Chiunque abbia attraversato la metamorfosi del mondo della fotografia negli ultimi trent’anni sa che Photoshop non è semplicemente un software: è un luogo della mente. Da quando il laboratorio chimico è stato sostituito da un algoritmo, il ritocco non è più un’alchimia da camera oscura ma una pratica quotidiana che influenza pubblicità, moda, reportage e perfino la vita sociale di chi scatta. Nel 2025 l’immagine digitale è ormai onnipresente e la domanda che tormenta migliaia di fotografi emergenti è semplice: si può usare Photoshop senza spendere un euro? La risposta, come spesso accade, è un sì condizionato. Adobe offre un periodo di prova gratuita di 7 giorni che permette di testare la versione completa del programma su desktop, web, iPhone e iPad. La promessa non è banale: durante la settimana di prova si hanno a disposizione tutte le funzionalità, comprese le più recenti integrazioni di intelligenza artificiale e i 20.000 font di Adobe, senza alcun costo immediato. La formula è pensata per convincere gli indecisi e, allo stesso tempo, per introdurre un nuovo paradigma di lavoro cross‑platform.
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Per attivare il trial si parte dal sito ufficiale, dove un pulsante “Start free trial” invita a sottoscrivere un account Adobe. Dopo aver creato o utilizzato il proprio ID, si scarica l’applicazione. La procedura è standard: la carta di pagamento viene registrata, ma non si paga nulla fino al termine dei sette giorni, e se si cambia idea è possibile annullare entro quattordici giorni dall’inizio del periodo di prova per ottenere il rimborso completo. Il piccolo contatore visibile nel pannello dell’account ricorda quando scadrà la prova; se si dimentica di annullare, la sottoscrizione prosegue automaticamente. L’editorialista che scrive conosce amici che hanno avviato il trial senza valutare bene la tempistica, per poi ritrovarsi con un abbonamento annuale: la lezione è semplice ma fondamentale, basta un promemoria sul calendario per evitare la sorpresa.
Durante quei sette giorni l’universo di Photoshop si spalanca con tutta la sua potenza. Il trial comprende gli aggiornamenti più recenti per desktop, web e dispositivi mobili; offre accesso alla libreria di asset gratuiti di Adobe Stock, alle funzioni di Generative Fill e Generative Expand che permettono di aggiungere elementi o estendere un’immagine partendo da un prompt testuale; consente di sincronizzare file PSD tramite cloud e di collaborare con altri in tempo reale. Chi non ha mai provato a cancellare un turista da una scena con due clic o a trasformare un cielo grigio in un tramonto dorato, rimarrà stupito dalla combinazione di precisione e di “magia” che il motore Firefly offre, e scoprire che queste funzioni sono incluse nel periodo di prova spinge molti a sperimentare senza rimorsi.
Non bisogna però farsi illusioni: non esiste una versione gratuita permanente di Photoshop oltre al trial. Le pagine di supporto di Adobe lo specificano chiaramente, indicando che ogni persona può usufruire di un solo periodo di prova. È una limitazione logica in un mercato dominato dai servizi in abbonamento; la filosofia del “try before you buy” rimane, ma poi bisogna decidere se pagare. La sensazione di libertà offerta da una settimana di editing full optional è simile a quella di chi, entrando in un grande magazzino con la carta di credito del nonno, può provare tutto ciò che desidera; ma allo scadere del tempo bisogna restituire i vestiti o aprire il portafoglio.
Una digressione storica aiuta a comprendere perché oggi si parla di prova gratuita e non di versioni pirata. Nei primi anni Duemila circolava la leggenda metropolitana secondo cui Photoshop CS2 era stato rilasciato gratuitamente da Adobe. In realtà, come ricorda 8designers.com, nel 2013 la società mise a disposizione i download dei vecchi software solo per i clienti che ne possedevano già la licenza (8designers.com). Quel gesto fu interpretato erroneamente come un dono, ma utilizzare copie non autorizzate di software obsoleto non è mai stato legale. Oltre a violare il copyright, queste versioni non sono supportate, hanno falle di sicurezza e mancano di funzioni indispensabili oggi. È quindi inutile cercare scorciatoie su forum o siti di dubbia reputazione: l’unico modo legale per provare Photoshop è il trial ufficiale, e se si decide di abbandonarlo esistono alternative open source come GIMP o Krita che, pur non avendo la stessa raffinatezza, permettono di affrontare lavori di editing di base senza costi.
