La C. F. Foth & Co., fondata a Berlino nel 1885 da Carl Friedrich Foth (1859–1922), rappresenta uno dei più rilevanti esempi di azienda ottico‑meccanica appositamente dedicata alla fotografia nel tardo XIX secolo. La firma di Foth comparve su numerosi accessori fotografici di precisione, strumenti di metrologia ottica, apparecchi scientifici e dispositivi da studio fotografico. La produzione dell’azienda, inizialmente limitata a strumenti per astronomia amatoriale e ottica meccanica di alta precisione, si trasformò nel tempo in una gamma con notevole rilevanza per fotografi, istituzioni scientifiche e industriali. Pur operando in un panorama dominato da concorrenti come Leitz, Zeiss e Voigtländer, Foth si ritagliò una nicchia distintiva nei settori delle scale di regolazione, dei micrometri di precisione, dei supporti per lastre, delle otturazioni meccaniche avanzate e delle strutture da banco per camera oscura.
Fin dagli inizi, Carl Foth progettò e brevettò soluzioni ingegneristiche che si distinguevano per tolleranze contenute nell’ordine di 0,01 mm, realizzando meccanismi micrometrici per la regolazione di fuoco e il posizionamento di lastre fotografiche. La sua prima creazione che attirò l’attenzione fu un micrometro lineare brevettato nel 1886, dotato di verniero a doppia scala, un asse satinato in acciaio brunito e un sistema di registrazione coassiale che permetteva misure ripetibili con precisione centesimale. Questo dispositivo si impose in studi fotografici e nei laboratori medici, dove la misurazione affidabile del movimento lungo gli assi X, Y e Z era fondamentale per microfotografia e riproduzione fotografica di documenti o reperti.
Negli anni 1890, Foth progettò una serie di supporti per lastre – piastre porta-film per lastre glassate 9×12 cm – concepiti per massimizzare stabilità geometrica e semplicità d’uso. Il meccanismo principale comprendeva una molla a doppio braccio in acciaio temperato, con chiusura automatica e pulsante di rilascio a leva. La perfetta planarità della lastra rispetto al piano focale, garantita da un contatto su 8 punti di appoggio calibrati, rispondeva alle esigenze di fotografia tecnica e ingegneristica, dove ogni variazione millimetrica poteva alterare la nitidezza.
Benché meno noti per la produzione di ottiche, Foth collaborò con fabbriche tedesche per integrare ottiche acromatiche da banco in macchine da studio. Gli obiettivi assembleati sotto la sigla CF Foth portavano trattamenti antiriflesso, barrel drop ridotto e tolleranze centraggio inferiori a 0,03 mm. Le strutture portanti, costruite in ottone cromato con corpo rigido, erano dotate di cremagliere per messa a fuoco e arretramento dell’ottica per ingrandimento variabile, caratteristiche utili in ambiti come fotografia scientifica e fotomeccanica.
L’azienda propose anche una linea di otturatori meccanici a tendina verticale per lastre, con tempi di scatto regolabili da 1 secondo fino a 1/500″, una vera innovazione se confrontata con i modelli contemporanei. I modelli Foth – identificati da codici come Foth 50V o 75V – includevano ruote camme in ottone tornito, laboriosamente calibrate secondo tolleranze centesimali, e cuscinetti a sfere per una rotazione fluida e priva di giochi. La precisione dei tempi veniva ottenuta tramite un sistema a doppia camma con pignone e freno pneumatico, un’antesignana del meccanismo pneumatico presente in otturatori di alta fascia.
Nel settore dei supporti da studio, la C. F. Foth & Co. progettò telai orientabili realizzati in lega di alluminio e bronzo fuso, con snodi micrometrici per inclinazione, rotazione, altenza regolabile tramite vite trapezoidale e contrappesi per bilanciare il piano su cui era montata la lastra o il pannello di ripresa. Questi supporti consentivano composizioni complesse senza introdurre ribaltamenti e con stabilità calibrata fino ai 50 kg, un vero ausilio per formati professionali 9×12, 13×18 o 18×24 cm.
A cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, la Foth realizzò anche una gamma di proiettori a lanterna ottica con ottiche condensatrici acromatiche per proiezione positiva, indirizzate a planetari, musei e centri scientifici. Questi dispositivi includevano condensatori con doppio percorso luminoso, vetri trattati con resine fenoliche antiusura e lampade a gas o a incandescenza regolabili, espressamente costruiti per la visualizzazione tecnica.
Tra le innovazioni più avanzate figura una camera da riproduzione di documenti progettata per tavoli da litografia, dotata di un sistema su traverse rigide calibrate e un argano micrometrico per l’abbassamento simmetrico delle lenti conduttive rispetto alla lastra. Questo assolveva a una funzione di “camera piano” per la riproduzione ortogonale di pagine, matrici e grafici con distorsione quasi nulla, tanto da entrare nei manuali tecnici di fotomeccanica fino agli anni Trenta.
Il modello di business dell’azienda includeva una struttura integrata: impianto di microfusione, laboratorio meccanico di precisione, reparto finitura a specchio, camera bianca per assemblaggio ottico, e ufficio tecnico qualificato. Il brevetto più celebre, depositato nel 1904, riguardava un sistema di montaggio ottico con disallineamento controllato, che consentiva spostamenti micrometrici tra elementi acromatici per calibrare la correzione sull’asse ottico, un precursore del concetto di ottiche “floating elements” presente in obiettivi raffinati solo decenni dopo.
