L’Aires Camera Industries Company fu fondata a Tokyo nel 1952, nel periodo post-bellico in cui l’industria fotografica giapponese stava iniziando a emergere, cercando di distanziarsi dalle influenze occidentali e di interpretare le proprie esigenze tecnologiche e culturali. Inizialmente conosciuta come Yallu Optical Co., l’azienda tentò di lanciare sul mercato un prototipo di reflex biottica da 35 mm, noto con il nome di “Yallu” (o “Yalluflex”), progettato tra il 1949 e il 1950. Questa fotocamera aveva un design audace, con caratteristiche quali l’ottica visiva Yallu Excella da 50 mm e una lente di ripresa Ko Shiroku f/1.3, ed era dotata di otturatore da 1/500 s fino a B. Tuttavia l’accoglienza degli utenti fu scarsa, con poche decine di prototipi prodotti e feedback negativi: fu così che l’azienda riconsiderò la sua strategia commerciale, rinunciando alla produzione della Yallu e decidendo di cambiare nome in Aires Camera Industry Company.
Il nuovo corso puntava verso soluzioni più convenzionali, affidabili e commercialmente valide: furono introdotte le prime fotocamere serie 35‑I nel 1954. Queste erano macchine a telemetro compatto, costruite con corpo in metallo rivestito in similpelle, dotate di ottica Coral f/3.5 da 45 mm e otturatore Seikosha Rapid con tempi da 1 fino a 1/500 s più posa B. Nel giro di pochi anni, tra il 1955 e il 1957, l’azienda sviluppò diverse varianti migliorate: 35‑II, 35‑IIA, 35‑III, 35‑IIIA, fino alla 35‑IIIL. Ogni versione portò innovazioni progressive: l’introduzione del telemetro accoppiato, miglioramenti nell’ottica (Coral f/2.8 e poi anastigmat f/1.9), otturatori Seikosha MX e MFL più precisi e rapidi, impugnature, levette di riavvolgimento, meccanismi anti-doppia esposizione e contatori automatizzati .
Parallelamente lo sviluppo incluse anche un’espansione verso apparecchi di medio formato: tra la fine degli anni Cinquanta e il 1962 vennero proposti modelli come la Aires Automat, una reflex biottica 6×6 su pellicola 120 con messa a fuoco su vetro smerigliato, sincronizzazione flash e meccanica automatica per armamento e avanzamento film. Furono inoltre commercializzati modelli di medio formato più semplici, come la Aires Viceroy, capace di riprese 6×6 o 4.5×6 con telemetro accoppiato, e la Reflex 35 con esposimetro, una reflex 35 mm con esposimetro al selenio integrato, lente Coral f/2 e otturatore leaf SLV.
Purtroppo la rapida innovazione tecnologica e la pressione internazionale sul mercato portarono l’azienda a scontrarsi con la concorrenza. Nel 1960 Aires entrò in crisi e dovette cessare l’attività per fallimento. L’intera produzione si concluse poco dopo, e molti dei suoi modelli vennero venduti o smembrati. Nonostante la breve esistenza e il successo limitato, Aires rappresenta un esempio significativo dell’ascesa e caduta delle medie imprese fotografiche giapponesi nel periodo del boom post-bellico.
Modelli principali
Le fotocamere Aires sono caratterizzate da solide costruzioni in metallo e ottone, con finiture in similpelle, progettate con una logica modulare: stesso corpo, stesse ghiere, ottiche intercambiabili e otturatori impostati su norme Seikosha (Rapid, MX, MFX, MFL, SLV), permettendo aggiornamenti semplici tra le serie.
La Aires 35‑I, lanciata nel 1954, era una macchina base a telemetro, con lente Coral f/3.5 – 45 mm e otturatore Seikosha Rapid da 1 a 1/500 s più B. Il fuoco avveniva tramite una ghiera elicoidale all’obiettivo, il contafotogrammi era meccanico ed elementare. Le versioni successive come la 35‑II, uscite nello stesso anno, introdussero il telemetro accoppiato all’impugnatura, mantenendo bolidi meccanici affidabili e stesse gamme di otturazione.
Con la 35‑IIA (1955) si passò all’ottica Coral f/2.8, offrendo maggiori aperture e migliori performance in condizioni di luce difficile, sempre abbinata a un otturatore Seikosha MX con gamma da 1 a 1/500 più B. Le successive 35‑III e 35‑IIIA (1955‑56) evolsero ulteriormente, introducendo contatore zero automatizzato, dispositivo anti-doppia esposizione, avanzamento rapido con leva e sistema light-value per la regolazione contemporanea di diaframma e tempo sull’otturatore MXL .
La massima raffinazione tecnica si raggiunse con la 35‑IIIL (1957–1959), che montava il pregiato obiettivo Coral anastigmat 45 mm f/1.9 sei elementi al cristallo ambra antiriflessi. Il nuovo otturatore Seikosha MFL LVS garantiva trequarti di secondi, velocità elevate e posa B. Il personaggio tecnico principale era il sistema integrato di esposizione, combinato telemetro e meccanica evoluta, offerto a un prezzo competitivo (circa 99,50 USD all’epoca)
Nel medio formato, la Aires Automat (1958–1962) fu una TLR professionale dal corpo robusto. Progettata per usare pellicola 120, era equipaggiata di ottica Coral o Olympus Zuiko f/3.5 da 75 mm, con possibilità di montare obiettivi Nikkor, apertura sincronizzata flash FMS, vetro smerigliato e doppio impugno, e meccanismi automatici di armamento e avanzamento pellicola. La presenza di vetro smerigliato rendeva la messa a fuoco più precisa – un elemento fondamentale per la fotografia professionale o amatoriale avanzata.
Il ritrovamento della Aires Reflex 35 con meter (1961–62) segnò l’ultimo slancio tecnico: reflex monobiettivo 35 mm con esposimetro al selenio non accoppiato, lente Coral f/2, otturatore SLV con gamma da 1 s a 1/500 s più B, miopia automatica dell’apertura, telemetro a split‑image, e wind lever integrato per armamento e avanzamento. Accessori disponibili includevano lenti adattatrici wide 36 mm e tele 90 mm, aumentando versatilità e compatibilità con modelli germanici contemporanei