Descrizione
Storia della fotografia di paesaggio urbano in Italia 1839-1914, scritto da Giovanni Fanelli e Barbara Mazza, è un volume fondamentale per comprendere la relazione tra fotografia e trasformazione urbana nel contesto italiano preindustriale e protoindustriale. Il libro esplora, con taglio rigoroso ma accessibile, l’evoluzione dell’immagine della città così come restituita dalle tecniche fotografiche dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento, offrendo una narrazione approfondita, arricchita da apparati iconografici di grande impatto visivo e valore documentale.
La fotografia di paesaggio urbano è analizzata come costruzione storica, sociale e tecnologica. A partire dalle prime vedute realizzate con il dagherrotipo e il calotipo, il volume descrive l’emergere di una nuova sensibilità visiva che trova nella città il suo oggetto privilegiato. La macchina fotografica diventa così uno strumento essenziale per osservare, archiviare e comunicare il volto delle trasformazioni architettoniche e urbanistiche dell’Italia post-unitaria.
Il libro si distingue per la sua attenzione all’apparato tecnico e storico delle immagini presentate. Le fotografie d’epoca sono accompagnate da schede dettagliate che ne esplicitano i procedimenti di stampa, i supporti utilizzati, i formati e i contesti produttivi. Non si tratta quindi solo di una rassegna iconografica, ma di un’analisi articolata e sistematica dei mezzi fotografici e delle modalità operative con cui i fotografi – professionisti, dilettanti, tecnici delle amministrazioni pubbliche – hanno documentato le città italiane.
Particolare attenzione è riservata alla nascita degli stabilimenti fotografici commerciali, che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento iniziarono a proporre un’immagine “normalizzata” e riproducibile delle città, destinata alla diffusione tramite cartoline illustrate e album turistici. Questa produzione rappresenta uno snodo cruciale nella costruzione dell’immaginario collettivo urbano, perché contribuisce a definire non solo la percezione della città da parte dei contemporanei, ma anche quella che noi stessi oggi ereditiamo dal passato.
Non mancano sezioni dedicate ai principali protagonisti della fotografia urbana in Italia: dai pionieri come Alinari e Brogi fino agli anonimi operatori attivi nei piccoli centri o alle dipendenze degli uffici tecnici municipali. La narrazione è sempre supportata da un impianto visivo coerente, che alterna vedute panoramiche, dettagli architettonici, scene di vita urbana e rappresentazioni cerimoniali, restituendo così un quadro ricco e dinamico dell’ambiente cittadino dell’epoca.
Grazie a una struttura editoriale solida, che coniuga un testo elegante a un apparato visivo potente, Storia della fotografia di paesaggio urbano in Italia 1839-1914 si configura come un’opera di riferimento per chiunque si interessi di storia della fotografia, architettura, urbanistica o storia culturale. È un libro che non si limita a documentare, ma invita a riflettere sul ruolo che la fotografia ha avuto nel plasmare la memoria visiva delle nostre città. Il formato editoriale è maneggevole, la stampa di qualità, la lettura fluida, arricchita da apparati critici e bibliografici che facilitano ulteriori ricerche.