione dell’hotshoe, tick del cricchetto del film advance, centratura del telemetro, qualità ottica valutata con MTF a 10 linee/mm. Questi due ultimi fattori erano particolarmente importanti nei modelli di punta come il Fifty‑Five e One‑O‑Two.
Nonostante la cura tecnica, la Candid Camera Corporation non sopravvisse alla crescente concorrenza internazionale, soprattutto dal Giappone e dalla Germania. La produzione cessò nel 1950 circa, e l’azienda dichiarò bancarotta. Con la scomparsa della Candid, solo pochi modelli come l’Argus C3 riuscirono a mantenere un successo duraturo nel tempo. Oggi gli esemplari Perfex sono collezionabili soprattutto per interesse storico sul tentativo americano di auto‑produzione tecnica avanzata nella fascia 35 mm.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
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