L’Allied Camera Supply Co., con sede a New York, nonostante fosse un marchio relativamente sconosciuto ai più, ha lasciato una traccia indelebile nel mondo della fotografia analogica. Attiva soprattutto negli anni ’40, questa azienda importava e marchiava macchine fotografiche prodotte da terzi, contribuendo a rendere accessibili strumenti eleganti e funzionali per l’utente medio americano. Tra queste si distingue la Carlton‑Reflex, una camera twin‑lens reflex (TLR) che incarnava tecnologie semplici ma efficaci, presentandosi come una valida alternativa sia per scattare foto ricordo sia per la diffusione della fotografia d’uso quotidiano.
Carlton‑Reflex: estetica, materiali e produzione
La Carlton‑Reflex fu commercializzata nei primi anni ’40 ed è ampiamente riconosciuta per il suo corpo in bakelite nera, una plastica robusta e leggera, integrata con una placca metallica cromata sul frontale. La scelta di questo materiale rifletteva la volontà dell’azienda di offrire un prodotto resistente, dal design pulito e dall’effetto estetico piacevole, con un look vagamente “art déco” grazie ai riflessi lucenti del metallo.
Prodotta dalla Utility Manufacturing Company – un produttore che realizzava telai e componenti per varie marche – la TLR era tecnicamente identica alla Spartus Full‑View, un’altra macchina TLR dell’epoca, commercializzata soprattutto tra i fotografi amatoriali.
La Carlton‑Reflex utilizza pellicole standard di formato 120 (oppure “B2”), permettendo la realizzazione di 12 scatti quadrati da 6×6 cm. Disponeva di un semplice obiettivo a fuoco fisso, pensato per offrire una buona nitidezza e velocità, ma senza pretese di prestazioni professionali avanzate.
Sul versante operativo, la macchina offriva tempi di esposizione “time” e “instantaneous” tramite un otturatore meccanico facilissimo da usare. La messa a fuoco non richiedeva particolari settaggi, rendendo la camera ideale per scatti istantanei o situazioni in movimento.
La presenza di un vetro smerigliato sul mirino garantiva una visualizzazione in tempo reale dell’inquadratura, utile per anticipare l’esposizione, e la dimensione reale dell’immagine rifletteva esattamente il frame del negativo da 6×6 .
Un’evoluzione del modello, datata 1949, integrava la sincronizzazione flash, un upgrade notevole per i tempi, permettendo di scattare foto con illuminazione flash in modo coordinato.
Sebbene non destinata a un pubblico professionale, la Carlton‑Reflex si era guadagnata spazio nell’ambito delle macchine fotografiche amatoriali domestiche. Prezzi stimati del periodo vanno dai 10 ai 20 dollari, equivalenti a meno di 40 € oggi, una cifra abbordabile per molti. Questi modelli venivano venduti attraverso negozi di fotografia, cataloghi postali e occasionalmente in grandi magazzini.
Testimonianze d’epoca e collezionisti moderni confermano che molti ex‑possessori conservano questi modelli per curiosità estetica e praticità vintage, spesso equipaggiati con la loro confezione originale .
Oggi la Carlton‑Reflex ha acquisito un discreto valore collezionistico. È facile trovare esemplari perfettamente funzionanti, spesso in vendita su eBay o Etsy tra i 10 e i 50 dollari, a seconda della condizione . Modelli completi della loro scatola originale, con manuali, in ottimo stato, possono raggiungere valori ben più elevati grazie all’effetto nostalgia e al gusto retro.
Collezionisti appassionati di macchine una volta definite “user‑friendly” apprezzano ancora oggi la sua estetica pulita, il vetro smerigliato impeccabile e, in alcuni casi, la sincronizzazione flash perfettamente funzionante .
Inquadramento nel contesto industriale
Per capire meglio il significato storico della Carlton‑Reflex, occorre considerare il quadro produttivo degli anni ’30 e ’40 in USA. Le aziende come Utility Mfg. o Spartus operavano con produzioni su larga scala, spesso condividendo design e stampi con vari nomi commerciali – pratica comune nell’industria fotografica.
La Carlton‑Reflex è solo uno degli esempi di questa rete di produzione e branding che caratterizzava quegli anni. La filosofia “badge engineering” consisteva nel creare un modello base e rivenderlo sotto più label: Allied Camera Supply, Spartus, Monarch e tanti altri .