Durante la Prima Guerra Mondiale, l’azienda venne incaricata dalla marina imperiale tedesca di produrre adattatori per periscopi subacquei, proiettori fotografici da trincea e otturatori certificati per lanterne di segnalazione. Questi prodotti richiesero upgrade tecnici rispetto ai modelli civili: materiali antiruggine, sistemi di guarnizione al fluoro e resistenza termica fino a 120 °C. Il loro coinvolgimento permise a Foth di sviluppare soluzioni industriali a pressioni elevate, successivamente trasferite alla produzione civile.
Dopo il conflitto, Foth si trovò a dover riconvertire la produzione per il mercato civile, in competizione con emergenti aziende meccaniche americane ed europee. L’azienda rispose ampliando la gamma con lenti a fuoco variabile per torri fotografiche, caricatori per pellicola 9×12 e 13×18 tipo Rollfilm, innovativi per l’impiego in militari e studi scientifici. I caricatori Foth permettevano inserimenti “a scatto” sotto camera oscura, eliminando la necessità di darkroom permanente.
La crisi economica del 1929 colpì duramente la produzione ottica, soprattutto in Germania. L’azienda tentò di stringere alleanze con Zeiss ma fallì, a causa di incompatibilità tra le reti distributive. Nel 1933, con l’avvio del riarmo nazista, Foth fu rilevata dalle autorità e inserita nel programma produttivo della Wehrmacht, dove operò sotto supervisione statale fino al 1945. La produzione risultò limitata a modelli già previsti, ma furono salvataggi tecnologici che conservarono il know‑how.
Nel secondo dopoguerra, C. F. Foth & Co. riaprì gli stabilimenti, cercando un rilancio razionalizzando la produzione in fotometri per laboratorio, cofanetti da studio, sistemi ottici per micrografia e fotomicrografia. Seppur tecnicamente eccellente, l’azienda dovette affrontare la concorrenza internazionale di produttori di ottiche Nikon, Leitz e Wild, fino a quando non fu rilevata nel 1955 dalla Fischer & Amply Co., che trasferì linee e brevetti sotto controllo privato. Le componenti Foth continuarono a essere impiegate sotto marchio Fischer per alcuni decenni, ma col tempo molti brevetti si persero nei passaggi societari.
Oggigiorno, i dispositivi originali C. F. Foth & Co. sono ricercati da collezionisti, musei tecnici e restauratori. Microscopi, otturatori, supporti da studio, lenti di precisione e caricatori fotografici sono esposti presso lo Deutsches Museum di Monaco, il Science and Technology Museum di Berlino e collezioni private di fotografia tecnica. Negli archivi sono conservate schede di taratura, cataloghi d’epoca e manuali tecnici con diagrammi in sezione e calcoli di precisione, che consentono di ricostruire una storia di meccanica, ottica e ingegneria fotografica di prim’ordine.
La C. F. Foth & Co. fu un protagonista poco noto ma estremamente significativo dell’era d’oro della micro‑ottica fotografica. La sua produzione si distingue per precisione estrema, ingegneria avanzata e integrazione tra meccanica e ottica, espressioni di una tradizione tedesca orientata alle misure e alla qualità. Le invenzioni di Foth anticiparono molte caratteristiche tecniche dei nuovi dispositivi fotografici e scientifici, gettando le basi per sviluppi successivi negli strumenti da laboratorio, nella microfotografia e nella camera da riproduzione, ponendosi come ponte tra la fotografia analogica e la ricerca ottica del Novecento.

Sono Manuela, autrice e amministratrice del sito web www.storiadellafotografia.com. La mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, e da allora ho dedicato la mia vita professionale a esplorare e condividere la sua storia affascinante.
Con una solida formazione accademica in storia dell’arte, ho sviluppato una profonda comprensione delle intersezioni tra fotografia, cultura e società. Credo fermamente che la fotografia non sia solo una forma d’arte, ma anche un potente strumento di comunicazione e un prezioso archivio della nostra memoria collettiva.
La mia esperienza si estende oltre la scrittura; curo mostre fotografiche e pubblico articoli su riviste specializzate. Ho un occhio attento ai dettagli e cerco sempre di contestualizzare le opere fotografiche all’interno delle correnti storiche e sociali.
Attraverso il mio sito, offro una panoramica completa delle tappe fondamentali della fotografia, dai primi esperimenti ottocenteschi alle tecnologie digitali contemporanee. La mia missione è educare e ispirare, sottolineando l’importanza della fotografia come linguaggio universale.
Sono anche una sostenitrice della conservazione della memoria visiva. Ritengo che le immagini abbiano il potere di raccontare storie e preservare momenti significativi. Con un approccio critico e riflessivo, invito i miei lettori a considerare il valore estetico e l’impatto culturale delle fotografie.
Oltre al mio lavoro online, sono autrice di libri dedicati alla fotografia. La mia dedizione a questo campo continua a ispirare coloro che si avvicinano a questa forma d’arte. Il mio obiettivo è presentare la fotografia in modo chiaro e professionale, dimostrando la mia passione e competenza. Cerco di mantenere un equilibrio tra un tono formale e un registro comunicativo accessibile, per coinvolgere un pubblico ampio.