L’esperienza del trial è interessante anche dal punto di vista sociologico. Abituati a software di editing gratuito o a filtri social che trasformano una foto in opera pop con uno swipe, molti utenti scoprono che la complessità di Photoshop è una virtù. Il programma richiede un apprendimento progressivo, ma ripaga con un controllo totale: livelli, maschere, canali, curve di tonalità, filtri avanzati. L’interfaccia può sembrare intimidatoria, ma durante la prova gratuita vale la pena seguire i tutorial e i webinar accessibili dal pannello “Learn”. Chi arriva dalla fotografia analogica può riconoscere analogie: se il banco ottico richiedeva pazienza, attenzione e mano ferma, anche Photoshop pretende consapevolezza e tempo per ottenere risultati impeccabili.
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Un consiglio personale? Pianificate il trial in un momento in cui avete un progetto concreto da seguire. Se siete freelance, fate coincidere la prova con il lavoro per un cliente che richiede ritocchi complessi; se siete studenti, sfruttate la settimana prima di una consegna importante. In questo modo avrete la possibilità di valutare se gli strumenti offerti valgono l’abbonamento. In alternativa, potete scaricare la app Photoshop Express, una versione semplificata e gratuita che da anni offre correzione di base, ritaglio, aggiunta di effetti e filtri. Come ricorda un articolo di Skylum, Express privilegia la facilità d’uso e propone una versione gratuita limitata più qualche acquisto in‑app per funzionalità avanzate. Non sostituisce il software professionale, ma per chi desidera solo una sistemata veloce alle foto di Instagram può essere sufficiente (skylum.com).
Terminati i sette giorni di paradiso digitale, la decisione si sposta sul terreno economico. I piani di abbonamento di Adobe variano: il Photography Plan include Lightroom e 20 GB di spazio cloud, il piano singolo di Photoshop offre 100 GB di archiviazione, mentre il Mobile & Web plan, introdotto nel 2025, estende le funzionalità ai dispositivi mobili e alla versione web. Negli Stati Uniti la tariffa mensile della soluzione mobile è di 7,99 dollari, mentre in Europa varia a seconda dei Paesi, e chi possiede già un abbonamento desktop ottiene l’accesso gratuitamente. Prima di scegliere, conviene confrontare i costi con le esigenze: un professionista che lavora quotidianamente con file di grandi dimensioni e necessita di generative AI probabilmente avrà convenienza nell’abbonamento completo; un amatore potrebbe preferire strumenti più leggeri o periodi di abbonamento limitati.
Questa prima fase di esplorazione gratuita rappresenta dunque un banco di prova per misurare la propria relazione con il software più famoso della fotografia digitale. È un assaggio della potenza del programma, un viaggio nel suo labirinto di funzioni e scorciatoie che aiuta a capire se vale la pena stringere un patto con Adobe o cercare altrove. Nella seconda parte di questo editoriale ci sposteremo sul versante mobile, dove la gratuità assume forme più durature e dove il concetto stesso di ritocco viene ridisegnato dallo schermo di uno smartphone.
Fotografia tascabile: l’ascesa di Photoshop mobile e web
Se la prova gratuita rappresenta un invito a entrare nel mondo di Photoshop, il 2025 segna l’anno in cui l’azienda decide di portare l’esperienza del programma sul telefono. L’annuncio dell’app Photoshop su iPhone, pubblicato a febbraio sul blog di Adobe, parla di una app “nuovissima e gratuita” pensata per offrire la magia di Photoshop con un’interfaccia ripensata per i telefoni. Il tono entusiastico dell’articolo tradisce l’intenzione di conquistare i creatori mobile‑first, coloro che producono immagini per i social o per progetti personali direttamente dallo smartphone. Adobe non nasconde che la versione per telefono non sostituisce l’applicazione desktop: non è progettata per i professionisti che retoccano decine di scatti raw al giorno, ma per chi vuole combinare elementi grafici, aggiungere testo, creare collage e sfruttare l’AI generativa senza passare dal computer.
