Maria Francia
Mi chiamo Maria Francia, ho 30 anni e sono una paesaggista con l’anima divisa tra natura e fotografia. Il mio lavoro mi ha insegnato a osservare il mondo con attenzione: le linee dell’orizzonte, i cambi di luce, la geometria naturale dei luoghi. Da qui è nata la mia passione per la fotografia, soprattutto per quella di paesaggio, che considero un’estensione del mio sguardo progettuale e sensibile. Amo raccontare lo spazio attraverso l’obiettivo, e nel farlo mi affascina conoscere chi, prima di me, ha saputo tradurre in immagine l’essenza di un territorio. Su storiadellafotografia.com esploro il dialogo tra ambiente, fotografia e memoria, cercando sempre di dare voce ai paesaggi, veri protagonisti silenziosi della nostra storia visiva.
Il BrownPrint di Van Dyke
Dalla codifica di Arndt e Troost nel 1895 alla pratica odierna, il Van Dyke Brown unisce chimica ferro–argento, esposizione UV e viraggi nobili. L’evoluzione tecnica, i negativi digitali e le buone pratiche conservativo–archivistiche ne sostengono attualità, qualità tonale e affidabilità nel fine art.
La Callitipia
Brevettata nel 1889 da W. W. J. Nicol, la Callitipia è un processo ferro‑argento “develop‑out” con ferrico ossalato e nitrato d’argento. Dall’Ottocento alla pratica odierna, unisce versatilità tonale, stabilità con chiarifica/viraggio/fix corretti e accessibilità rispetto ai processi a nobile.
Il Processo Fresson
Dalla presentazione del 1899 alla pratica odierna di Savigny‑sur‑Orge, il Processo Fresson evolve il carbone diretto in monocromia e quadrichromia a pigmento senza trasferimento, unendo stabilità e mattezza in una tradizione familiare segreta che ha sedotto autori e istituzioni per oltre un secolo.
L’Effetto Sabattier
L’Effetto Sabattier è reversal selettivo da re‑esposizione durante lo sviluppo, distinto dalla solarizzazione per sovraesposizione in ripresa. Dalle avanguardie di Man Ray alla pratica odierna, unisce poetica del bordo (Mackie lines) e sensitometria, con risultati forti ma controllabili.
Comporre il cibo: genealogia storica della food photography
Un viaggio editoriale nella food photography: dalle nature morte ottocentesche ai grandi studi del dopoguerra, dalla rivoluzione digitale e dei blog alla dialettica tra autenticità e iper stilizzazione, fino alle griglie compositive lette storicamente tra regola dei terzi e leading lines come metronomi del desiderio.
Chiavi tonali: da high key e low key tra cinema, moda e ritratto
Dalle radici pittoriche del chiaroscuro alla codifica di studio, dai codici iconografici del glamour e del lusso fino agli standard digitali con gestione dinamica e color management: high key e low key non sono effetti, ma linguaggi culturali che il digitale ha reso più complessi e più consapevoli.
Ritratto: dal dagherrotipo all’ambientato contemporaneo
Dai supporti che hanno modellato la posa (dagherrotipo, collodio, gelatina, pellicole colore, Polaroid, RAW) alle scuole che hanno trasformato il volto in linguaggio (da Nadar a Avedon, da Hurrell a Newman): un viaggio editoriale su come tecnica e metodo generano forma e responsabilità dello sguardo.
Advertising fotografico: tecniche e standard dai retini al 3D
Dal retino tipografico alle cabine luce ISO, dall’età d’oro post-bellica con grandi studi e cromisti alla rivoluzione digitale con tethering, profili ICC e integrazione 3D: la storia dell’advertising fotografico è un viaggio tra tecnica, standard e poetiche del controllo.
Still Life: dal laboratorio ottocentesco al set pubblicitario (formati, luci e poetiche)
Dallo still life ottocentesco come laboratorio per formati grandi, luci di lucernario e controllo dei riflessi, alla stagione modernista della Neue Sachlichkeit, che impone una precisione etica di forma e luce. Le basi dello studio contemporaneo e della fotografia pubblicitaria nascono da questa disciplina.
Luce che non lampeggia: storia delle luci continue dalla tungsteno alle matrici LED
Dal tungsteno caldo e disciplinato agli HMI che hanno portato il giorno in studio, passando per i fluorescenti e le loro promesse di morbidezza, fino alla rivoluzione LED e alla convergenza foto-video: una storia di luci continue che non è solo tecnica, ma cultura visiva, etica del set e linguaggio condiviso.
Dallo scatto ‘alla cieca’ al monitor: storia del tethering e rivoluzione dello studio digitale
Dalla Polaroid di prova come primo vero “monitor” analogico alla nascita del tethering con i dorsi digitali, i software pionieri e i CRT calibrati: si definisce una nuova cultura di set fatta di feedback condiviso, flussi di lavoro e una gestione colore ancora in cantiere, ma già decisiva.
Ritratto urbano: dalla Photo Secession a diCorcia, tra spontaneità e regia
Il percorso indaga la convergenza tra ritratto e fotografia urbana, dalla lezione della Photo-Secession alla portata trasformativa del 35mm e del “momento decisivo”. Tra spontaneità e regia discreta, emerge un’idea di ritratto che vive nel flusso, negoziando forma, etica e attenzione.