La novità più interessante per i fotografi è che Photoshop su iPhone è davvero gratuito, almeno per quanto riguarda le funzionalità base. Gli utenti possono combinare e fondere immagini con gli strumenti fondamentali di Photoshop, come selezioni precise, livelli illimitati e maschere. Grazie all’innovativa funzione Tap Select, un tocco permette di selezionare un soggetto e sostituire lo sfondo in pochi secondi; lo strumento Spot Healing Brush cancella imperfezioni e graffi con un semplice passaggio del dito; e la generative AI, attraverso Generative Fill e Generative Expand, consente di aggiungere dettagli o allargare la scena senza compromettere la risoluzione. Queste funzioni non sono demo limitate: sono operative e non richiedono alcun pagamento iniziale, trasformando il telefono in un piccolo laboratorio creativo. È persino possibile importare e esportare file PSD a piena risoluzione e lavorare con Adobe Stock per aggiungere elementi grafici gratuiti.
Il lancio dell’app non si limita agli utenti Apple. Nel giugno 2025, Adobe rilascia una versione beta gratuita per Android. L’annuncio sul blog evidenzia che gli utenti possono scaricarla gratuitamente dal Google Play Store e utilizzare le stesse funzionalità principali: combinare immagini con livelli e maschere, selezionare soggetti con Tap Select, rimuovere elementi con Spot Healing, sfruttare il motore Firefly per generative AI e accedere a una libreria crescente di asset Adobe Stock. Durante la fase beta, tutte le funzionalità sono gratuite, con ulteriori aggiornamenti promessi per il futuro. C’è, però, una barriera tecnica: l’app richiede dispositivi con Android 11 o superiore e almeno 6 GB di RAM, con 8 GB consigliati. Questo significa che gli smartphone di fascia bassa o datati potrebbero non supportarla.
Per chi chiede se ci sia un costo nascosto, la risposta è simile a quella del desktop: l’app è gratuita, ma esistono strumenti premium. Adobe ha creato il Photoshop Mobile & Web plan, disponibile tramite acquisto in‑app sull’App Store, che sblocca funzionalità avanzate e offre accesso illimitato alla versione web. Tra gli strumenti premium figurano il Remove Tool, il Content Aware Fill, la Object Select e il Magic Wand, utilissimi per rimuovere oggetti complessi o isolare soggetti con precisione. Il piano include anche 30.000 font, blend modes avanzati e la possibilità di esportare in formati diversi dal solito JPEG, come PSD, TIFF e PNG. Chi sceglie di non sottoscrivere il piano può continuare a usare le funzioni gratuite, ma vedrà alcune icone contrassegnate con un lucchetto. Per i professionisti che già pagano l’abbonamento a Photoshop, le funzioni premium su mobile e web sono già comprese, un dettaglio che evita la doppia spesa e invita a spostare parte del workflow sul telefono.
La pagina delle FAQ di Adobe chiarisce ulteriormente i dubbi. Alla domanda “Esiste una app gratuita di Photoshop?”, la risposta è affermativa: la app per smartphone è un’app autonoma gratuita con funzioni premium acquistabili in seguito. Anche Photoshop per iPad è gratuito, e come su iPhone l’upgrade sblocca strumenti supplementari. La stessa sezione spiega che la versione web è inclusa nel Mobile & Web plan e che i nuovi utenti possono acquistare il piano direttamente dall’app su iPhone. Importante per gli utenti Android è il richiamo alla versione beta su Google Play, disponibile per dispositivi con almeno 6 GB di RAM. In altre parole, la strategia di Adobe è chiara: fornire un’app gratuita accessibile a tutti per invogliare alla prova e, per gli utenti più esigenti, offrire un abbonamento che espande le possibilità.
Accanto al mobile c’è la versione Photoshop on the web, che ha creato qualche confusione. Il sito ufficiale la pubblicizza con slogan accattivanti: “modifica immagini gratis online” e “crea splendide immagini e grafiche ricche gratuitamente — senza download”. Si tratta di una esperienza semplificata che consente di ritoccare foto tramite browser, sfruttando le stesse tecnologie di intelligenza artificiale del programma desktop. È possibile isolare soggetti, migliorare colori con slider di hue e saturation, rimuovere elementi con Spot Heal e usare Generative Fill direttamente nel browser. Lo strumento permette persino di inserire testo con oltre 30.000 font e salvare progetti in vari formati. Tuttavia c’è un limite importante: la versione web non è completamente gratuita. La pagina delle FAQ spiega che non esiste una vera e propria versione online gratuita: è possibile provare alcuni strumenti tramite tutorial guidati senza creare un account, ma per caricare e modificare le proprie foto è necessario sottoscrivere un piano Photoshop o avviare il periodo di prova gratuito. È un paradosso comunicativo: mentre l’home page invita a modificare gratis, la documentazione chiarisce che la gratuità è limitata a esempi dimostrativi. Per accedere pienamente bisogna acquistare il Mobile & Web plan tramite l’app su iPhone o attivare il trial dal sito.
Questo schema di accesso può sembrare complicato, ma in realtà riflette la tendenza dell’industria a integrare dispositivi e servizi. Il lavoro di un fotografo contemporaneo è fluido: si scatta con lo smartphone, si ritocca con l’app mobile mentre si è in viaggio, si rifinisce sul browser da un portatile e si conclude su desktop. La sincronizzazione dei file PSD nel cloud permette di iniziare un progetto sul telefono e finirlo al computer senza perdita di livelli o impostazioni. Il racconto del blog di Adobe porta l’esempio di una musicista che progetta copertine per album su iPhone e rifinisce i contenuti per YouTube direttamente in mobilità; un fashion designer, invece, collabora con i compagni su Photoshop web a scuola e completa il lookbook sul telefono durante il viaggio (blog.adobe.com). Sono scenari concreti che spiegano perché Adobe spinga su questa cross‑platform: non si tratta più di scegliere tra versione desktop o mobile, ma di combinare le due in un flusso unico.
Naturalmente, la gratuità non è eterna. Gli utenti della app possono utilizzare le funzioni base senza pagare, ma dopo un periodo di prova per gli strumenti premium dovranno decidere se abbonarsi. L’App Store e il Google Play Store mostrano chiaramente che l’app è gratuita con acquisti in‑app: nella sezione descrittiva della app si legge che permette di aggiungere oggetti, sfocare o rimuovere sfondi, utilizzare generative AI per riempire spazi, ritoccare imperfezioni e combinare immagini (apps.apple.com). Allo stesso tempo, l’upgrade al piano premium sblocca strumenti come il Remove Tool, il Content Aware Fill, la Object Select, e consente l’esportazione in diversi formati (apps.apple.com). La trasparenza della scheda su Google Play indica che la preregistrazione è aperta e che durante la fase beta tutte le funzionalità sono gratuite (play.google.com), ma una volta uscita dalla beta il modello seguirà la stessa logica dell’iPhone.
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Come interpretare, quindi, il concetto di Photoshop gratis nel 2025 e nel 2026? La definizione corretta è: gratuito con limiti. È un software che, per ragioni commerciali e tecniche, non può essere completamente gratuito, ma che offre porte d’ingresso senza biglietto. Il trial di sette giorni sul desktop consente di valutare se la potenza del software giustifica l’abbonamento; la app per iPhone e Android permette di lavorare su immagini, creare collage e sfruttare l’AI generativa senza pagare un centesimo; la versione web offre una vetrina di funzioni e un assaggio della tecnologia Firefly. Per i fotografi con pochi mezzi o per i curiosi, queste porte d’ingresso sono preziose. Per i professionisti, rappresentano un’estensione del workflow che merita di essere integrata, anche a costo di un abbonamento.
Dal punto di vista editoriale, questa evoluzione racconta la democratizzazione della post‑produzione. Dove una volta serviva un computer potente e una licenza costosa, oggi basta uno smartphone. Allo stesso tempo, i modelli di business basati su abbonamenti e funzioni premium ricordano che la creatività è sempre più legata alle piattaforme. Il consiglio finale è di avvicinarsi a Photoshop con curiosità e spirito critico: provate il trial quando avete tempo, scaricate l’app mobile e sperimentate, leggete le FAQ per capire i limiti, e soprattutto non cedete alla tentazione di scaricare versioni illegali. La fotografia resta un’arte fatta di visione e tecnica; strumenti come Photoshop sono potenti alleati, ma la vera magia nasce dall’occhio di chi guarda e dalla sensibilità di chi ritocca.
Le Photoshop app gratuite
| App / versione | Piattaforma | Link ufficiale / store | Note / riferimenti |
|---|---|---|---|
| Photoshop (mobile, iOS) | iPhone / iPad | Adobe Photoshop – App Store Apple | È la nuova app ufficiale di Photoshop per iOS, che offre molte funzioni gratuitamente con opzioni a pagamento. Adobe Blog+2adobe.com+2 |
| Photoshop (beta, Android) | Android | Adobe Photoshop Beta – Google Play Google Play | L’app è offerta come beta gratuita su Android. Adobe ha annunciato che la versione Android di Photoshop (beta) è disponibile per il download gratuito. Adobe Blog |
| Photoshop Express | Android | Photoshop Express – Google Play Google Play | Versione di editing fotografico mobile “leggera”. Adobe Help Center+1 |
| Photoshop Express | iOS | Photoshop Express – App Store Apple | Nota: in alcune regioni l’app non è più scaricabile per nuovi utenti iOS. community.adobe.com+2community.adobe.com+2 |
| Photoshop Online / Web (gratuito via browser) | Web (Chrome, Safari, Firefox, Edge) | Photoshop Online – Adobe adobe.com | È la versione che si usa direttamente via browser, senza installare software. adobe.com+2adobe.com+2 |
| Photoshop (desktop) – versione di prova gratuita | Windows / macOS | Photoshop Free Trial – Adobe adobe.com | Permette di usare la versione completa del software per 7 giorni. |
| Download generico prodotti Adobe | Web | Adobe Downloads – Adobe adobe.com | Qui si possono trovare versioni trial, aggiornamenti, ecc. |
Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
Con una solida formazione accademica in storia dell’arte, ho sviluppato una profonda comprensione delle intersezioni tra fotografia, cultura e società. Credo fermamente che la fotografia non sia solo una forma d’arte, ma anche un potente strumento di comunicazione e un prezioso archivio della nostra memoria collettiva.
La mia esperienza si estende oltre la scrittura; curo mostre fotografiche e pubblico articoli su riviste specializzate. Ho un occhio attento ai dettagli e cerco sempre di contestualizzare le opere fotografiche all’interno delle correnti storiche e sociali.
Attraverso il mio sito, offro una panoramica completa delle tappe fondamentali della fotografia, dai primi esperimenti ottocenteschi alle tecnologie digitali contemporanee. La mia missione è educare e ispirare, sottolineando l’importanza della fotografia come linguaggio universale.
Sono anche una sostenitrice della conservazione della memoria visiva. Ritengo che le immagini abbiano il potere di raccontare storie e preservare momenti significativi. Con un approccio critico e riflessivo, invito i miei lettori a considerare il valore estetico e l’impatto culturale delle fotografie.
Oltre al mio lavoro online, sono autrice di libri dedicati alla fotografia. La mia dedizione a questo campo continua a ispirare coloro che si avvicinano a questa forma d’arte. Il mio obiettivo è presentare la fotografia in modo chiaro e professionale, dimostrando la mia passione e competenza. Cerco di mantenere un equilibrio tra un tono formale e un registro comunicativo accessibile, per coinvolgere un pubblico ampio.


